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Parla Giorgio D’Incà, papà della ragazza di Feltre in stato vegetativo irreversibile da 11 mesi dopo un’operazione. “Sono stato nominato amministratore di sostegno, potrò dare il consenso per interrompere nutrizione e idratazione artificiale. Questa non è vita, è solo dolore. Samy non ha lasciato un biotestamento, ma le sue volontà erano chiare, i giudici l’hanno capito”

“Da oggi la liberazione di Samantha è un po’ più vicina. Mi sento come se avessi finalmente le chiavi per farla uscire dalla sua prigione, da quel letto in cui è inchiodata da undici mesi, senza più vita ma soltanto dolore”. Giorgio D’Incà distilla le parole, come sempre, mentre a sua moglie Genzianella Dal Zot le parole escono impetuose, urgenti, bagnate di lacrime. Stamattina Giorgio D’Incà sarà ufficialmente nominato dal tribunale di Belluno amministratore di sostegno di sua figlia Samantha, in “stato vegetativo irreversibile” dal 2 dicembre del 2020.  “Adesso – dice Giorgio – potrò dare il mio consenso affinché le vengano interrotte la nutrizione e l’idratazione. Poi con la sedazione profonda la nostra bambina ci lascerà”.

La voce si rompe. “Mi fa fatica dire: morirà”, ammette Giorgio, di mestiere fa il carrozziere, è un uomo grande e grosso che non ha più paura di mostrare il suo pianto. Pur senza testamento biologico (con una sentenza che di certo aprirà una discussione bioetica) ma con la ricostruzione della sua volontà attraverso le testimonianze della famiglia, Samantha detta Samy, 30 anni, allegra, minuta, innamorata del mare, del colore azzurro e degli animali, otterrà il “fine vita”.
Samy che una mattina, era il 12 novembre 2020, uscendo di casa cade e si frattura un femore. Una caduta banale, nel cortile della villetta di Feltre con il prato tosato e le tende candide dove Samantha viveva con i genitori Giorgio e Genzianella, e, fino a qualche anno fa, con la sorella Pamela e il gemello Manuel.

 

Samantha con i fratelli 

Poi cosa è accaduto Giorgio?
“Sembrava che tutto fosse andato bene, operazione riuscita all’ospedale di Feltre. Invece dopo qualche giorno le sue gambe hanno iniziato a gonfiarsi. Al pronto soccorso però ci dissero che l’unica cosa che Samantha doveva fare era tenere le gambe alzate. Invece quei gonfiori erano il segnale che qualcosa di terribile era avvenuto in sala operatoria”.

Invece Samantha non si più ripresa?
“Il 2 dicembre quando ormai il peggioramento era evidente, Samy è stata portata in ambulanza all’ospedale di Feltre. Il 4 dicembre ci chiamarono di notte dicendo che i suoi polmoni erano collassati e dunque la stavano trasferendo a Treviso. Quando l’abbiamo rivista nostra figlia non c’era più. Il suo cervello non reagiva, Samy si era spenta. Un corpo inerte. Forse la causa di questa tragedia è un batterio preso in sala operatoria. Dicono. Ma della battaglia per ottenere giustizia sul fronte sanitario ci occuperemo dopo”.

Dopo, quando?
“Quando Samantha sarà libera e le sue ceneri sparse nel mare della laguna di Venezia. Finalmente i medici e il giudice hanno ascoltato la nostra voce”.

Cosa cambia con la nomina di oggi?
“Intanto che sarò io, suo papà, ad occuparmi di lei, insieme alla mamma e ai suoi fratelli e non un estraneo. E poi adesso potrò chiedere ai medici, sulla base della sentenza firmata dal giudice tutelare Umberto Giacomelli, e del documento del comitato etico della Ulss1 di Belluno, di interropere i trattamenti che tengono in vita Samantha”.

Sua figlia però non ha lasciato un testamento biologico. La legge del 2017 prevede che si possano interrompere i trattamenti vitali soltanto se ci sono precise volontà lasciate in vita.
“Quale ragazza lascia un testamento biologico a 30 anni? Anzi, questo è il problema, nessuno conosce il biotestamento in Italia. Le volontà di Samantha sono state ricostruite sulla base delle nostre testimonianze, dopo Eluana il nostro è il primo caso in Italia. I giudici ci hanno ascoltato più volte, noi, i suoi fratelli, in particolare Manuel, il suo gemello. Hanno ritenuto, come si legge nella sentenza davvero innovativa, che Samantha non avrebbe voluto sopravvivere così, in stato vegetativo, dipendente da tutto e da tutti”.

“Il consenso ad interrompere i trattamenti di sostegno vitale, appare conforme alla volontà della beneficiari”, si legge nella sentenza. Come avete ricostruito il suo pensiero?
“Fin dai giorni terribili di Eluana Samy diceva che non lasciarla morire era un accanimento disumano. Di fronte al dramma di Dj Fabo, che abbiamo seguito passo dopo passo, Samy continuava a ripetere che sarebbe stato giusto aiutarlo a morire. Noi siamo sempre stati per l’eutanasia e la libera scelta”.

Il comitato etico della Ulss1 Dolomiti ha confermato che Samy si trova in uno “stato vegetativo irreversibile” e parla anche di “desistenza dal trattamento di nutrizione artificiale”.
“È purtroppo la conferma che per la nostra bambina non c’è più nulla da fare. Ogni trattamento è vano. Samantha soffre, lei è soltanto dolore. Sapete cosa vuol dire vegetare in un letto? Poi arriveranno le piaghe”.

Giorgio, adesso la parola spetta ai medici. Saranno loro a dover decidere se e quando interrompere i trattamenti. E se rifiutassero?
“Cercheremo un’altra équipe. Genzianella e io abbiamo promesso a Samantha la liberazione. Non ci fermeremo davanti a nulla, anche se con il cuore spezzato”.

 

Sorgente: “Oggi firmerò per far morire mia figlia Samantha. E sarà libera” – la Repubblica

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