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Turismo, Grecia chiusa agli italiani. Le regole alle frontiere con  Francia, Croazia, Spagna, Slovenia, Austria

di Francesca Basso

foto: Rovigno (Croazia)

Dal 3 giugno l’Italia apre le proprie frontiere a chi proviene dai Paesi dell’area Schengen. Niente quarantena e niente autocertificazioni. Riprendono liberamente anche gli spostamenti tra le diverse regioni sarà di nuovo possibile navigare lungo la costa italiana. Le frontiere sono competenza esclusiva degli Stati e in questa fase la Commissione europea può solo limitarsi a raccomandazioni, come quelle contenute nel pacchetto Turismo del 13 maggio scorso in cui si invitano gli Stati a un’uscita totale dal lockdown coordinata e insieme sicura per evitare il rischio di una seconda ondata di contagi. Alcuni Stati stanno però facendo fughe in avanti. La Grecia ha già fatto sapere che dal 15 giugno riaprirà agli stranieri di 29 Paesi (compresi i neozelandesi) ma non agli italiani. E le altre mete turistiche?

La data chiave: il 15 giugno

Il 15 giugno è una data spartiacque. Fino a quel giorno saranno chiusi i confini europei a chi proviene dai Paesi extra Ue. Perciò dovrà essere presa una decisione anche su quel fronte. Quanto ai confini interni, le capitali stanno lavorando perché la maggior parte dei Paesi riapra per quella data consentendo così la ripresa della libera circolazione delle persone e quindi del turismo, settore tra i più colpiti dal lockdown. Il 5 giugno c’è un Consiglio Affari interni nel quale i ministri Ue avranno un’ulteriore occasione per confrontarsi tra loro e con la Commissione. L’obiettivo di Bruxelles è evitare criteri soggettivi che possano discriminare tra loro i cittadini europei. Per questo ha indicato tre criteri da tenere in considerazione: epidemiologico (l’Agenzia europea che monitora l’andamento epidemiologico Ecdc aggiornerà una lista di aree a bassa circolazione del virus); capacità di contenimento e capacità di tracciamento attraverso le app.

La Grecia apre ai turisti, ma non provenienti dall’Italia

Porte aperte in Grecia per i turisti che provengono da 29 Paesi: Albania, Australia, Austria, Nord Macedonia, Bulgaria, Germania, Danimarca, Svizzera, Estonia, Giappone, Israele, Cina, Croazia, Cipro, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Finlandia. Italia, Francia e Spagna sono rimasti fuori dalla lista, che è compilata — spiega il quotidiano Khatimerini — dopo aver esaminato i dati epidemiologici di ogni Paese, ed aver considerato gli annunci della European Union Aviation Safety Agency (Easa) e le raccomandazioni del Comitato nazionale sulle malattie infettive. Il divieto di ingresso non si applica alla nazionalità dei turisti, ma al Paese di origine del volo che atterra sul suolo greco, ha precisato il governo. Atene ha fatto sapere che aggiornerà l’elenco il primo luglio.

Le frontiere con Croazia e Slovenia

Gli italiani possono andare in vacanza in Croazia ma a condizione che esibiscano la prenotazione alberghiera. Giovedì scorso Zagabria ha elencato i dieci Stati a cui apre le porte: Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Inizialmente l’Italia era esclusa, poi il cambio di posizione e la decisione di consentire l’ingresso nel Paese agli italiani per motivi di lavoro e per ragioni economiche, tra le quali ci sono quelle turistiche. Bisogna però avere la prenotazione. In più c’è il problema che al momento non si può attraversare la Slovenia, che dopo aver aperto a tutti i cittadini della Ue il 14 maggio scorso, primo Paese a essere uscito dall’emergenza, è poi tornata sui suoi passi consentendo l’ingresso solo ai croati.

Le frontiere con Austria e Svizzera

Continua la preoccupazione dell’Austria nei nostri confronti. Vienna il 15 giugno aprirà definitivamente i confini con Germania, Liechtenstein e Svizzera, e sta cercando anche accordi con altri Stati per consentire agli austriaci il rientro senza i 14 giorni di quarantena. Le diplomazie sono al lavoro, ha spiegato il cancelliere Sebastian Kurz, che scioglierà la riserva su di noi il 3 giugno: «La situazione in Italia è quella più difficile — ha detto —. Cerchiamo comunque a breve una soluzione. I dettagli non saranno presentati prima di mercoledì». Intanto si può andare in Austria per i motivi di lavoro (con quarantena) ed è consentito il traffico merci. Resta chiusa anche la Svizzera, fatta eccezione per i lavoratori transfrontalieri. Dal 15 giugno tedeschi, austriaci e francesi potranno entrare liberamente mentre per i cittadini degli altri Paesi Schengen e per gli italiani è tutto rimandato al 6 luglio.

Le frontiere di Spagna, Francia e Gran Bretagna

Anche per le vacanze in Spagna gli italiani dovranno aspettare: frontiere aeree e marittime chiuse fino al 6 giugno, fatta eccezione per i lavoratori transfrontalieri, residenti, diplomatici, tutti con obbligo di quarantena di 14 giorni. La Francia, invece, non ha mai chiuso i confini nei confronti dell’Italia: vi si può andare liberamente a patto di avere un’autocertificazione e dichiarazione di assenza di sintomi da Covid-19. Neppure la Gran Bretagna prevede restrizioni per gli italiani anche se a partire dall’8 giugno sarà obbligatoria una quarantena di due settimane per chi proviene dall’estero.

Sorgente: corriere.it