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della redazioneRoma, 31 agosto 2020,

Nena News – A quasi un mese dall’esplosione che ha devastato il porto di Beirut e interi quartieri della capitale libanese, il 4 agosto scorso, le autorità del paese dei cedri hanno reso noto ieri il nuovo bilancio del disastro: 190 morti accertati, oltre 6.500 feriti e tre dispersi, 50mila case, nove ospedali e 178 scuole danneggiate dalle 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio saltate in aria. E ancora 300mila sfollati e 15 miliardi di dollari di danni diretti.Di risposte invece non ce ne sono: le inchieste, che avrebbero dovuto essere lampo secondo quanto annunciato subito dopo l’esplosione dal presidente Aoun, non sono concluse.

E il Libano resta prigioniero di una crisi con pochi precedenti, aggravata dalla situazione economica che non accenna a migliorare e l’epidemia di Covid-19 che continua a segnare bilanci record.A dare il quadro è la Economic and Social Commission for Western Asia, agenzia delle Nazioni Unite, secondo cui metà della popolazione libanese è a rischio fame a seguito dell’esplosione, visto che l’85% dei prodotti alimentari consumati arriva dall’estero attraverso il porto di Beirut e stoccato nei silos distrutti il 4 agosto: “Oltre la metà del paese rischia di non avere accesso al cibo necessario entro la fine dell’anno”, ha detto ieri la segretaria esecutiva della Escwa, Rola Dashti.In tale contesto, mentre si attende l’arrivo nel paese del presidente francese Macron, oggi il presidente Aoun convocherà i partiti presenti in parlamento per consultazioni sul nuovo premier, dopo le dimissioni di Hassan Diab a seguito del disastro. Tra i nomi che girano, si fanno più insistenti le voci sulla nomina di Mustapha Adib, attuale ambasciatore libanese in Germania: avrebbe ottenuto il sostegno dei principali partiti del paese. Lo zampino francese c’è: secondo fonti di stampa, nelle ultime 48 ore Macron ha discusso con i vertici libanesi per individuare il candidato considerato giusto.

Mustapha AdieAdib, dottorato in scienze politiche e giurisprudenza, è stato consigliere dell’ex primo ministro Najib Mikati, imprenditore tra i più ricchi del paese e in carica per pochi mesi nel 2005 e poi di nuovo dal 2011 al 2013 a sostituzione di Saad Hariri dopo la caduta del governo. Adib è, come previsto dal sistema settario figlio della colonizzazione francese, sunnita. Al momento avrebbe già l’appoggio di Hariri e il suo Future Movement, ma anche dei principali partiti sciiti, Hezbollah ed Amal, e del Free Patriotic Movement, fondato da Aoun, guidato da Bassil e alleato del movimento sciita di Nasrallah.Ieri l’ex primo ministro Fouad Siniora, a nome del gruppo di ex premier sunniti incontrati da Aoun, ha parlato di Adib come fosse già stato nominato: dovrà formare un governo capace di implementare le attese riforme economiche e politiche e seguire la ricostruzione di Beirut. Una dichiarazione affatto peregrina: i quattro rappresentano buona parte dei parlamentari sunniti libanesi e il loro sostegno, rispecchiando quello di Hariri, è fondamentale alla formazione di un nuovo esecutivo.Se l’incontro con il resto del parlamento avrà successo e Adib sarà nominato, Macron arriverà nel paese con una bella sorpresa: la chiara intenzione di indicare la via alla politica libanese, di legarla ancora di più alle esigenze francesi sotto forma di road map già annunciata dall’Eliseo, vedrebbe segnare il suo primo punto. Da quella road map e dall’accettazione libanese del progetto francese dipenderanno gli aiuti economici promessi dalla comunità internazionale e fondamentali a ricostruire Beirut e la sua devastata economia.In ballo ci sono in particolare i 10 miliardi di dollari di prestiti del Fondo Monetario Internazionale, dipendente dalla nascita di un governo favorevole agli interessi occidentali – e dunque poco spostato verso l’Iran – e alle riforme di austerity che di certo bene non faranno alle classi più povere. Nena News

Sorgente: LIBANO. Nuovo bilancio delle vittime, nuovo premier all’orizzonte

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