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Dura rappresaglia turca contro Damasco, Erdogan manda i profughi in Europa, sente Putin e prepara un incontro. “Solidarietà” dalla Nato, Onu: “Cessate il fuoco”. La polizia greca lancia lacrimogeni contro gli sfollati che arrivano al confine

IDLIB – Dopo i raid che hanno ucciso 33 militari turchi in Siria, le forze di Ankara.colpiscono 329 soldati di Damasco e 200 obiettivi nell’area di Idlib. “Solidarietà” dalla Nato. Erdogan sente Putin e prepara un incontro, intanto apre i confini. L’Ue al ‘sultano’: “Rispetti gli impegni sui migranti”. La Grecia blinda la frontiera. E l’Onu: “Rischi di rapida escalation, cessate immediatamente il fuoco”.

Le mosse di Ankara

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha convocato un consiglio di sicurezza straordinario per decidere la controffensiva. E in questa riunione, con i vertici militari del Paese, è stato deciso anche di aprire i confini dell’Ue ai migranti e non trattenerli più nel Paese.

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Al momento la decisione non viene confermata da fonti ufficiali turche. Ma il portavoce del partito del presidente, l’Akp, ha dichiarato che la Turchia “non è più in grado di trattenere” i migranti che vorrebbero andare in Europa, sottolineando tuttavia che la politica migratoria di Ankara “non è cambiata”.

L’esodo degli sfollati

Poche ore dopo offensiva e controffensiva, centinaia di migranti in Turchia si sono diretti verso i confini dei vicini Paesi europei approfittando del lasciapassare turco. Le immagini delle tv locali mostrano gruppi di decine di migranti, carichi di borse, camminare lungo una strada al confine con la Grecia. L’agenzia di stampa Dha ha riferito che circa 300 migranti siriani, iracheni e iraniani sono arrivati nella provincia di Edirne, al confine con la Grecia.

Onu, 560mila sfollati sono bambini: “Cessate il fuoco”

Sono 950mila i civili siriani sfollati nella regione nord-occidentale di Idlib riferisce l’Ufficio Onu per il coordinamento umanitario (Ocha), nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione nella martoriata regione stretta tra l’offensiva russo-governativa e il confine turco. Ocha precisa che gli sfollati dal 1 dicembre a oggi sono 948mila. E che di questi 569mila sono minori, 195mila sono donne. Donne e bambini compongono l’81% dell’intera comunità di sfollati siriani a Idlib. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ha sottolineato: “In questi giorni ho avvertito ripetutamente del rischio di una grave escalation delle ostilità nel nord-ovest della Siria. Temo che con gli eventi delle ultime 24 ore abbiamo raggiunto quel punto. E’ uno dei momenti più allarmanti del conflitto, senza un’azione urgente il rischio di un’escalation ancora maggiore aumenta di ora in ora. L’esigenza più urgente è un cessate il fuoco immediato prima che la situazione sia completamente fuori controllo”.

Grecia: lacrimogeni su migranti al confine turco

La polizia greca ha lanciato gas lacrimogeni per respingere i migranti in arrivo dalla Turchia, in seguito alla riapertura del confine con l’Ue. I lacrimogeni sono stati lanciati contro un gruppo di alcune centinaia di migranti, tra cui donne e minori, che stavano attraversando a piedi il confine di Edirne-Pazarkule, prima di essere respinti da lacrimogeni e cariche della polizia. A riportare la notizia l’inviata sul posto della Cnn turca. La Grecia ha potenziato le pattuglie di frontiera.

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A Idlib nel Nord-Ovest della Siria al confine con la Turchia, da settimane si fronteggiano le forze turche con l’esercito di Damasco, sostenuto dalla Russia. Gli sfollati  sono già centinaia di migliaia. Sul campo, il portavoce della presidenza turca, Fahrettin Altun, ha comunicato che “tutte le posizioni note del regime siriano sono state prese di mira dalle unità di terra e aeree” turche “per vendicare i soldati turchi uccisi”.

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Incontro Putin-Erdogan, Mosca invia navi da guerra

La Russia tenta di riprendere il dialogo e spiega che “i soldati turchi uccisi da Damasco si trovavano i mezzo a terroristi siriani” e che si è subito mossa per stabilire il cessate il fuoco da parte degli alleati siriani. E il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, fa sapere che i presidenti di Russia e Turchia, Putin ed Erdogan, potrebbero incontrarsi a Mosca il 5 o il 6 marzo. La Russia, intanto, invia due navi da guerra nel Mediterraneo: sono partite dalla loro base di Sebastopoli le due fregate, Admiral Grigorovich e Admiral Makarov, ha reso noto un portavoce della Flotta del Mar Nero citato dalle agenzie di stampa russe. Le due navi hanno in dotazione i nuovi missili da crociera Kalibr che la Russia ha usato per la prima volta nel conflitto siriano.

Turchia, “no-fly zone o sarà genocidio a Idlib”

“La comunità internazionale deve agire per proteggere i civili e imporre una no-fly zone” sulla regione di Idlib nel nord-ovest della Siria. Lo scrive su Twitter il capo della comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun. Una ripetizione dei genocidi del passato come in Ruanda e Bosnia non può essere permessa a Idlib”, ha aggiunto.

Fahrettin Altun

@fahrettinaltun

The regime has taken advantage of the international silence in the face of its crimes for years. Abandoning Idlib to its fate will mean that the regime’s dreams will come true. They have been pursuing demographic and ethnic cleansing in this region. We cannot look the other way!

Fahrettin Altun

@fahrettinaltun

Millions of civilians are being bombarded by air for months now. Infrastructure, including schools and hospitals, is being targeted by the regime systematically. A genocide is happening slowly before our eyes. Those with conscious and dignity must speak up!

“Milioni di civili vengono bombardati da mesi dal cielo. Le infrastrutture, comprese scuole e ospedali, vengono prese di mira sistematicamente dal regime. Un genocidio sta avvenendo lentamente sotto i nostri occhi. Chi ha una coscienza e una dignità deve alzare la voce”, ha proseguito il portavoce, secondo cui “il regime ha tratto vantaggio per anni dal silenzio internazionale di fronte ai suoi crimini.

Ong, 16 soldati governo uccisi da raid turchi

Sedici militari governativi siriani sarebbero stati uccisi nelle ultime ore da raid di artiglieria turchi nella regione nord-occidentale di Idlib. Lo riferiscono fonti sul terreno a conferma di quanto riportato dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Le fonti affermano che l’attacco turco è avvenuto stamani lungo la strada che collega Maarrat an Numaan a Saraqeb, a est di Idlib.

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L’appello Nato

Fuori dalla regione si muove anche la Nato che oggi si riunisce d’urgenza per affrontare la crisi, su richiesta turca. Il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, aveva sollecitato una de-escalation in Siria durante un colloquio con il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. “Sosteniamo il nostro alleato della Nato, la Turchia, e continuiamo a chiedere una sospensione immediata di questa odiosa offensiva da parte del regime di Assad, della Russia e delle forze sostenute dall’Iran”, ha invece dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato americano.

Sorgente: Siria, escalation a Idlib: Ankara “spinge” i profughi verso i confini dell’Ue – la Repubblica

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