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I lavoratori migranti sono al centro della realizzazione del sogno del Qatar di ospitare la Coppa del Mondo FIFA 2022. Ma 10 anni dopo che la FIFA ha assegnato il torneo al Qatar, migliaia di loro vengono ancora sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli.

Oggi, mentre la FIFA è destinata a generare enormi entrate dalla Coppa del Mondo, i lavoratori migranti stanno ancora soffrendo per far sì che i mondiali abbiano luogo. Le recenti riforme del Qatar non vengono correttamente attuate o applicate, il che significa che molte aziende non pagano ancora adeguatamente i propri dipendenti o non li trattano in modo equo. I datori di lavoro hanno ancora un controllo eccessivo sulla vita dei loro lavoratori: possono costringerli a lavorare un numero di ore eccessive o impedire loro di cambiare lavoro. Quando i lavoratori migranti vengono sfruttati, è molto difficile per loro ottenere giustizia o risarcimenti. Non possono aderire ai sindacati, quindi non possono lottare collettivamente per migliori condizioni di lavoro.

Quando la FIFA ha deciso di far svolgere le gare della Coppa del Mondo in Qatar sapeva – o avrebbe dovuto sapere – dei rischi intrinseci nell’ospitare il torneo lì, a causa della forte dipendenza del paese dai lavoratori migranti e del grave sfruttamento che essi devono affrontare.

La FIFA ha la chiara responsabilità di agire quando i lavoratori dei progetti connessi allo svolgimento della Coppa del Mondo sono a rischio di abuso sul lavoro e deve usare la sua influenza per sollecitare il Qatar a proteggere adeguatamente tutti i lavoratori migranti. Sebbene siano stati compiuti progressi sui diritti dei lavoratori, gli abusi in corso mostrano che Qatar e FIFA devono fare molto di più  affinché la Coppa del Mondo lasci un’eredità positiva.

Firma ora la petizione e invita la FIFA a denunciare gli abusi sul lavoro.

Insieme, possiamo rendere “Qatar 2022” un punto di svolta per i lavoratori migranti.

Per firmare la petizione clicca il link sotto riportato

Sorgente: Qatar: stop allo sfruttamento dei lavoratori migranti! – Amnesty International Italia