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Parla la dottoressa che l’ha soccorsa: «L’ho spogliata e riscaldata». Salve anche due sorelle, ma sono orfane

di Salvo Toscano

«L’ho presa in braccio e neanche piangeva, era gelida. L’ho spogliata e riscaldata». È ancora incredula Alessandra Savatteri, il medico che sulla motovedetta della Guardia costiera ha soccorso la bambina di un anno, salvata dalle acque vicino a Lampedusa sabato scorso.

«Era in ipotermia quando l’ho presa — racconta al Corriere la volontaria del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta), che a Lampedusa ha quattro squadre che anche sabato si sono attivate tutte, in mare e sulla banchina —. Non mi capacito di come abbiano fatto a salvarla, è incredibile. Sono operazioni non semplici in spazi così ristretti e con tutta quella gente a bordo». La bambina ce l’ha fatta: «Dall’acqua cercavano di tenerla su, poi gli uomini della Guardia costiera l’hanno presa: è un miracolo che non avesse bevuto tanto e che fosse ancora vigile», racconta la dottoressa Savatteri.

Quella bambina col giubbotto viola, la più piccola della compagnia di migranti naufragati sabato, la si vede in un drammatico video diffuso ieri. Gli uomini della Guardia costiera l’hanno sentita piangere e l’hanno ripescata in acqua durante un difficile intervento. Due minori tunisini che erano fra le 149 persone salvate non hanno notizia dei propri genitori. Secondo il racconto dei sopravvissuti, mancherebbero ancora all’appello una quindicina di persone.

I corpi recuperati fin qui restano cinque, tutti di donne. Tra loro anche una giovane marocchina che aveva attraversato il Mediterraneo con le sue due bambine. Addosso le hanno trovato tre passaporti, il suo e quelli delle due figlie. Che stanno bene e si trovano all’hotspot di Lampedusa, ma che non hanno più una madre.

La tragedia si è consumata a un miglio dalla costa lampedusana, di fronte all’Isola dei Conigli. Ieri le ricerche sono proseguite ma solo con i mezzi aerei della Guardia costiera e di Frontex, mentre le condizioni del mare non hanno permesso alle motovedette di uscire dal porto. Il vento è molto forte, tanto che il traghetto per Porto Empedocle ha sospeso i collegamenti, costringendo i 149 sopravvissuti a prolungare la permanenza nell’hotspot.

Sono stati tutti salvati quando erano già finiti in acqua dopo che la loro imbarcazione si era ribaltata. Provvidenziale la segnalazione alla Capitaneria di due pescatori, Stefano Martello e Calogero Sanguedolce, che a passeggio a Cala Galera hanno notato la barca in difficoltà capendo che da lì a poco si sarebbe ribaltata. Così è andata.

Sulla sciagura indaga la procura di Agrigento per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio colposo plurimo. Ieri il premier Giuseppe Conte ha detto che andrà a Lampedusa. «Lo aspettiamo con ansia per fargli conoscere Lampedusa — commenta il sindaco Salvatore Martello —, non solo il problema dei migranti ma anche le difficoltà di lampedusani e linosani».

Intanto, è stato assegnato un porto alle due navi di Ong spagnole che si trovano nel Mediterraneo con a bordo circa 150 migranti salvati in mare. Alla Open Arms è stato assegnato Taranto, mentre alla Aita Mari il Viminale ha indicato Pozzallo. Per entrambe «è stata avviata la procedura per la ricollocazione a livello europeo dei migranti», rende noto il ministero dell’Interno.

Il ministro Luciana Lamorgese sottolinea una novità: la richiesta di ricollocazione è stata presentata congiuntamente dai quattro Paesi che hanno firmato il pre-accordo de La Valletta: Italia, Germania, Francia e Malta. «Un segnale molto importante», secondo Lamorgese.

Sorgente: «L’ho presa in braccio, era gelida»: il miracolo della bimba salvata in mare a Lampedusa

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