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26 April 2024
0 5 minuti 1 anno

E due testimoni raccontano: «Prima di cadere ha girato in tondo, come se avesse subito un danno in volo»

Jacopo Iacoboni

Una fitta nebbia di disinformazione sta già avvolgendo lo schianto dell’elicottero ucraino a Brovary, dove sono rimaste uccise sedici persone, tra cui due bambini, e il ministro dell’Interno, il viceministro e il sottosegretario di quel ministero. Forse troppo anche per la Russia rivendicarlo – significherebbe legittimare l’uccisione di leader politici del paese nemico, una regola non scritta che di solito non viene violata dagli stati, perché aprirebbe il vaso di Pandora dela poiena legittimazione dei sabotaggi di stato all’estero – ma non per lanciare nel calderone ipotesi che possono fare male al nemico anche dopo lo schianto.

Una delle più significative è stata fatta da Alexander Sasha Kots, uno dei corrispondenti militari russi più seguiti (675mila follower nel suo canale telegram: per capirci, il Washington Post ne ha 40mila) fervente sostenitore della guerra: «Anton Gerashchenko (il consigliere del ministero degli interni ucraino, nda.) ha affermato che sono in corso di elaborazione versioni su malfunzionamenti delle apparecchiature, violazioni delle regole di sicurezza del volo e sabotaggio», sostiene il russo Kots. Che poi affonda il colpo: «Vorrei ricordare a Gerashchenko come lui stesso abbia chiesto di far abbattere i droni kamikaze da armi leggere, riferendosi a cacciatori e proprietari di armi». Insomma: una parte della macchina di propaganda russa giù insinua il sospetto che siamo le troppe armi date (dall’Occidente) agli ucraini la causa di questo schianto. Kots prosegue: «“Gli shaheed (i droni iraniani) possono essere abbattuti, non appena senti il suono e hai un’arma nelle vicinanze, questo può e deve essere fatto”, ha detto Gerashchenko all’epoca. Vorrei anche ricordare la distribuzione incontrollata di armi a Kiev, l’armamento della difesa territoriale con sistemi missilistici antiaerei portatili». La conclusione del propagandista russo è terribile: «Avete appena sistemato la casa a Dnipropetrovsk, la polvere di cemento non si è ancora depositata. E poi improvvisamente arrivano queste versioni».

Non è chiaramente una rivendicazione, ma una chiara manifestazione di soddisfazione, che punta già a un colpevole: la tragedia è avvenuta per colpa dell’Occidente. A Kyiv invece non escludono nulla, al momento: neanche di evocare la parola «sabotaggio».

 

 

Il canale “Baza” – sempre molto informati sugli apparati – riferisce che i vertici del ministero dell’Interno ucraino erano  volati in elicottero in uno dei «punti caldi», secondo quanto ha annunciato il vice capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Kyrylo Tymoshenko. Anche il velivolo apparteneva al Servizio di emergenza statale. Le cause dello schianto sono al momento sconosciute, fa sapere l’intelligence ucraina. Il procuratore generale ucraino Andrei Kostin afferma che tutte le versioni sono al momento prese in considerazione, compreso il sabotaggio. Yury Ignat, del comando dell’aeronautica delle forze armate ucraine, annuncia che le indagini richiederanno diverse settimane. Nessuno però parla di puro e semplice incidente.
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Secondo il canale telegram russo VChk-OGPU – che ha dimostrato buone fonti nei servizi durant questa guerra – «stando alla versione preliminare dell’indagine, la causa dell’incidente in elicottero è un errore del pilota. L’elicottero stava volando a bassa quota con scarsa visibilità a causa della fitta nebbia». Tuttavia anche VChk-OGPU aggiunge che «l’inchiesta verificherà la versione del sabotaggio».

Uno dei canali telegram militari russi più informati, tenuto da un ex ufficiale dell’esercito russo “Colonelcassad”, ha riferito di un dettaglio che, se fosse confermato, sarebbe interessante: «Secondo testimoni oculari, prima dello schianto, l’elicottero ha sorvolato Brovary e si è comportato come se avesse ricevuto qualche tipo di danno in aria». Anche VChk-OGPU riporta di un altro testimone oculare, un residente di una casa a Brovary, che ha raccontato una versione molto simile: «L’elicottero ha girato in cerchio, bruciato e volato in quella direzione. A quanto ho capito, ha scelto l’oggetto più piccolo, perché c’è un edificio a due piani, e invece questo è di dieci piani».

La Stampa non è in grado al momento di verificare indipendentemente questa notizia. Ma che ci siano molte ombre da illuminare sembra di capirlo anche dal messaggio di Volodymir Zelensky, che ha parlato di «terribile tragedia» e di «mattinata nera»: «Ho incaricato il servizio di sicurezza dell’Ucraina, in collaborazione con la polizia nazionale ucraina e altri enti autorizzati, di scoprire tutte le circostanze dell’accaduto. Tutti i servizi stanno lavorando sulla scena della tragedia».

Sorgente: Il giallo dell’elicottero schiantato, la propaganda russa parla delle “troppe armi occidentali in Ucraina”, ma Kyiv non esclude il sabotaggio – La Stampa

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