0 4 minuti 3 anni

di Andrea Scanzi

Sono passati più di dieci giorni dall’inizio della crisi politica più stupida degli ultimi 180mila anni. In tanti non hanno ancora capito perché Matteo Renzi stia facendo tutto questo casino. Possiamo finalmente rispondere a tale amletico dubbio.
1. Tutto quello che fa Renzi è al tempo stesso banale e insondabile. Banale, perché nessuno è più prevedibile di lui. Insondabile, perché nulla segue una logica nel favoloso mondo di Renzie.
2. Renzi sta facendo tutto questo perché è cronicamente inaffidabile. Lo ha dimostrato miliardi di volte, nelle promesse purtroppo mai mantenute (tipo smettere dopo la scoppola del 4 dicembre 2016) e nella parola data e spesso non mantenuta (“Enrico stai sereno”). Fidarsi politicamente di Renzi significa darsi dei bischeri da soli.
3. Renzi ha aperto la crisi perché, se Pd e M5S (più Bersani, Sardine e chi vorrà starci) decidono di allearsi sul serio e non solo in ottica anti-fascista, il suo progetto (di per sé caricaturale e marginale) scompare del tutto.
4. Renzi è un Jep Gambardella dei poveri. Lui non vuole solo partecipare ai governi: lui vuole avere il potere di farli fallire. Politicamente, in mancanza di talento ed elettori, si eccita così.
4 bis. Renzi sta facendo tutto questo perché è sempre stato sopravvalutatissimo. Definirlo “talento puro”, come ancora fanno persone intelligenti come Carofiglio e Severgnini, è come dire che Dertycia era Dio e Pelè una chiavica.
5. Renzi ha aperto la crisi perché adora essere al centro dell’attenzione. Non gli importa se sia un’attenzione positiva (mai, a parte i tweet di Gaia Tortora) o negativa (sempre). Lui gode nel vedere il suo nome su Repubblica, gode nel sentire il suo cognome al Tg1, gode perfino quando questo giornale lo zimbella. L’importante è che se ne parli. Pur di finire anche solo nei trending topics di Twitter, invaderebbe Calenzano. Ascoltando Pupo.
6. Renzi ha aperto la crisi perché odia tutti quelli più amati e popolari di lui. (Dunque odia tutto il mondo o giù di lì).
6 bis. Renzi detesta in maniera particolare Conte, i 5 Stelle e tutta quella sinistra che pare voler dialogare con il M5S. Mes o Recovery Plan non c’entrano nulla: se anche Renzi fosse accontentato in ogni sua richiesta, lui rilancerebbe in eterno. Il ponte sullo Stretto. L’aeroporto a Rignano. Lo scudetto alla Fiorentina. Miss Mondo alla Boschi. E via così.
7. Renzi ha aperto la crisi perché, per i servizi segreti, ha sempre avuto un debole. Sin da quando li voleva concedere al notoriamente super partes Carrai.
8. Renzi ha aperto la crisi perché tutti quei soldi del Recovery Fund, che tra parentesi arriveranno in Italia grazie ai (da lui) odiati Conte e Gualtieri, vorrebbe gestirli da una posizione (come dire) politicamente privilegiata.
9. Renzi ha aperto la crisi perché a lui le poltrone non interessano, ma solo se a sederci sopra sono le Bonetti e le Bellanova. Se invece possono diventare sue o della Boschi, allora gli interessano eccome. E questo resta uno dei suoi obiettivi, nella malaugurata ipotesi che Pd (Marcucci) e M5S lo riaccolgano.
10. Renzi ha aperto la crisi perché, nonostante quel suo inglese comicamente straziante e quella sua reputazione notoriamente splendida (ancor più dopo questa crisi), crede davvero di poter avere incarichi diplomatici di peso. Magari alla Nato (ahahahah).
Supplica finale: a prescindere che il futuro sia un Conte ter o un voto anticipato, uno così lasciatelo al centrodestra. Agli Anzaldi. Alle Meli. Insomma: all’evanescenza. Non merita politicamente altro.
(Oggi sul Fatto Quotidiano)

Sorgente: Cosa ha spinto Renzi ad aprire la crisi? 10 motivi e una supplica – Il Fatto Quotidiano

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20