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Roma, 15 novembre 2021, Nena News – Intervista a Nicoletta Dosio, realizzata lo scorso venerdì in occasione dell’arrivo della carovana curda per la libertà al porto di Napoli.

Leggi l’articolo pubblicato su il manifesto:

Ad accoglierli hanno trovato centinaia di persone, sul molo Pisacane del porto di Napoli. Un po’ di pioggia, bandiere curde e quelle rosse di Rifondazione comunista e una canzone, Bella ciao, intonata mentre scendevano la scaletta della barca, addosso una maglietta nera con il volto del leader del Pkk, Abdullah Ocalan. A mezzogiorno sono sbarcati in Italia i 40 partecipanti alla carovana per la libertà, intellettuali, politici, artisti curdi e di svariati paesi del mondo, partiti da Atene l’8 novembre.

Un’iniziativa che a Napoli è stata coordinata da Rete Kurdistan Meridione e che cade a 23 anni dall’arrivo di Ocalan in Italia. Partì dalla Grecia, come la carovana, in cerca di asilo politico in terra italiana. Pochi mesi dopo sarebbe stato catturato a Nairobi, con quella che è stata definita «un’operazione di pirateria internazionale», dai servizi segreti turchi, principio della lunga prigionia che ancora oggi lo costringe nell’isola-prigione di Imrali.

È a Ocalan che era rivolta l’iniziativa della carovana. A lui e alla quotidianità affrontata nei quattro angoli del Kurdistan dal progetto di confederalismo democratico sorto dalla sua teorizzazione, sotto attacco della Turchia ormai da anni. Sotto diverse forme: l’occupazione militare-jihadista del cantone curdo-siriano di Afrin e dell’est del Rojava, la campagna di attacchi con i droni contro il campo profughi di Makhmour e la regione di Shengal, in Iraq, e infine i bombardamenti continui contro le montagne di Qandil, rifugio della leadership politica del Pkk e della sua resistenza armata.

Di questo parla al manifesto Yuksek Koc, co-presidente del Congresso popolare dei curdi in Europa, a bordo con ex deputati e deputate dell’Hdp, oggi in esilio: «Il nostro obiettivo è attirare l’attenzione sui crimini che la Turchia compie in Kurdistan. Una guerra sporca che si serve di ogni mezzo e tecnologia con il sostegno di Usa e Russia. Lo Stato turco pensa di uscire dalla propria crisi, di ricostruire la propria grandezza, distruggendo la nostra esperienza, anche usando armi chimiche, proibite, contro i villaggi e i civili».

«Chiediamo di cancellare il Pkk dalla lista dei gruppi terroristici, per togliere alla Turchia ogni copertura politica. Chiediamo a tutte le città d’Italia e d’Europa di concedere a Ocalan la cittadinanza onoraria, come ha fatto Napoli».

In attesa di incontrare il neo-sindaco Manfredi, al molo c’erano due presidenti di municipalità, Alessandro Fucito e Nicola Nardella, che hanno ricordato il percorso che ha condotto a quella cittadinanza «su spinta dei movimenti politici e sociali» perché «la battaglia del popolo curdo è quella di noi italiani e napoletani, per la libertà».

Dal porto si è mosso il corteo, ha attraversato il centro di Napoli fino a piazza del Plebiscito. È davanti al palazzo della prefettura che il piccolo camion che guidava la marcia, con musiche e slogan, si è fermato mentre i tanti curdi e curde arrivati dal resto d’Italia danzavano al suono delle melodie tradizionali.

A camminare con loro anche Nicoletta Dosio, tra le leader del movimento No Tav della Val di Susa: «Con il popolo curdo abbiamo un legame particolare, alcuni dei nostri giovani sono stati nel Rojava a combattere per la difesa di una popolazione con cui sentiamo di avere tanto in comune – dice al manifesto – La difesa della bellezza e della natura, l’affermazione di una socialità dal basso, l’autogestione delle comunità e l’importanza del ruolo della donna. Anche quella No Tav è una lotta di donne: la violenza sulle donne e sulla natura hanno la stessa origine, la sopraffazione dell’essere umano su altri esseri umani».

Sorgente: AUDIO. Nicoletta Dosio: “Il legame tra la lotta curda e quella No Tav”

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