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Scholz e i suoi colleghi non sono preoccupati per la vittoria di Putin. Sono preoccupati per l’impensabile. Se Putin perde.

La questione del ruolo della Germania in un’Europa militarizzata non passerà. Continua a spuntare o tornare come una brutta eruzione cutanea assistita dal gruppo di commentatori geopolitici che possono vedere ciò che molte persone comuni non possono: la Germania che torna alle sue radici una volta di superpotenza militare.

Una tale idea che la Germania abbia un esercito potente è stata contrastata per decenni, data l’enorme ondata di opinioni nel paese contro il ripetersi dei guai della storia che tormentano le generazioni più anziane fino ad oggi, che sono turbate non tanto dall’orrore del Terzo Reich ma soprattutto dalle sconfitte sul campo di battaglia che hanno lasciato ancora oggi cicatrici che non solo sono visibili, ma hanno bisogno di essere graffiate ogni tanto.

Olaf Scholz appartiene sia a una generazione che a un’élite politica che non può dimenticare l’umiliante sconfitta sia alla periferia di Mosca come poi a Stalingrado. Il ruolo della Germania nel supportare l’Ucraina sul campo di battaglia con l’equipaggiamento porta quelle sconfitte precedenti proprio in primo piano nella mente di Scholz come se fosse ieri.

E quindi armare l’Ucraina è quasi un dovere pubblico nei confronti di Putin, che è visto più come un leader sovietico legato alla storia piuttosto che come un premier moderno che costruisce uno stato moderno. Ma andare oltre e riuscire a riarmare la Germania sembra un gigantesco atto suicida sia per lui come cancelliere – e capo di un governo di coalizione confuso dalla politica internazionale – sia per la generazione politica che rappresenta.

È stata la guerra in Ucraina che ha permesso di mettere in pausa la consueta resistenza all’idea del “riarmamento” per permettere a un parlamento di cani da guerra di scagliarsi contro il loro leader con il suo piano da 100 miliardi di euro per potenziare l’esercito. Il settore militare tedesco non è solo afflitto da problemi di corruzione, ma è anche un’area insolitamente sovrappeso e ingombrante da gestire e potrebbe volerci del tempo prima che questo piano possa concretizzarsi. Inoltre, alcuni sosterranno che 100 miliardi di euro non sono molti soldi quando si tratta di modernizzare quella che comunque è sempre stata una parte fatiscente della spesa pubblica. Non sono i soldi che contano, ma le idee che ne derivano.

Sorgente: controinformazione.info | La mossa della Germania per diventare una potenza militare sarà una pillola suicida sia per Berlino che per l’UE

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