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Nella scuola che affaccia su villa Glori, zona Parioli, studenti e genitori temono le conseguenze dell’occupazione avvenuta lo scorso 29 novembre. La dirigente scolastica, nei giorni scorsi, ha mandato una lettera in cui ricorda il regolamento di istituto

di Diana Romersi

«Chi ha occupato può rischiare una sospensione o un sei in condotta, applicheremo il regolamento d’Istituto». Ad annunciarlo è la preside del liceo Tito Lucrezio Caro, Anna Proietti. Nella scuola che affaccia su villa Glori, zona Parioli, studenti e genitori temono le conseguenze dell’occupazione avvenuta lo scorso 29 novembre. Ad allarmare la comunità scolastica è stata una lettera circolata tra le classi. «Si è scelto di non far passare il messaggio che nulla fosse accaduto, perché non è così – si legge nel documento – è accaduto un fatto grave, in cui ciascuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità». Il testo scritto su carta intestata, ma non protocollato, prosegue: «La scuola, come Istituzione, prenderà delle decisioni importanti verso chi si è assunto la responsabilità in prima persona, ma ha scelto anche di lanciare una sfida o offrire un’opportunità, a seconda di come viene interpretata la proposta, a tutti coloro che hanno aderito all’occupazione».

I provvedimenti però, rassicura la preside, saranno circoscritti allo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria. «Decideremo con calma, verranno convocati i singoli consigli di classe», spiega la dirigente che lamenta di non aver ricevuto il sostegno e la solidarietà dei genitori durante i giorni dell’occupazione. Ma ora quegli stessi genitori sono preoccupati per la richiesta di autodenuncia, presente in una lettera non pubblicata sugli organi ufficiali della scuola e di cui sono venuti a conoscenza solo per il racconto indiretto dei figli. «Non sto facendo nulla di anomalo, – si difende la dirigente – tanto è vero che il tono della lettera è quello di dire ‘chi ha fatto questa scelta è bene che dica di aver partecipato, perché è facile mandare avanti gli altri e poi rimanere nelle retrovie. Non vorrei che questa lettera fosse male interpretata».

Il concetto di fondo, ribadisce Anna Proietti è che «ognuno si deve assumere la propria responsabilità». E rivendica il ruolo della scuola: «Se li dobbiamo educare, allora educhiamoli». Tuttavia dalla scuola gli studenti raccontano un clima teso, soprattutto nel rapporto con i professori. Ritornati sui banchi i registri si sono riempiti di insufficienze. I ragazzi parlano di interrogazioni a sorpresa per chi sospettato di essere tra gli occupanti. Inoltre, come richiesto nella lettera, in questi giorni è stato proposto «un momento di riflessione e di analisi nell’ambito dell’educazione civica». Anche in questo caso, gli studenti lamentano la mancanza di dialogo con i propri docenti. «Non ci hanno dato la parola – racconta uno studente che proprio per il particolare clima di tensione vuole rimanere anonimo – ci hanno definiti squadristi quando abbiamo dato a tutti l’opportunità di decidere se partecipare all’occupazione o uscire». La preside su questo promette verifiche.

Sorgente: Liceo Lucrezio Caro, la preside: «Chi occupa rischia la sospensione»

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