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A dicembre 2018, Waymo, la principale società di autovetture senza conducente di proprietà di Alphabet del gruppo Google, ha lanciato il primo servizio di robotaxi commerciale al mondo. Per ora il servizio è disponibile solo per 400 famiglie test nella periferia di Phoenix e ciascuno dei minivan Chrysler convertiti ha ancora una persona al volante nel caso in cui qualcosa vada storto. Ma è l’inizio di una nuova era anche economica che è al centro del Consumer Electronics Show (CES) 2019 di Las Vegas dato che l’industria automobilistica continua a riversare miliardi di euro in auto a guida autonoma.

L’ultima dichiarazione in questo senso è di Jim Hackett, ceo di Ford Motor, secondo cui il mercato dei veicoli autonomi e dei servizi di mobilità ad esso collegati potrebbe raggiungere 10.000 miliardi di dollari, quasi la metà del prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti. La dichiarazione di Hackett trova riscontro nella ricerca di IHS Markit secondo cui il fatturato annuo del settore auto autonome potrebbe raggiungere  i 33 milioni di dollari entro il 2040, arrivando a pesare un quarto del mercato globale di veicoli. Ma la strada è ancora lunga e il tutor umano usato da Waymo suoi robotaxi è il segno che la fiducia nell’intelligenza artificiale al volante è ancora tutta da conquistare.

La sfida è prima di tutto tecnologica e la sperimentazione dei robot al volante è, secondo l’analisi di Deloitte, molto costosa e dai ritorni difficilmente prevedibili almeno nel breve periodo. Non c’è dubbio però che le aziende automobilistiche abbiano fretta di salire su questo carro. Cruise Automation di proprietà di General Motors, per esempio, prevede di debuttare nel settore delle auto a guida autonoma in una città degli Stati Uniti non ancora precisata entro il 2019; Ford ha come obiettivo portare su strada migliaia di auto robot in diverse città degli Stati Uniti entro il 2021; e anche Uber ha ricominciato a testare a dicembre 2018 i suoi veicoli senza guidatore, solo nove mesi dopo l’incidente che ha ucciso un pedone a Tampa, in Arizona.

La fretta delle aziende automobilistiche si scontra con la realtà dei numeri, secondo uno studio di Deloitte che ribadisce come le cose si muoveranno più lentamente del previsto. La ragione? La domanda non c’è. Più della metà dei 25.000 consumatori intervistati da Deloitte a livello mondiale ha dichiarato di non fidarsi dei veicoli a guida autonoma in termini di sicurezza e solo il 39% ripone fiducia nello sviluppo tecnologico che le case automobilistiche stanno portando avanti. Il punto è proprio questo: la mancanza di fiducia mina il business a breve termine per il robotaxi e fino a quando al fianco del robot ci sarà una persona come tutor, la mancanza di fiducia è destinata ad aumentare. Dall’altro lato, il profitto potenziale per i produttori di automobili e le aziende tecnologiche è troppo grande per rinunciare allo sviluppo di questo business.

IDEE DI INVESTIMENTO

Dal CES di Las Vegas è emerso chiaramente che il 2019 sarà l’anno del 5G, con almeno 30 dispositivi mobili, soprattutto smartphone, che dovrebbero essere lanciati sul mercato. E la rete 5G è un elemento tecnologico chiave per lo sviluppo dell’auto a guida autonoma come afferma una recente ricerca Qualcomm. In particolare, tutti gli operatori attivi negli Stati Uniti hanno annunciato l’avvio di progetti sul 5G; nel corso del 2019, da Samsung a Motorola fino a OnePlus, i produttori di smartphone sono pronti con nuovi modelli. Resta indietro Apple, i cui primi dispositivi 5G dovrebbero arrivare solo nel 2020.

La nuova mobilità è una parte importante del trend tecnologico che sta cambiando l’economia. Per un investimento di lungo periodo, la scelta che consente la migliore diversificazione di portafoglio su questo settore è un fondo azionario globale settoriale (Categoria Morningstar: Azionari settore tecnologia):

Sorgente: Chi vuole salire sul robotaxi. Come investire  – Online SIM

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