0 3 minuti 5 anni

 

Siamo a Caracas, febbraio 2019, i grandi media mondiali parlano di emergenza umanitaria in Venezuela.
Abbiamo pensato di accompagnare Diego, un argentino venuto 2 mesi in Venezuela che quotidianamente filma la realtà e la pubblica.
Oggi è la volta di una panadería. Le panaderías sono una via di mezzo tra un bar-pasticceria e un piccolo alimentari, si mangia sia dolce che salato e si può fare anche la spesa.
Dalle immagini chiunque può osservare come il luogo non abbia nulla da invidiare ad un analogo esercizio commerciale di qualsiasi altro paese del mondo, sia come igiene che come esposizione cibi e varietà.

Con questo intendiamo dire che va tutto bene? Ovviamente no.
Ma il problema alimentare in Venezuela NON è la mancanza di cibo, qui nessuno muore di fame, e lo dimostra il fatto che NESSUN reportage o servizio giornalistico viene fatto da dentro un supermercato o da dentro un ristorante, i media sono ben consapevoli che il cibo c’è.
Il problema sono i prezzi gestiti in maniera criminale dai privati e dalle mafie.

Il proprietario della panadería in questione, come di tutte le altre, ha origini europee, la stragrande maggioranza sono portoghesi.
I prezzi vengono fissati seguendo il cambio in nero, quello illegale, quello della pagina altrettanto criminale Dolar Today che incredibilmente NESSUN media e NESSUN oppositore nomina, come se non esistesse.

Peccato però che il 100% dei venezuelani, quando la mattina si sveglia, e spesso anche durante il giorno, la prima cosa che fa è vedere la quotazione del cambio nero gestito dalla Colombia (leggi Stati Uniti). 5 minuti dopo tutti i distributori, i commercianti ed i liberi professionisti aumentano i prezzi in base a quel cambio.
E come “pappagalli” i media scrivono che l’inflazione è aumentata, ma non spiegano che NON sono aumentate le bollette o la benzina, ma è aumentato il cambio in nero deciso da 3-4-5 persone rifugiatesi all’estero e ben protette.

In conclusione il Venezuela non ha bisogno di qualche container di cibo scadente elargito come una elemosina davanti a decine di telecamere dei media oligarchici filoimperialisti, mentre a fari spenti entrerebbero altrettanti container di armi e droga.
Il Venezuela ha bisogno che si tolga il criminale blocco economico-commerciale e finanziario che genera speculazione, contrabbando ed accaparramento di beni di prima necessità.

Caracas 16-02-2019

Sorgente: Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20