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Dalla sparatoria in piazza, con l’ex assessore alla Sicurezza Adriatici che uccide Youns El Boussettaoui, all’inchiesta sui concorsi truccati: “Nel centrodestra lotta tafazziana per occupare i posti di potere”

Paolo Berizzi

 

Se fosse solo una questione di faccine che sorridono e di messaggi non proprio affettuosi scambiati in chat da sindaco e assessori per sapere se “il marocchino è affogato” e altre delicatezze simili, sarebbe, per paradosso, una storia sì fastidiosa, ma relativamente facile da assorbire. E il bello, si fa per dire, è che dei troppi pasticci che sono successi e stanno succedendo a Voghera va detto che “no, non è il caso e non è il destino”.  La chiosa è del consigliere comunale civico Pier Ezio Ghezzi. “Al di là e ancora prima della vicenda più drammatica (l’uccisione di Youns El Boussettaoui da parte dell’ex assessore alla Sicurezza Massimo Adriatici), il punto è che qui è venuto fuori un modo di far politica finalizzato all’occupazione dei posti di potere. Nel centrodestra – dice – si è scatenata una lotta acerrima, anche tafazziana. Faide che stanno mandando a fondo l’immagine della città”.

 

 

Perché Voghera è diventata la capitale lombarda degli scandali? Escludere fatalità e sfortuna. Resistere anche alla tentazione di citare lo stereotipo della “casalinga”. Non è difficile dal momento che i fatti che tengono banco nei palazzi della politica e della giustizia, nell’anticamera dei cda come al mercato di piazza Duomo, e infine nei bar delle slot machine, i fatti sono “nudi”. Basta osservarli e tirare un filo. Ripasso. Un (ex) assessore al commercio leghista già accusata di avere promesso denaro in cambio di voti che, non contenta, il giorno prima della manifestazione anti-razzista per la morte di El Boussettaoui, promette: “Domani spariamo davvero, mi sa. Domani assoldo i miei operai”. Goliardia, certo: ma come no, Francesca Miracca. “Goliardia” come quella del suo collega di partito (prima che Miracca fosse espulsa dalla Lega insieme al consigliere Pierfelice Albini), altro assessore, Giancarlo Gabba. Era stato lui, meno di un mese prima degli spari, a scrivere sulla chat della giunta che “senza sparare” non sarebbero mai stati risolti i problemi del Comune. Un pensiero fisso, quello dei colpi di arma da fuoco, per i leghisti in giunta. In che modo Massimo Adriatici abbia concretizzato questa ossessione è noto dal 20 luglio. Che fine ha fatto l’assessore-pistolero accusato di eccesso colposo di legittima difesa e scarcerato per decorrenza dei termini? “E’ provato – dice il suo legale, Colette Gazzaniga – . Uno stato di difficoltà emotiva derivata dai tre mesi ai domiciliari. Ha bisogno di riflettere”. Adriatici era stato trasferito in una località protetta per timore di vendette. “Per ora non parla, è stato massacrato dai media”, aggiunge l’avvocato.

 

 

Voghera, concorsi truccati e misure cautelari per lo scandalo della partecipata

Nemmeno 40mila abitanti. A metà strada tra Milano e Genova. Nessun vero problema di sicurezza e comunque aggressioni, scippi e furti sotto la media lombarda. Ci sarebbe quel vecchio neo della ludopatia, vero. Ma non è che siccome Voghera era stata battezzata la Las Vegas d’Italia – un apparecchio di gioco ogni 93 abitanti e una spesa annua di 2mila euro pro-capite (2017) – tutto il saldo debba finire sul pallottoliere delle magagne politiche e del malaffare. La sindaca Paola Garlaschelli si mette in modalità protezione. “Capisco che una certa narrazione sia ghiotta quando succedono diverse cose in poco tempo, tuttavia Voghera non è ciò che si racconta. L’eco dei fatti di piazza Meardi ha innescato una miccia che si lega all’inchiesta dei giorni scorsi sulla partecipata, ma si tratta di cose ben distinte”. La partecipata, dunque. Asm Voghera spa. La società a totale controllo pubblico che si occupa di servizi. Gli scandali l’hanno travolta: a scavare un buco da 11 milioni di euro nelle casse è stata anche la pletora di amici dei presunti potenti che per anni non hanno pagato le bollette di acqua e gas. Garlaschelli, che sedeva nel collegio di vigilanza di Asm, prova a spegnere: “Capisco le polemiche politiche, ma non comprendo chi alimenta un clima di odio che finisce per infangare la città”. Una gettata di imbarazzo ha colpito anche la prima-cittadina. Nella chat a sfondo razzista con gli assessori – “ma il marocchino è annegato?”, e vai di emojii – c’era pure lei. Pentita? “Frasi estrapolate da contesti privati e strumentalizzate. Se, come è successo a noi, venissero divulgate in modo illecito le comunicazioni private di ogni amministratore e politico, ci sarebbero 10 scandali al giorno”.

 

 

Ma chi l’ha fatta uscire quella chat? Una gola profonda? Ragiona l’ex sindaco (dieci anni, Forza Italia) Carlo Barbieri: “Vendetta di qualcuno escluso dalla giunta? Non so. Ma è un linguaggio che non rispecchia la serietà che dovrebbe avere un amministratore”. Hai voglia, adesso, a lavare le macchie. Dopo l’affaire Miracca e dei leghisti “sconci”, dopo il caso dello sceriffo Adriatici e le chat della vergogna, è arrivata la quarta tegola: concorsopoli. Ancora di Asm si parla: assunzioni pilotate. La res-pubblica diventata affare privato. Otto ex dirigenti e funzionari indagati. Uno “spettacolo di mortificante degenerazione morale”, chiosano in questura. Sfacciati, in effetti. Il “concorso? Glielo facciamo pennellato”. C’era una volta il volto rassicurante della casalinga di Voghera: oggi c’è lo scorno diffuso. Pier Ezio Ghezzi: “Il punto è questo: chi sta in Asm conduce i giochi”. Bentornati a Las Vegas.

 

Voghera, il video dell’assessore che parla con un testimone. I legali: “Manipola scena del crimine”

(guarda il video cliccando il link sotto riportato)

 

Sorgente: Voghera, c’era una volta il mito della casalinga: ora tra pistole e malaffare è diventata la capitale lombarda degli scandali – la Repubblica

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