0 7 minuti 4 giorni

Per comprendere le rivendicazioni del gruppo yemenita, suggerisce Lorenzo Trombetta su Limes, basta passare dall’ideologia alla storia. Ma a non tutti in occidente, questo fa comodo. Il paese è da secoli teatro di lotte tra potenze esterne, che hanno determinato guerre intestine. Ma ha vissuto anche periodi di unità.  Quando gli altri non si impicciavano troppo.

Le forze huthi filo-iraniane dopo il 7 ottobre

La questione yemenita è tornata d’attualità con la mobilitazione coincisa con lo scoppio della guerra del 7 ottobre, contro gli interessi commerciali marittimi di Israele e dei suoi alleati occidentali, ma il conflitto va ben oltre un confronto tra ‘insorti’ abbastanza ‘cattivi’ e i ‘buoni occidentali’ che usano il Mar Rosso e lo Stretto di Bab al-Mandab, per il loro via vai petrolifero. Lettura decisamente superficiale dei fatti, che diventa azioni di forza da dicembre con l’intervento militare dell’asse filo-israeliano, di cui fa parte anche l’Italia, guidato dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Ma siamo sicuri di ciò che stiamo facendo?

Come se lo Yemen non avesse diritti

La linea d’azione seguita dimostra che gli ‘attori occidentali’ (americani e noi al seguito), privilegiano la conservazione dello status quo in un paese martoriato da dieci anni di guerra e afflitto da una sofferenza sociale ed economica ormai cronica. E dopo un costosissimo sfoggio di flotte nel Mar Rosso meridionale, è chiaro che la coalizione guidata dagli Usa intende soltanto contenere i danni causati dagli attacchi alle flotte commerciali tra Suez e Bab al-Mandab, senza neppure tentare tentativo di alterare i rapporti di forza nel decennale conflitto yemenita tra Huthi e rivali, fosse mai che sauditi ed emiratini se la potessero prendere.  E lo Yemen crepi.

Gli Houthi, titolari di Stato indipendente

Il dibattito pubblico sullo Yemen – persino quello più informato e autorevole – è viziato e corrotto, del minimalismo adottato da Stati Uniti, Israele e i loro alleati. Negli ultimi dieci mesi di conflitto aereo, marittimo e terrestre tra le coste africane e della Penisola Arabica, gli huthi sono stati spesso e soltanto descritti come un gruppo di ribelli violenti e assetati di potere, apparsi quasi dal nulla sul palcoscenico delle grandi occasioni. “Ribelli” dipinti come abusivi da ricacciare quanto prima nel dimenticatoio delle cause perse di un ipotetico terzo mondo, intenzionati soltanto a dar fastidio alla cosiddette ‘forze civilizzatrici’ e occidentali di commerciare tra Est e Ovest evitando di doppiare Capo di Buona Speranza.

Né pro, ne contro per ideologia, ma un po’ di storia.

Non si tratta di schierarsi a favore o contro una forma di potere o ideologia, o dare pagelle di oscurantismo o terrorismo. Classifica difficile e pericolosa. Ma serva capire «le dinamiche geopolitiche sedimentate nella storia, che hanno portato agli attuali equilibri nello Yemen e nei suoi dintorni, incluso il Mar Rosso e lo Stretto di Bab al-Mandab». Perché lo scenario attuale – uno Yemen diviso in aree di controllo politico e militare rivali, ognuna affiliata a potenze esterne – riflette una costante della millenaria storia di un territorio che è stato anche una delle culle della civiltà globale.

Sempre vecchie guerre coloniali alle spalle

Senza andare troppo indietro nel tempo, la guerra intestina scoppiata negli anni Sessanta e protrattasi fino al 1990 tra Yemen del Sud e Yemen del Nord vedeva le trincee correre più o meno lungo le stesse linee di frattura, sia geografiche sia politiche, del presente. Lilo-occidentali da un lato, tra cui i sauditi e gli israeliani, e anti-occidentali dall’altro, capeggiati dall’Egitto di Nasser e sostenuti dall’Unione Sovietica. La caduta del Muro di Berlino, e inizio delle guerra del Golfo tra Usa e Iraq, con le sue ripercussioni in Medio Oriente, Mediterraneo e Penisola Arabica. E non sorprende che il conflitto yemenita si sia concluso ‘per magia’ nel cruciale 1990, a pochi mesi dalla caduta del Muro di Berlino, contemporaneamente alla fine della guerra civile libanese e all’inizio di quella del Golfo tra Usa e Iraq. Strano vero?

Yemen, ha un storia migliore della nostra

Lo Yemen non è sempre stato quel paese esotico diviso da sanguinose lotte tribali a noi incomprensibili, dove tutto si riduce a miseria, guerra e fallimento dello Stato yemenita. Il primo Yemen unificato risale al terzo secolo dopo Cristo, sotto il governo della dinastia Himyar, capace di mettere insieme le regioni che andavano dal lontano Hadramawt a est alla costa di Tihamah e Najran a ovest, passando per Sana’a al centro e Sa’da a nord. Circa mille anni dopo, attorno al tredicesimo secolo – nel pieno Medioevo europeo – la dinastia Rasuli riuscì non soltanto a riunificare lo Yemen, ma a estenderlo fino alla Mecca a nord-ovest e alla regione di Dhofar, nell’estremo oriente, nell’attuale Oman occidentale.

Dal 500 i monopolistii del caffè

Dal Cinquecento, attorno a quello che a lungo è stato l’unico paese monopolista del caffè si sono avvicendati diversi popoli. Parsino la tentata – e in parte fallita – dominazione romana della regione, chiamata all’epoca Arabia Felix. Su scala internazionale abbiamo visto portoghesi, ottomani, britannici, safavidi, mamelucchi e su quella regionale zaiditi, tahiriti, mutawakkiliti e altri. Le potenze globali cercano di controllare le coste dello Yemen, esercitando influenza sui potentati rivieraschi e i loro alleati dell’entroterra. Al tempo stesso però delegano ad attori regionali come sauditi, egiziani, iraniani ed emiratini il compito di dirimere le contese “nazionali”.

Coalizione per interessi di bottega o un po’ più alti?

In quest’ottica, si può decidere di descrivere gli Huthi come ‘ribelli’ che aspirano soltanto a ostacolare i commerci globali per conto dell’Iran, sostenendo l’approccio conservativo e minimalista della coalizione attuale, nata per proteggere gli interessi occidentali. Oppure, se si è davvero interessati alla stabilità e alla sicurezza di questo cruciale angolo del mondo, si può decidere di cambiare prospettiva: comprendere a fondo le dinamiche di potere in Yemen e nelle aree circostanti.

Capendo che il benessere e la soddisfazione delle comunità yemenite, influenzano inevitabilmente il benessere e la soddisfazione delle comunità mediterranee, incluse quelle europee. Qualcuno su ciò riflette, e se non sa studia, o si rintontonisce nella piaggeria di carriera?

Sorgente: Gli Houthi legittima forza di governo dello Yemen – Remocontro


Scopri di più da NUOVA RESISTENZA antifa'

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Rispondi