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Il vice presidente del Mali, il colonnello Assimi Goita, già a capo della giunta militare che aveva guidato il Paese dopo il colpo di Stato del 18 agosto 2020, ha preso nuovamente il potere con la forza, dopo che il presidente e il premier sono stati arrestati dall’esercito e hanno annunciato le dimissioni, il 26 maggio. 

L’ex presidente, Bah Ndaw, e l’ex primo ministro, Moctar Ouane, del governo di transizione del Mali erano stati arrestati il 24 maggio e sono stati liberati tre giorni dopo, il 27 giugno. Il 26 maggio, i due uomini si sono dimessi dal loro incarico mentre erano ancora detenuti nella base militare di Kati. I familiari hanno confermato la loro liberazione, ma non sono chiare le condizioni del loro rilascio. Inoltre, per il momento, la posizione dell’ex premier e dell’ex presidente sarà tenuta segreta per “proteggere la loro sicurezza”, secondo quanto ha riferito Baba Cissé, assistente del vice presidente, il colonnello Assimi Goita. Le autorità militari del Mali hanno rifiutato di fornire dettagli riguardo ai piani per la sostituzione dei due rappresentanti.

La Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS) non ha commentato i risvolti del 27 maggio. Tuttavia, il 25 maggio, l’ECOWAS aveva inviato l’ex leader nigeriano, Goodluck Jonathan, nella capitale maliana, Bamako, per valutare la situazione a seguito di quest’ultima crisi nel Paese africano. Intanto, i rappresentanti politici dell’opposizione del Mali, invece, hanno denunciato la presa di posizione dei militari. “Le discussioni di ieri non hanno avuto successo perché Assimi vuole essere il presidente, il che è contrario alla Carta di Transizione”, ha riferito a Reuters Nouhoum Togo, portavoce dell’organizzazione che riunisce l’opposizione, M5-RFP. “Non è scritto da nessuna parte che il vicepresidente possa sostituire il presidente”, ha aggiunto.

L’arresto dell’ex presidente e del premier del Mali è scattato a seguito di un rimpasto di governo, annunciato lo stesso 24 maggio, grazie al quale due militari dovevano essere rimossi da due Ministeri chiave, quello della Difesa e quello della Sicurezza. “Questo tipo di mossa testimonia il chiaro desiderio del presidente ad interim e del primo ministro di cercare di violare la carta di transizione”, ha denunciato il colonnello Goita, descrivendo le azioni della coppia come un “intento dimostrabile di sabotare la transizione”. Tuttavia, il vice presidente ha assicurato che le elezioni si terranno come previsto il prossimo anno, il 27 febbraio 2022. 

Le Nazioni Unite, l’Unione Europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno immediatamente condannato le azioni dei militari e hanno chiesto il rilascio immediato dei rappresentanti arrestati. La Francia, ex potenza coloniale, ha condannato l’atto “violento” di Goita “con la massima fermezza”. “Chiediamo la liberazione” dei due leader, ha dichiarato il ministro degli Esteri di Parigi, Jean-Yves Le Drian. “La loro sicurezza deve essere garantita, così come l’immediata ripresa del processo di transizione concordato”, ha aggiunto il rappresentante francese. Il capo dell’Unione Africana, Felix Tshisekedi, che è anche il presidente della Repubblica Democratica del Congo, ha fatto eco ai numerosi appelli, affermando di “condannare fermamente qualsiasi azione che miri a destabilizzare il Mali”. 

Sorgente: Il fatto più importante della settimana, Mali | Sicurezza internazionale | LUISS

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