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I casi di quattro bimbi dei quali si sono perse le tracce nel corso del conflitto. Sono 900 quelli scomparsi secondo le Ong

Ci sono 900 bambini e ragazzi ucraini spariti. Lo hanno denunciato le loro madri, i loro padri. Sono svaniti in un bosco, sotto le bombe, durante il viaggio per la salvezza. E anche alla frontiera. Le Ong Magnolia e Telefono azzurro stanno facendo emergere la nuova tragedia del conflitto. Ecco le loro storie.

Sasha, il bimbo caduto nel fiume

Si è girata la barca e Sasha è caduto nel fiume. Era l’unico con il giubbotto di salvataggio e ora la madre Anna prega che sia da qualche parte nella foresta. Sul fondo non hanno trovato il suo corpo. Giovedì 10 marzo Sasha, bimbo di 4 anni con i capelli biondi portati lunghi e a caschetto, è fuggito con la nonna dalla casa di Vyshhorod, a nord di Kiev, una delle aree più pericolose del Paese. Con i vicini, e i suoi cani, Sasha ha provato a lasciare l’area, una riserva protetta all’interno del grande Dnepr. I russi non li facevano passare a ovest e i fuggitivi sono andati verso il ponte, abbattuto dagli stessi ucraini nei giorni precedenti. Il gruppo ha preso un’imbarcazione, ha offerto il salvagente al più piccolo, ma il viaggio è durato poco. Il corpo della nonna è stato ritrovato, e seppellito. La mamma non sa dov’è Sasha.

 

 

Inghiottiti dal blackout

“Dal due marzo non sento la mia famiglia, non trovo neppure gli amici, che vivono vicino a mia moglie e ai miei figli. Sono in Polonia da più di un anno e non so che cosa è successo a casa”. Pavel Tarnav è una delle vittime lontane del silenzio che ha inghiottito Mariupol, la città assediata. Là sotto, sotto le bombe che cadono ogni giorno, c’è la moglie Iryna, 37 anni. Ci sono i figli Sofia, 11 anni, e Mark, 8. Non si sa se vivi. L’ultima volta che li ha sentiti, due mercoledì fa, erano tutti sulla strada per tornare a casa. Poi, il blackout. Ed è così da sedici giorni. Pavel spera con tutto il suo cuore che la mancanza di notizie dipenda dalla caduta della connessione, ma dalla città martirio arrivano informazioni ogni ora più drammatiche. “Resto tranquillo, ritroverò la mia famiglia. Lo credo davvero”.

Le sorelle rapite dal padre

Mamma Evgenya sobbalza a ogni chiamata. Non vede le due figlie da prima della dichiarazione di guerra. Era in Slovacchia, dalla sorella. Kira e Liya, 6 e 8 anni, in quel periodo erano affidate al padre. Viveva a Glevacha, sobborgo di Kiev. Evgenya Zaytseva e il marito hanno una causa di divorzio da due anni. Lui il 24 febbraio, giorno della dichiarazione di guerra all’Ucraina, ha portato le piccole via dalla capitale e con l’auto si è diretto a sud. Si sa che tra il 5 e il 6 marzo ha varcato il confine ungherese – non avrebbe potuto con la legge marziale in corso – e forse è rientrato in Polonia. O è sceso in Svizzera, dove ha parenti. La moglie non sa esattamente dove si sia riparato e dice: “Mio marito ha approfittato di una guerra per portarmi via le bambine. Le ha rapite e ha disertato. Mi consolo pensando che non sono rimaste sotto le bombe”.

 

 

I due fratelli spariti verso Leopoli

Sono scomparsi nel viaggio verso Leopoli, città ancora senza guerra. Dimitry e Speranza, 16 e 8 anni, erano con il padre, Mykola, 48 anni, in fuga dalla Kiev bombardata. Due fratelli affiatati, nonostante la differenza d’età. Le trecce di lei, la tuta azzurra di lui, una chiesa ortodossa alle spalle. È la foto che la madre Victoria ha messo su Facebook, in questa ricerca dsperata dei figli scomparsi. Non li sente da undici giorni. Danilo Mikolayevich, 11 anni, lui da Rubizhne, il belligerante Donbass, è invece scomparso con la nonna. Il 7 marzo. Papà e mamma hanno scritto che erano al telefono con Danilo: “Stavamo parlando della sua sicurezza, gli dicevamo di restare in casa. Abbiamo sentito dei colpi e d’improvviso più nulla. Si è spenta la sua voce, si è spenta la luce”.

Sorgente: I bambini in Ucraina spariti sotto le bombe: le storie dalla guerra – la Repubblica

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