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Numeri alla mano hanno la forza parlamentare imprescindibile in qualsiasi scenario

La forza di Matteo Renzi, capo di un partito tra il 2 e il 3 per cento, è infatti una sola, come lui stesso ha ammesso: che comunque vada lui scommette che non si andrà a votare. O meglio, che i parlamentari farebbero di tutto pur di non andare a votare. La paura del voto è il motivo per cui Renzi ha prodotto la crisi adesso. Dal 3 agosto in poi, quando si entrerà nel ‘semestre bianco’, il presidente della Repubblica non potrebbe più sciogliere le Camere. Non ci sarebbe nessun rischio voto, e di converso nessuna paura del voto, direbbe il saggio Catalano. Oggi, invece, andare anticipatamente alle urne è ancora possibile.

A dire il vero le opposizioni di centrodestra lo chiedono a gran voce e dal loro punto di vista hanno qualche ragione. Tanto più che il referendum istituzionale sul numero dei parlamentari ha reso l’attuale parlamento a 945 componenti di colpo obsoleto.

Ma Renzi scommette che proprio per questo i parlamentari faranno di tutto per allontanare il più possibile il momento del voto. E più di tutti lo faranno quelli che maggiormente dovrebbero tenere al destino di Giuseppe Conte, i 283 parlamentari M5s. Con il taglio dei parlamentari, al prossimo giro i posti a disposizione in Parlamento saranno decurtati di un terzo. Per dire, un partito come il M5s che è entrato nelle Camere con 338 tra senatori e deputati secondo le proiezioni più attendibili nella prossima legislatura ne avrebbe tra i 70 e gli 80. Più di 200 degli attuali onorevoli grillini saluterebbero i Palazzi della politica, che del resto loro hanno in così forte spregio.

Per far saltare la profezia che si autoavvera renziana basterebbe ai M5s minacciare seriamente il voto. È chiaro infatti che un partito come Italia viva sarebbe drasticamente ridimensionato da una consultazione con meno posti a disposizione e con una legge elettorale che come il rosatellum è un mix di proporzionale e maggioritario. I Cinque Stelle dovrebbero in sostanza ribaltare il tavolo e giocare loro sulla paura dei 18 senatori e 29 deputati renziani di andare alle urne. Dalla loro i M5s hanno una forza che nessun altro gruppo può vantare: i numeri. Sono il partito di maggioranza relativa, con 195 deputati e 92 senatori. Se oggi alla vigilia delle consultazioni dicessero chiaramente che non ammettono alternative a Conte, e che l’unica alternativa che considerano sono le urne, probabilmente la spunterebbero. E salverebbero il premier.

La forza dei numeri, unita alla strategia delle opposizioni, li rende infatti insostituibili. Alla Camera se i loro 191 deputati si aggiungessero nella richiesta del voto, ai 255 del centrodestra (91 Fi, 33 Fdi, 131 Lega), arriverebbero a 446 su 630: nessun governo sarebbe possibile. Al Senato se sommassero i loro 92 senatori ai 134 di Lega (63), Fi (52) e Fdi (19) nella richiesta del voto arriverebbero a 226 su 321. Non ci sarebbero alternative se non il voto.

Numeri cinque stelle

Perché allora non lo fanno? Perché non danno un sostegno a quei parlamentari Italia viva che si sforzano di dire a Matteo Renzi che non è il caso di far cadere Conte? Nel silenzio, i sospetti sono legittimi.

Una cosa è certa, infatti. Per un eventuale governo dopo Conte i numeri dei M5s peseranno ancora. E saranno loro ad esprimere il parere vincolante sul premier. Ma questo a patto che si decidano a farli pesare, quei numeri.

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Sorgente: I Cinque Stelle possono salvare Conte. Perché non lo fanno? – DIRE.it

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Un commento su “I Cinque Stelle possono salvare Conte. Perché non lo fanno? – DIRE.it

  1. Questi 5 stelli buffoni ladri e falsi farebbero di tutto pur di manrenere sotto il loro culo le poltrone del parlamento, BASTA MAI PIU’ CON RENZI ora che il loro scanno traballa ecco che anche Renzi va bene. buffoni buffoni buffoni gli Italiani sapranno ripagarvi .