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Il Congresso destituisce il presidente che tenta la mossa disperata ma viene abbandonato da tutti i ministri. L’altolà degli Stati Uniti e delle forze armate

Finale da operetta per la presidenza di Pedro Castillo in Perù. Mercoledì pomeriggio, alla vigilia del voto in Parlamento che lo ha poi destituito «per incapacità morale», l’ex maestro-contadino eletto a sorpresa nel 2021 ha tentato una mossa disperata: l’auto-golpe. Castillo ha annunciato la dissoluzione del Congresso e lo stato di emergenza notturno. Nessuno però lo ha seguito in quest’avventura senza rete. Quasi tutti i ministri, compreso la vice-presidente, hanno dato le dimissioni immediate, denunciando il colpo di Stato mentre i deputati continuavano a votare per liberarsi da un leader senza più seguaci.

Lo psico-dramma si è concluso in poche ore con l’arresto di Castillo e famiglia che tentavano la fuga verso un’ambasciata “amica” — probabilmente quella messicana — su un’auto carica di valigie. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stata una folla di cittadini infuriati a circondare e bloccare la vettura per impedirgli la fuga. Alla fine, l’ormai ex presidente è stato arrestato sull’avenida Espana ed è stato trasferito in una caserma della polizia. La vicepresidente della Repubblica Dina Boluarte ha subito assunto i poteri di Castillo.

Il primo ad abbandonare Castillo è stato il ministro degli Esteri, il moderato Cesar Landa: «In stretta aderenza alle mie convinzioni e ai valori democratici e costituzionali, ho deciso di dimettermi irrevocabilmente dalla carica di ministro vista la decisione del presidente Castillo di sciogliere il Congresso della Repubblica, violando la Costituzione» ha dichiarato il responsabile degli affari esteri Cesar Landa. «Questo è un colpo di stato in cui Castillo ha deciso di rompere il quadro costituzionale. In questo momento la posta in gioco è la democrazia», ha denunciato Ruth Luque, deputata di Cambio Democratico. Durissimo l’altolà dell’ambasciata statunitense a Lima così come dei vertici delle forze armate, che hanno denunciato l’atto anti-costituzionale.

Il presidente della Corte Costituzionale ha subito chiesto alla vicepresidente della repubblica Dina Boluarte di assumere i poteri di Castillo. Il presidente del Parlamento William Zapata a sua volta, ha invitato chiunque «non obbedire a un governo usurpatore» e ha aperto la seduta che dovrà decretare la messa in stato di accusa e la destituzione del capo dello Stato. Sotto osservazione è in queste ore il comportamento delle forze armate, cui è delegato il compito di far rispettare il coprifuoco. Ma proprio il comandante generale Walter Cordoba Aleman aveva rassegnatole le dimissioni. Tutte prese di posizione che rischiano di relegare Castillo nell’isolamento. L’ambasciata degli Usa a Lima ha immediatamente preso le distanze dalla mossa dal tentativo di golpe.

 

Il Perù sta vivendo un periodo di grave instabilità politica ed economica. Eletto in una coalizione di sinistra circa un anno e mezzo fa, Castillo dal giorno del suo insediamento ha dato vita a ben cinque governi. La magistratura lo accusa di far parte di una organizzazione che sta pilotando appalti governativi e per tre volte ha affrontato la messa in stato di accusa e il tentativo di rimozione da parte delle Camere.

Nelle scorse settimane si sono tenute manifestazioni di protesta nelle principali città del Paese: prima il Covid e poi la guerra in Ucraina hanno riacceso l’inflazione e la crisi economica si è unita all’endemica corruzione rendendo precarie le condizioni di vita per larghe fasce dei 34 milioni di abitanti. L’inflazione nel giro di un anno è balzata dal 2 all’8%. Castillo aveva vinto le elezioni di stretto margine su Keiko Fujimori, figlia di Alberto Fujimori, già presidente del Perù, ma arrestato e a lungo incarcerato per corruzione.

Sorgente: Perù, Castillo prova a sciogliere il Parlamento e tenta l’auto-golpe ma viene destituito e arrestato

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