(Tommaso Merlo) – Della serie porgi l’altra guancia, il missile ipersonico sparato dallo Yemen ha viaggiato per 2000 chilometri ad una velocità di 10.000 km all’ora colpendo con successo il cuore di Israele. I giornali han cercato di coprire tutto, ma è questa la notizia del momento. La difesa antiaerea israeliana ma anche quella americana schierata nel Mar Rosso, sono andate a farfalle e Israele si conferma talmente vulnerabile che a Tel Aviv cominciano a temere il livello successivo del videogioco bellico. Se vengono smissilati dallo Yemen, figurarsi dall’Iran e soprattutto dal Libano da cui ormai ogni notte partono le stelle comete. Per i professionisti della guerra sono queste le informazioni che contano, il problema è che Netanyahu è un politicante e quindi apre la bocca dandogli fiato e quello che in fondo davvero gli sta a cuore è la propria pellaccia giallognola. Non ancora domo, Netanyahu vorrebbe attaccare via terra il sud del Libano per occupare una fascia di sicurezza che permetta ai 60.000 sfollati di tornare nei loro villaggi del Nord della Galilea e del Golan che da quasi un anno sono in Hotel a giocare a carte e non ne possono più. L’inverno si avvicina e il tempo stringe. Israele ha già occupato il sud del Libano per quindici anni fino al 2000 e visto gli ottimi risultati vogliono fare il bis. Il problemino è che un conto è bombardare donne e bambini, un conto vedersela a quattrocchi con gli Hezbollah. L’esercito israeliano sarebbe poi stremato e demotivato dopo un anno a fare stragi senza concludere nulla al punto che c’è addirittura chi ipotizza diserzioni. A Gaza intanto gli studenti non hanno più una scuola dove andare e a malapena riescono a nutrirsi decentemente. Tra macerie e liquami continuano a piovere bombe e ogni santo giorno scorre sangue innocente. Ma beati i perseguitati per causa della giustizia. Dall’altra parte della Palestina intanto, i coloni ammazzano anche attivisti americani e in attesa che tutto venga insabbiato, beati i miti perché erediteranno la terra. In Israele nel frattempo continua il crollo verticale dell’economia e anche quello nervoso dei cittadini che da mesi dicono inutilmente basta. Ma beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Gli analisti più fini ritengono che Israele stia scavandosi la fossa da solo e se il becchino Netanyahu non si ferma potrebbe diventare troppo profonda per uscirne. A livello regionale continua invece l’ipocrisia arabeggiante. In Giordania ha vinto le elezioni un partito islamista e la regina di origini palestinesi si lancia in discorsi accorati, il problema è che comanda il Re o meglio i dollari con cui gli americani ricoprono il regno Hashemita da mo’. L’Egitto è messo ancora peggio, il faraone mussoliniano che si ritrovano pensa solo alla sua fetta di torta e non vede oltre il suo misero ego. Quanto ad Erdogan si conferma un cane che abbia ma non morde. Della serie chi è senza peccato scagli la prima pietra. La verità è che in Terra Santa tutti attendono notizie dai palazzi di vetro dove proseguono i walzer diplomatici e i silenzi dei politicanti. Lingue biforcute e mani sporche di sangue, da Washington fino a Bruselles nella speranza che prima o poi a qualcuno convenga fare qualcosa. Della serie i falsi profeti si riconoscono dai loro frutti. E le chiacchiere stanno a zero. Si attendo notizie anche dalle Corti dell’ONU, ci stanno mettendo una vita per chiedere l’arresto di Netanyahu e Gallant. Forse sono sommersi dalle prove di genocidio o forse dalle pressioni. La paura è quella di un boicottaggio politico dietro le quinte e che si riesca ad insabbiare tutto pure lì. Ma mai perdere la speranza. I primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi o almeno è questa la speranza. Gli antichi profeti predicavano perfino di amare i propri nemici e di non fare agli altri quello che non vogliamo sia fatto a noi. Insegnamenti salvifici che da quelle colline sassose hanno echeggiato per tutta la storia dell’umanità per poi finire brutalmente calpestati perfino in Terra Santa.
Sorgente: Aggiornamenti dalla Terra Santa – infosannio