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di Federica Iezzi   il Manifesto

Taiz (Yemen), 10 giugno 2021, Nena News – «Prego Allah perché tu possa tornare presto». Quando il tuo team meraviglioso ti dice questo guardando il cielo e portandosi le mani al cuore, significa che hai toccato l’anima del progetto.

Siamo nella città di al-Mokha, nell’ospedale di Medici Senza Frontiere. Mettendo piede nell’ospedale, ci si rende conto di avere tra le mani un gioiello in un Paese interamente distrutto dalla guerra. Strade devastate, case abbattute dalla furia delle bombe, case ricostruite a metà, uomini a piedi nelle vie principali con kalashnikov in spalla, delle donne nemmeno l’ombra.

L’ATTIVITÀ DELL’OSPEDALE è rivolta alle vittime dirette e indirette del feroce conflitto armato che logora il Paese da più di sei anni. È’ l’unico ospedale sulla costa occidentale yemenita che fornisce cure chirurgiche di emergenza alla popolazione civile, vittima della violenza legata alla guerra. I pazienti provengono principalmente dalle aree limitrofe alle linee del fronte del governatorato di Taiz (Mawza, Dhubab, al-Wazi’iyah) e da quello meridionale di al-Hudaydah (Khawkah, Hays, at-Tuhayta, ad-Durayhimi, Bait al-Faqih), aree controllate dalla coalizione guidata dall’Arabia saudita, dove l’accesso alle cure è sostanzialmente ineguale.

I combattimenti indiscriminati e le ostilità attive presso zone densamente popolate continuano ad essere una delle principali cause di morte per la popolazione civile yemenita. I distretti rurali sono duramente colpiti, con oltre il 60% delle vittime civili, la maggior parte delle quali si trova nel governatorato di al-Hudaydah, nei distretti di at-Tuhayta e Hays, e nel governatorato di Taiz. Proprio in queste aree, l’accesso all’assistenza umanitaria è gravemente limitato.

Nonostante il cessate il fuoco mediato dalle Nazioni unite a al-Hudaydah, il numero di incidenti civili nel governatorato è aumentato. Quando le linee del fronte sono dinamiche e mutevoli, l’impatto della guerra sui civili è spesso significativamente maggiore rispetto a quando le linee del fronte sono statiche.

IL CONFLITTO nel governatorato di Taiz è emblematico. Le rivalità regionali tra gli Stati del Golfo e l’Iran e l’ipercompetizione locale per il potere e l’influenza si sono sviluppate e intersecate, espandendosi a macchia d’olio in tutto lo Yemen. In una certa misura, gli scontri locali sono il risultato diretto di dinamiche regionali più ampie. Affermando una politica estera più proattiva negli ultimi anni, gli Emirati arabi uniti hanno promesso di combattere l’Islam politico – incarnato nello Yemen dal poliedrico partito al-Islah – in tutte le sue forme, in tutta la regione e oltre.

DOPO LA CITTADINA di al-Mafraq, a più di 40 km da al-Mokha, lungo la via segnata con i puntini blu su google maps, improvvisamente c’è un’interruzione della strada principale, che segna la vicinanza alla linea del fronte. Siamo a circa un chilometro dai combattimenti.
Proprio in quel tratto di strada sono posizionati i tiratori scelti. Si continua su una strada sterrata che allunga il percorso. L’interruzione è segnalata da una montagnetta di terra su cui è piantato un tubo in plastica. Tutti gli autisti sanno che quel segno corrisponde a una deviazione. Da quel momento solo le montagne dividono il terreno di combattimento, le strade e le case. Passiamo attraverso 12 posti di blocco con la medesima coda di controlli e dopo due ore arriviamo nel distretto di al-Wazi’iyah, nel governatorato di Taiz.

IL PAESAGGIO CAMBIA, rispetto alla west coast yemenita arida, ventosa e afosa. Ai piedi delle montagne, con l’acqua del Wadi Rasyan, regna il verde con acacie e palme. Attraversiamo piccoli villaggi. Incontriamo un farmacista che, dopo anni di studio e sacrifici, guida un camion che trasporta thè fino alla città di Aden: «Non ci sono altre opportunità di lavoro», ci dice.

Alcune Health Facilities sono state supportate da Save the Children, Yemen Humanitarian Fund e Unicef per anni. Da agosto non arriva più nulla. Nel villaggio di al-Khoba come in quello di al-Khuraif le storie si ripetono. Non arrivano gli stipendi per il personale, le medicine e i reagenti di laboratorio stanno finendo. Chiediamo che fine faranno. Ci dicono che con molta probabilità avranno un sostegno governativo, ma nel frattempo il flusso di pazienti diminuisce fino a scomparire. I movimenti dei civili sono ridotti al minimo per la vicinanza con la linea del fronte, per i posti di blocco militare e per le strade totalmente distrutte. Il risultato è che le cure sono dilazionate in modo preoccupante, con la cronicità dilagante di patologie altrimenti sanabili.

IL PERSONALE SANITARIO offre alcuni servizi a pagamento, come ecografie in gravidanza, esami di laboratorio, esami al microscopio. Alcuni distretti sanitari hanno all’interno farmacie private, i cui farmaci colorati come caramelle sono inconfondibilmente “made in China”. L’escalation del conflitto, il deterioramento della situazione economica, l’insicurezza alimentare e le condizioni nutrizionali indicano un imminente collasso.

Circa 20 milioni di persone nello Yemen, su una popolazione totale di 24 milioni, necessita di una qualche forma di assistenza umanitaria e protezione. Dal 2015, il conflitto ha costretto 4 milioni di persone ad abbandonare le proprie abitazioni, rendendo il Paese la quarta più grande crisi, se si parla di sfollati interni, al mondo

Continua dalla sorgente…

Sorgente: Yemen, in lotta per la vita sulla linea del fronte

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