0 5 minuti 2 anni

Esiste un rapporto del “National Security Council” classificato. Il Dipartimento: “Non daremo dettagli ma c’è preoccupazione sull’attività della Russia”

di Paolo Mastrolilli

L’Italia c’è, nel dossier americano sulla corruzione russa nel mondo. E non poteva essere altrimenti, considerando i rapporti con Mosca costruiti negli ultimi decenni da diversi partiti rilevanti. Non è un segreto, del resto, che forze come Lega o M5S frenano apertamente sulle sanzioni alla Russia e le armi all’Ucraina.

Lo conferma a Repubblica una fonte molto autorevole, con diretta conoscenza dei fatti, che ne ha discusso con i vertici del dipartimento di Stato. È possibile che il nostro governo e i servizi di intelligence non siano ancora stati informati dei dettagli, perché dopo l’annuncio di martedì Washington ha deciso di procedere per passi, in base a necessità e circostanze. Ieri però il portavoce di Foggy Bottom, Ned Price, ha confermato che «condivideremo con i paesi alleati le informazioni classificate di intelligence raccolte sulle attività della Russia per influenzare i processi politici nelle democrazie». Quindi se ci sono nomi di politici o partiti che hanno ricevuto favori, e magari violato la legge, prima o poi Roma verrà informata delle loro azioni sospette o apertamente contestate dagli Stati Uniti.

Il rapporto è stato redatto dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, presumibilmente dagli alti funzionari che gestiscono la linea nei confronti della Russia e dell’Europa. È composto da una combinazione di informazioni di intelligence e “open source”, ossia già disponibili pubblicamente, come peraltro hanno già detto i servizi americani ai colleghi italiani. Però non può essere divulgato nella sua interezza, perché contiene diversi capitoli classificati.

La ragione per cui Washington ha deciso di procedere con la denuncia è simile a quella che ha portato alla progressiva declassificazione e pubblicazione delle manovre militari russe, alla vigilia e dopo l’invasione dell’Ucraina. In quella occasione si arrivò alla conclusione che la strategia migliore era rivelare al mondo le intenzioni di Putin, se non per fermarlo, quanto meno per costruire il vasto consenso globale che ora sta aiutando gli ucraini a respingere le sue truppe. Allo stesso modo, i servizi americani hanno raccolto negli anni una grande quantità di informazioni sulla corruzione condotta dal Cremlino, ma tenendole segrete non hanno raggiunto l’obiettivo di fermarle. Ora quindi le pubblicano, e soprattutto le condividono con i paesi alleati più colpiti, allo scopo di metterli in condizione di reagire e imbarazzare Mosca per le sue «attività finanziarie maligne».

Un portavoce del dipartimento di Stato ha spiegato così la logica a Repubblica: «Non entreremo in specifiche informazioni di intelligence, ma siamo stati chiari sulla nostra preoccupazione per l’attività della Russia per influenzare il processo democratico in vari paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti. La nostra preoccupazione per l’attività di Mosca in questo senso non riguarda un paese, ma è di natura globale, mentre continuiamo ad affrontare le sue sfide contro le società democratiche».

La fonte quindi ha chiarito così la strategia: «L’influenza politica segreta russa rappresenta una sfida importante per gli Usa e altre democrazie in tutto il mondo. Abbiamo lavorato per esporla mentre la scopriamo. Abbiamo, e continueremo a lavorare con i nostri alleati e partner in tutto il mondo, per denunciare gli sforzi di influenza maligna della Russia e aiutare altri paesi a difendersi da questa attività». Quanto alla pubblicazione di nomi e cognomi, «non abbiamo ulteriori informazioni da discutere sui paesi specifici, in merito a questo argomento». E «si tratta di una decisione deliberata», ha spiegato Price, perché ora era importante denunciare la minaccia di Mosca a livello globale, ma nel dettaglio dei singoli paesi coinvolti l’intelligence lavorerà con discrezione.

Al dipartimento di Stato però non è sfuggita l’attenzione ricevuta in Italia, proprio alla vigilia delle elezioni, e non è dispiaciuta affatto. Il punto non è l’avversione ideologica ad un partito o all’altro, ma far conoscere ai cittadini il pericolo di affidare il paese a leader ricattabili da Putin.

Sorgente: Ci sono dati sensibili sull’Italia: il report Usa sui soldi ai partiti secretato a Washington – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20