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Il ragazzo frequentava la terza media a Golbey, nei Vosgi. Da mesi veniva deriso da quattro compagni per la sua omosessualità. Aveva manifestato il suo disagio alla madre e agli insegnanti

di Stefano Montefiori

Oggi a Epinal, nell’Est della Francia, si tengono i funerali in forma privata di Lucas, il ragazzino di 13 anni che si è ucciso una settimana fa dopo essere stato deriso a scuola per mesi a causa della sua omosessualità. Dopo la sua morte si è scoperto che Lucas aveva scritto sul suo diario intimo dell’intenzione di uccidersi. Lo studente di terza media della scuola Louis Armand di Golbey, nei Vosgi, aveva manifestato il suo disagio alla madre e agli insegnanti, che erano intervenuti. Non è stato sufficiente, Lucas si è impiccato.

La sua morte ha suscitato grande emozione in Francia, anche perché il tema del bullismo è molto discusso. La première dame Brigitte Macron interviene spesso su questo tema e le associazioni che difendono i diritti delle persone LGBT sono molto attente e vigili. La tragedia di Lucas è sconvolgente anche perché lui aveva parlato ai famigliari delle violenze psicologiche che subiva a scuola per colpa in particolare di quattro compagni di classe, e i genitori si erano rivolti alla direzione dell’istituto, pur senza presentare denuncia alla polizia. L’inchiesta in corso cerca di stabilire se la reazione della scuola è stata adeguata, o se la sofferenza di Lucas è stata sottovalutata.

«Le audizioni dei parenti dell’adolescente condotte nell’ambito delle indagini, ai fini della ricerca delle cause del decesso, hanno rivelato l’esistenza di derisioni e insulti omofobi di cui Lucas era vittima da parte di altri studenti», dice il procuratore di Épinal, Frédéric Nahon. L’indagine avviata mercoledì scorso deve «confermare la realtà delle molestie che Lucas avrebbe subito, la loro durata, il contenuto esatto dei commenti e dei comportamenti denunciati, e verificare le varie misure che sono state adottate».

La famiglia di Lucas non aveva presentato denuncia per molestie, ma «i fatti erano stati segnalati ai dirigenti scolastici, che avevano parlato con gli studenti». La madre del ragazzo e il suo avvocato saranno ricevuti la prossima settimana dal pubblico ministero di Épinal.

Lucas e sua madre avevano parlato con i professori all’inizio dell’anno scolastico, a settembre, «e i fatti erano stati immediatamente presi in seria considerazione dalle équipe della scuola media, che hanno dimostrato una grande vigilanza quotidiana, mantenendo il legame con lo studente e la sua famiglia», si difende il rettorato.

Ma non tutti assolvono la scuola. «Era un adolescente che aveva sempre il sorriso sulle labbra, attento, spontaneo, pieno di sogni e desideri – dice Stéphanie, un’amica di famiglia -. Ma veniva regolarmente preso in giro per i suoi vestiti, per il suo modo di essere, per il suo aspetto. Era una persona integra, quindi non si nascondeva. Questo forse dava fastidio ad alcune persone che non osavano essere integre come lui. Quando tornava a casa da scuola si lamentava spesso di ciò che stava vivendo. La madre ha chiamato più volte i soccorsi. L’ambiente scolastico, dove trascorreva tre quarti del suo tempo, non ha reagito come avrebbe dovuto».

Prima dei funerali la madre ha scritto una lettera che è stata letta in tv: «Quante marce bianche dovremo organizzare? Quanti bambini dovranno soffrire, quante famiglie saranno colpite in modo così crudele e fratelli e sorelle saranno amputati prima che vengano finalmente messe in atto azioni concrete per fare in che ogni bambino possa godere del suo diritto a una scuola senza molestie? Dedicherò la mia vita a continuare la lotta di Lucas».

I quattro allievi indicati dall’adolescente come autori degli atti di bullismo «erano stati convocati e avevano ricevuto un richiamo molto deciso», dice Valérie Daustreme, direttrice dipartimentale del ministero dell’Istruzione. La procura di Epinal ha aperto un’indagine preliminare per «molestie nei confronti di un minore di 15 anni».

«Penso a tutti gli studenti come lui che sono stati vittima di bullismo: la loro disperazione è alla base della mia determinazione a prevenire ogni forma di molestia», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Pap Ndiaye.

 

Sorgente: Francia, Lucas si toglie la vita a 13 anni, era bullizzato perché gay

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