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Durante il summit sociale Ue

Bruxelles, 7 mag. (askanews) – “Deve cambiare tutto perché tutto resti come prima”. Durante il summit sociale dell’Ue, questo pomeriggio a Porto, in Portogallo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha citato “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ma invertendone il senso: laddove la frase di Tancredi rivolta allo zio Principe di Salina (“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”) significava che che per mantenere i privilegi di classe e le disuguaglianze sociali della Sicilia borbonica bisognava fare compromessi con il futuro nuovo Stato unitario, von der Leyen ha usato la citazione per sostenere che è necessario un grande cambiamento per preservare il modello europeo dell’economia sociale di mercato, dopo che la globalizzazione e lo shock pandemico hanno aumentato disuguaglianze sociali, danneggiato le economie e aumentato la povertà.

E per cambiare tutto, ha aggiunto la presidente della Commissione, bisogna ora lavorare per raggiungere gli obiettivi dell’agenda sociale europea, con il potente sostegno degli investimenti del Recovery Plan di “Next Generation EU”, il nuovo “Piano Marshall” che va ora realizzato al meglio.

“La pandemia, e l’incertezza che ne consegue, non è finita. E la ripresa è ancora in una fase iniziale. Ma grazie alla nostra economia sociale di mercato, possiamo dare certezza alle persone che ora ne hanno più bisogno”, ha affermato von der Leyen, rilevando che “la nostra economia sociale di mercato è soprattutto un’economia umana che ci protegge dai grandi rischi della vita, questo è il suo marchio di fabbrica. Contro il rischio di malattia, sfortuna, disoccupazione o povertà. Ma offre anche stabilità e ci aiuta ad assorbire meglio gli shock, ad esempio attraverso gli stabilizzatori automatici. E crea opportunità e prosperità promuovendo innovazione, crescita e concorrenza leale. Questa è l’economia sociale di mercato europea, unica al mondo, che offre opportunità e protezione per tutti”.

“E questa – ha continuato la presidente della Commissione – è la promessa europea che i nostri genitori hanno costruito per noi.

Noi vogliamo che questa promessa sia vera anche per i nostri figli, tuttavia, sappiamo che il nostro mondo si sta trasformando. Un’economia globale in cambiamento, la società che invecchia, l’impatto della tecnologia e dell’automazione, il riscaldamento globale del Pianeta; e oltre a tutto questo è arrivato un virus che ha ridotto il nostro Pil, si è portata via molte vite e ha distrutto mezzi di sussistenza”. Oggi “le nuove generazioni che stanno entrando nel mercato del lavoro sono preoccupate: vedono la qualità della vita dei loro genitori non come un punto di partenza, ma come qualcosa che potrebbero non raggiungere mai”.

“Il mondo sta cambiando – ha osservato von der Leyen – e dovremo cambiare anche noi. Per dirla con il grande Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel Gattopardo: ‘Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima’. Dobbiamo agire sul cambiamento climatico.

Vogliamo che l’Europa sia all’avanguardia nell’era digitale. Ma vogliamo anche torni a vivere la promessa sociale dell’Europa”.

Il summit sociale di Porto è stato organizzato proprio “per discutere come possiamo farlo. Prima di tutto – ha detto la presidente della Commissione -, abbiamo bisogno di obiettivi chiari per guidarci. Questo è il motivo per cui abbiamo proposto, nel piano d’azione della Commissione, tre obiettivi misurabili, ambiziosi e raggiungibili. Quali sono gli obiettivi? Entro la fine di questo decennio – ha indicato -, vogliamo che almeno il 78% degli europei adulti abbia un lavoro. È fattibile, se si guarda solo alla grande percentuale di donne che oggi sono disoccupate. Vogliamo che almeno il 60% degli europei adulti riceva una formazione ogni anno, perché la qualificazione, la formazione e il miglioramento delle competenze sono una delle necessità più urgenti per l’intera forza lavoro per affrontare la transizione verde e la trasformazione digitale. E dobbiamo risollevare almeno 15 milioni di europei dalla soglia della povertà, e soprattutto almeno 5 milioni di bambini”.

“Abbiamo questi obiettivi perché viene realizzato solo ciò che è misurabile. Gli obiettivi ci danno un senso di direzione. Ma dobbiamo iniziare adesso”, ha avvertito von der Leyen.

“Tutto questo – ha sottolineato – sarà sostenuto dal più grande piano di investimenti pubblici nella storia della nostra Unione.

È il più grande piano di investimenti dai tempi del Piano Marshall. Lo chiamiamo ‘Next Generation EU’, e c’è un motivo per questo: il nostro piano di ripresa creerà posti di lavoro di buona qualità, in tutta la nostra Unione, investirà nelle competenze, per condurre la transizione verde e digitale. E tutto questo sarà sostenuto da riforme per rilanciare la nostra economia. So che i capi di Stato o di governo che sono qui oggi stanno lavorando ai loro piani nazionali di ripresa su questi obiettivi”.

Questa, ha sottolineato ancora von der Leyen, “è l’occasione del secolo. E – ha concluso – invito tutti gli Stati membri che non l’hanno ancora fatto a ratificare entro la fine del mese la decisione Ue sulle ‘risorse proprie’, perché è una condizione preliminare per andare sul mercato dei capitali e raccogliere i fondi necessari per avviare ‘Next Generation EU’”.

Sorgente: Perché von der Leyen ha citato “Il gattopardo” (e le altre cose che ha detto)

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