MINERBE (Verona) Una scatoletta di tonno e un pacchetto di cracker a mensa, a differenza dei suoi compagni, perché i genitori, di origine straniera, non sono in regola con il pagamento dei buoni pasto. L’episodio, accaduto pochi giorni fa a una bambina delle scuole elementari di Minerbe – raccontato alla stampa – è stato denunciato dalla segreteria provinciale del Partito democratico, che parla di «scelta discriminatoria» da parte dell’amministrazione comunale a guida leghista. La scelta sarebbe stata concordata tra i gestori della mensa e il Comune, di cui è sindaco il leghista Andrea Girardi, dopo inutili solleciti al pagamento verso la famiglia. Una decisione che avrebbe anche turbato la piccola, che ha pianto quando si è vista servire un pasto diverso, e ridotto, dai compagni.
Altre segnalazioni
Altri casi del genere si sarebbero verificati anche alla fine del 2018, e in qualche caso le insegnanti avrebbero rinunciato al proprio pasto per darlo ai bambini indigenti. Per Massimo Momi, vicesindaco con delega alle politiche familiari, si sarebbe trattato di un caso limite, motivato dalla «correttezza» verso le famiglie che pagano regolarmente la mensa. Ma il Pd accusa l’amministrazione sottolineando che ha «non solo la possibilità ma anche il dovere» di andare incontro a situazioni di difficoltà economiche «e in ogni caso non possono rivalersi sul minore, ossia sull’anello debole di tutta questa catena».
La replica del sindaco: «Sollecitati più volte»
La replica del sindaco Andrea Girardi non si fa attendere: «Il nostro Comune ha sempre aiutato tutti, non volevamo certamente arrivare ad una situazione del genere. Allo stato attuale contribuiamo attivamente, per quanto riguarda il costo della mensa, a coprire la spesa per circa trenta famiglie». E qui si va sul caso specifico: « La famiglia in questione è stata più volte sollecitata, i nostri uffici hanno chiesto loro se intendevano presentare una domanda per avere una riduzione o l’esenzione, a seconda di quella che è la loro situazione patrimoniale – prosegue il primo cittadino di Minerbe -. A tante richieste, non è arrivata nessuna risposta e abbiamo dovuto prendere provvedimenti per tutelare chi è in regola. Non intendiamo ovviamente discriminare nessuno e i bambini non sono stati lasciati senza pasto, ma siamo arrivati a decine di persone che non pagavano e dovevamo far qualcosa. Non è la prima volta che succede, solo che questa volta il caso è stato montato”.
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