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La gioia condivisa assieme alle donne argentine per aver ottenuto una legge sull’aborto, lascia il posto all’amarezza odierna sulla regressione in Honduras dove sarà impossibile interrompere la gravidanza, per qualsiasi motivo con una delle leggi più restrittive al mondo.
In Honduras, che si aggiunge ad altri stati come El Salvador, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Haiti e Suriname l’aborto è vietato e criminalizzato.
A parte Cuba dove questo diritto è acquisito dal 1934, l’Uruguay, il Paraguay, Messico consentono l’aborto con forti restrizioni.
Un costante attacco giunge anche dagli States, dove grazie alle politiche di Trump, alcuni stati del sud hanno iniziato ad emanare leggi più restrittive.
Una situazione gravissima quella vissuta dalle donne nei paesi dell’America Centrale in cui il ruolo della Chiesa cattolica prevale su qualsiasi decisione.
Una condizione femminile particolarmente difficile, si può incorrere nella pena carceraria anche solo per aver abortito spontaneamente.
E’ il caso di Teodora Vasquez a El Salvador condannata a 30 anni di reclusione per un aborto spontaneo, pena successivamente ridotta a “soli” dieci anni.
In tutti i Paesi del centro America sono le conferenze episcopali a tenere alta la bandiera della repressione contro i diritti femminili, appoggiando tutti i governi, da quelli più imperialisti a quelli più rivoluzionari, purché legiferino contro le donne.
In Honduras due quinti delle neomamme sono adolescenti, quasi tutte violentate tra i 10 e i 14 anni, e la Chiesa cattolica, insieme a quella evangelica, oggi registrano una vittoria criminale sul corpo delle bambine onduregne.
E’ intervenuto perfino l’ONU con un appello: “il divieto assoluto di abortire viola la dignità umana e il diritto alla vita e salute delle donne” ma il peso della Chiesa non lascia spazio ai richiami della comunità internazionale.
La Chiesa cattolica su quelle povere bambine senza istruzione, in condizioni di povertà senza speranze, ha avuto la meglio, per ora, nel suo diabolico disegno di controllo verso chi ha il dono della procreazione.
Ma non sarà così per sempre e mentre le bambine muoiono o vengono incarcerate, e gli stupratori restano liberi e impuniti, lo sdegno internazionale verso le organizzazioni religiose responsabili di questo scempio dovrà essere espresso ovunque, dove è possibile, dove è doveroso.
La nostra libertà di espressione avrà senso se darà voce e solidarietà a quelle donne, ragazze e bambine soffocate dal patriarcato religioso, in Honduras e ovunque.

Sorgente:  Democrazia Atea Lombardia | Facebook

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