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Durante la sua recente visita a Pechino, il presidente francese Emmanuel Macron, la cui popolarità in patria è in caduta libera, ha apparentemente preso le distanze dall’agenda euro-atlantica a cui finora Parigi si è pedissequamente attenuta.

Infatti, pur non avendo ottenuto alcun risultato per quanto riguarda un allontanamento di Pechino da Mosca, la delegazione francese non solo ha sottoscritto alcuni contratti commerciali con la controparte cinese, ma sembra anche essersi avvicinata -almeno a parole- alla prospettiva sino-russa di mondo multipolare, ovvero un mondo dove non è più Washington a farla da padrone.

Ed è proprio da Washington che Parigi vorrebbe prendere le distanze. Intervistato, fra gli altri, da Politico e dal Corriere della Sera di ritorno da Pechino, Macron ha infatti sostenuto la necessità per l’Europa di investire nella propria “autonomia strategica” puntando a diventare una “terza superpotenza”, la cui guida sarebbe presumibilmente assunta da Parigi.

Il che implicherebbe un allontanamento dal dollaro e, in generale, dagli Stati Uniti e dalla loro agenda guerrafondaia nell’Asia-Pacifico che vede Taiwan come il prossimo teatro di scontro con la Cina. Se l’Europa non agisce in fretta in questo senso, secondo Macron, il suo destino è quello di diventare un vassallo degli Stati Uniti.

Peccato, tuttavia, che lo status di vassallo tanto temuto da Parigi, sia ormai ben consolidato per il Vecchio Continente. E lo dimostra il fatto che le parole di amicizia di Macron all’indirizzo di Pechino, rimbalzate su tutti i media, sono state prontamente criticate dai padroni d’oltreoceano, ricordando così al presidente francese che, come con la Russia, non è possibile per l’Europa restare fuori dal confronto -ormai sempre più caldo- con la Cina. In particolare, a commentare in modo sottilmente minaccioso le parole di Macron in un video pubblicato su Twitter è il senatore repubblicano Marco Rubio, secondo cui è opportuno capire quanto prima se il capo di Stato francese stesse parlando a nome di tutta l’Europa o meno, perché se così fosse Washington dovrebbe rivedere le proprie alleanze, concentrarsi su Taiwan e lasciare l’Europa da sola a gestire l’Ucraina. Dopo aver distrutto le relazioni con la Russia, Washington infatti sa di aver portato il Vecchio Continente ad un passo dal baratro, con i paesi europei dipendenti ora più che mai dagli USA sia per la propria difesa che per l’energia. Mollare la presa per l’Europa, in questo momento, significherebbe con ogni probabilità cadere nel vuoto poiché non ci sarebbero altre mani tese da est.Dalla Russia, dopotutto, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha sottolineato come “difficilmente la Francia può rivendicare il ruolo di mediatore nel conflitto in Ucraina”, essendo apertamente schierata al fianco di Kiev. Pechino, dal canto suo, punta sugli affari e sa di poter contare in questo sulla comunità imprenditoriale francese, meno intrisa di ideologia e più pragmatica. Ma nulla più. Il viaggio in Cina di Macron e della Von der Leyen ha dimostrato che l’Europa non è considerata un partner a livello diplomatico da quella parte del mondo destinata a dominare il prossimo futuro.Nel frattempo, dall’Eliseo cercano di correggere le parole di Macron, assicurando che Parigi non intende promuovere l’equidistanza dell’Europa da Stati Uniti e Cina e ribadendo, neanche a dirlo, l’alleanza con Washington nel nome di “valori comuni”.

Sorgente: Parigi nella morsa di Washington: l’amicizia con Pechino non s’ha da fare – Casa del Sole TV

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