FLASH – Le mouvement de protestation des #policiers contre les annonces de #Castaner se diffuse dans de nombreuses villes de #France. À #Bobigny, une centaine d’agents se sont réunis pour jeter leurs #menottes et leurs brassards. (: @ClementLanot)
Il piccolo corteo è arrivato fino al ministero degli interni che si trova accanto al palazzo presidenziale. Le guardie in uniforme lì presenti, sono rimaste sorprese all’arrivo della protesta ma non sono intervenute. Dopo aver osservato un minuto di silenzio per i poliziotti morti, i manifestanti hanno cantato l’inno nazionale francese, parlato brevemente e poi si sono sciolti.
“La polizia francese è la più controllata al mondo, quindi quando ci sono alcuni episodi, che riguardano una minoranza, non si deve stigmatizzare tutta la polizia ”, ha dichiarato Fabien Vanhemelryck del sindacato di polizia, accusando i politici di aver risposto troppo frettolosamente a una crisi che riguarda gli Stati Uniti ma “che non ha nulla a che fare con noi”. Castaner “Non sa nemmeno di cosa sta parlando”, ha aggiunto Jean-Paul Megret, un altro leader del sindacato di polizia. “Ci sono casi in cui non puoi semplicemente chiedere a una persona di seguirti per arrestarla. Ogni giorno hai a che fare con persone completamente pazze”.
L’uso da parte delle forze dell’ordine della stretta al collo per interrompere l’apporto di sangue o aria, è stato a lungo controverso. Ma la morte di George Floyd, morto dopo che un agente è rimasto fermo, col ginocchio sul suo collo, per più di 8 minuti, ha riportato la questione in primo piano, oltre che proteste negli Stati Uniti e in tutto il mondo.
In Francia le manifestazioni sono state anche alimentate dalla rabbia per la morte di Adama Traoré morto, come ha da poco confermato l’autopsia, per omicidio da parte delle forze dell’ordine, nel 2016. “Purtroppo, ciò che sta accadendo negli Stati Uniti ha messo in luce ciò che sta accadendo in Francia”, ha dichiarato Assa Traoré, sorella di Adama durante una manifestazione nella capitale fracese il 2 giugno.
“Entrambi sono stati soffocati. Adama aveva il peso di tre poliziotti su di lui, George Floyd anche. Entrambi hanno detto le stesse ultime parole: “Non riesco a respirare. Non riesco a respirare. Non riesco a respirare”.
Adesso che la mossa di soffocamento è stata bandita in diversi Paesi europei (e in diverse città degli Stati Uniti, tra cui Los Angeles e New York) è stata la polizia a scendere in piazza sfidandoo il divieto di raduni di massa per protestare contro una decisione che considerano una mancanza di rispetto, un non sostegno del governo.
La protesta a Nizza
Eppure i rapporti resi pubblici martedì scorso dalla polizia stessa parlano chiaro. Gli episodi di violenza in cui le forze dell’ordine sono implicate hanno subito un aumento considerevole, da 575 nel 2017 a 868 denunce l’anno scorso. Secondo il rapporto, 49 ufficiali hanno ricevuto sanzioni interne per forza eccessiva. Ma non si sa quanti siano stati poi condannati penalmente. Anche le accuse di discriminazione razziale sono aumentate dal 2017 all’anno dopo e nel rapporto non incluse quelle del 2019.
I sindacati di polizia si sono incontrati ieri e oggi con Castaner per discutere le modifiche alle tattiche della polizia. Il ministro ha deciso di non vietare un’altra tecnica, quella del placcaggio ventrale, cioè la pressione sul petto di un sospetto, mossa particolarmente criticata dagli attivisti francesi in cerca di giustizia proprio per Traoré. Questa settimana i sindacati hanno lanciato l’idea di ampliare l’uso di pistole stordenti, attualmente disponibili solo per una manciata di ufficiali specializzati.
Secondo l’avvocato David Curiel, la cultura dell’impunità nelle forze dell’ordine è però molto profonda, radicata.
La scorsa settimana, la procura di Parigi ha avviato un’indagine preliminare su insulti razzisti e sull’istigazione all’odio razziale, sulla base di commenti presumibilmente scritti in un gruppo Facebook privato della polizia. Il sito Web Streetpress ha pubblicato una serie di messaggi offensivi che ha dichiarato di essere stati pubblicati all’interno del gruppo, anche se non è chiaro se gli autori fossero poliziotti o persone che fingevano di esserlo.
Nello stesso tempo sei agenti di polizia della città di Rouen in Normandia sono sotto inchiesta per commenti razzisti in un gruppo privato di WhatsApp. francese.