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Mentre in Italia Speranza deve rispondere dei messaggi scambiati con il presidente dell’Iss Brusaferro, l’omologo tedesco Karl Lauterbach ha rilasciato, alla trasmissione ZDF Heute Journal, alcune importanti dichiarazioni sulla vaccinazione anti-covid e soprattutto sugli effetti avversi.

Lauterbach ha affermato, ribadendolo poi con un tweet, che c’è bisogno di aiuti più rapidi per chi ha subito un danno post vaccino e che avvierà un programma con il suo ministero per indagare sulle conseguenze del Long Covid e dei danni da vaccinazione, mettendo in campo soldi ed esperti.

Va ricordato che Karl Lauterbach è stato tra i più accaniti fautori della vaccinazione obbligatoria in Germania per gli over 60 e insieme a Olaf Scholz fu tra i 296 che votarono a favore dell’introduzione della legge che invece non venne accolta dal parlamento tedesco.

Un risultato che indispettì parecchio il ministro. In un’intervista rilasciata a Der Spiegel, Lauterbach si definì anche «adamantino sostenitore” della vaccinazione obbligatoria su chi lavorava a contatto con i bambini e consigliandola anche ai minori stessi, sostenendo che per i giovani il pericolo era «la malattia, non il vaccino».

Affermazioni smentite dai dati, che dimostrano come la malattia Covid non sia letale in giovani sani e come sia molto più alto il rischio di incorrere nello sviluppo di miocarditi e pericarditi. Più volte Karl Lauterbach aveva inoltre affermato che i vaccini erano «privi di effetti avversi», salvo poi doversi smentire. Il ministro parla di effetti collaterali anche molto gravi per quanto rari, e di casi ancora più rari in cui le conseguenze si sono rivelate fatali.Ma chi deve risarcire i danneggiati? Sicuramente lo Stato, visto che le aziende produttrici godono di uno sgravio di responsabilità, per gentile concessione della Commissione europea. «Le Big pharma paghino le cure post effetti avversi», Lauterbach si augura che le aziende farmaceutiche partecipino alla copertura economica dei danni, visti «i profitti esorbitanti» ricavati dai vaccini.Anche i media tedeschi fanno autocritica. E c’è chi ha già iniziato a chiedere scusa ai propri lettori per quanto detto, sbagliando, durante la pandemia. In un editoriale, il caporedattore del settimanale tedesco Der Spiegel, Alexander Neubacher si è detto preoccupato «per la facilità con cui le libertà civili sono state sospese nella nostra presunta società liberale. Ora sappiamo che molte misure pandemiche erano prive di senso, eccessive, illegali. Non è stata una pagina gloriosa, nemmeno per noi media»Neubacher ha ammesso che, nei primi mesi dall’esplosione della pandemia, in molti avevano iniziato a guardare alla Cina come a un modello da imitare, con tante persone a sostenere «la strategia ZeroCovid chiedendo alla politica di agire con una chiusura radicale dell’economia e della vita pubblica. In effetti, molte libertà sono state poi gravemente limitate». Il Der Spiegel ha ricordato i tanti divieti introdotti recitando il mea culpa per non essersi schierato contro le restrizioni. Il tutto, proprio nei giorni in cui la Corte costituzionale del Brandeburgo ha sancito che la legge municipale di emergenza Covid «violava la Costituzione dello Stato in quanto minava la separazione dei poteri». Secondo il Der Spiegel, «nessuno di noi può chiamarsi fuori da quella vergogna, nemmeno i media che amavano vedersi come il quarto potere».

Sorgente: Mea culpa della Germania su vaccini e restrizioni

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