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Comunali Bari, Conte: «Non ci sono più le condizioni per le primarie. Noi avanti con Laforgia». Schlein: incomprensibile. Si riapre il fronte tra gli alleati che sosterranno candidati diversi

Giovedì 4 aprile: sono ore che Elly Schlein sta cercando Giuseppe Conte che non si fa trovare. Vuole parargli di Bari, consultarsi con l’alleato sull’ipotesi di cui hanno discusso i due candidati alle primarie, Vito Leccese e Michele Laforgia, di sospendere le consultazioni e attendere che il clamore giudiziario si plachi. Cinque minuti prima di ufficializzare il suo strappo, a telecamere già convocate, il leader del Movimento 5 Stelle chiama la segretaria dem al cellulare. «Noi non parteciperemo alle primarie, dopo quello che è successo non ci sono più le condizioni». Quindi l’ex premier fa la sua proposta: «Perché non convergete anche voi su Laforgia all’insegna del nuovo?».

Tradotto: se volete accodarvi bene, sennò andremo divisi. La segretaria del Pd resta basita. È vero che la decisione di Conte le risparmia il comizio barese di oggi in sostegno di Leccese con Emiliano e Decaro che non aveva troppa voglia di fare dopo l’ultimo caso giudiziario, ma questo colpo basso da parte di Conte non se lo aspettava. Si sfoga con i suoi:«È veramente sleale. Umanamente e politicamente. Il suo è un atteggiamento spregiudicato. Nella maggioranza di Emiliano ci stanno anche loro e lui fa le prediche a noi? Vuole far vincere la destra? Vuole metterci in difficoltà? A che gioco sta giocando?».

Schlein si riunisce con i fedelissimi e cerca di preparare la controffensiva dem. In quel di Bari Conte continua a parlare: «Alla prima inchiesta giudiziaria se ne aggiunge oggi una seconda in cui è coinvolto ovviamente il voto di scambio, l’inquinamento del voto. Cosa che noi stiamo denunciando da tempo. Per il M5S non ci sono le condizioni per svolgere seriamente le primarie». E Conte aggiunge: «Le ragioni che hanno spinto i Cinque stelle ad appoggiare il candidato Laforgia permangono immutate, anzi si rafforzano».

Quindi l’ex premier prosegue così: «Ci confronteremo anche con gli altri della coalizione, le altre forze politiche e civiche della coalizione, per cercare di affrontare la campagna elettorale per Bari nel segno di un nuovo inizio, di un rafforzamento dei presidi di legalità, di massima trasparenza. Andremo divisi? No, noi siamo per uno spirito unitario, siamo sempre stati leali. Tutte le forze conoscono il nostro Dna, i nostri obiettivi e le condizioni indispensabili per lavorare insieme».

«Vuole la nostra resa e intende imporci il suo candidato, ma stavolta ha sbagliato i conti», sbottano alcuni esponenti del Pd riuniti al Nazareno. Nel frattempo Francesco Boccia, pugliese e fedelissimo della segretaria, è volato a Bari per vedere di dipanare la matassa. Due ore dopo l’uscita pubblica di Conte arriva la replica del Nazareno, dura, perché così vuole Schlein: «La scelta di Conte di uscire dalle primarie è incomprensibile. Se il Movimento 5 stelle pensa di vincere da solo contro la destra proceda pure. Ma abbia rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno. Il Pd resta al fianco di Bari che ha già dimostrato quanto sia importante il Pd come presidio di legalità e di buona amministrazione. Siamo certi che il Pd insieme al centrosinistra vincerà di nuovo le elezioni contro questa destra».

Parte dunque la controffensiva dem. Dichiara Boccia: «Le primarie erano e restano il dna del Pd e dei progressisti italiani. Chi le diserta sbaglia perché calpesta la grande voglia di partecipazione». «La decisione di Conte è gravissima», sottolinea Debora Serracchiani. Il Pd è indignato e Boccia lancia il guanto di sfida al leader del M5S: «Ci vediamo alle urne».

E pensare che, prima della rottura, Schlein cercava di salvare il partito con queste parole: «La vicenda di Triggiano, se le accuse saranno confermate, è gravissima. Voglio chiarire che la linea del Pd è molto chiara. Non accettiamo voti sporchi, non tolleriamo voti comprati. Chi pensa che la politica sia un taxi per assecondare ambizioni personali senza farsi alcuno scrupolo qui deve trovare porte chiuse e sigillate». La segretaria non sapeva ancora che più che dai guai giudiziari il centrosinistra sarebbe stato travolto da Conte.

 

Sorgente: Arresti a Bari, salta l’asse Pd-M5S. Conte: niente primarie. Schlein: sleale, vuol far vincere la destra?

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