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Il ministro della Salute a Rai3: “Obiettivo è evitare il lockdown, dipende da ciascuno di noi. Juve-Napoli non si giocherà, è già deciso. Dobbiamo essere uniti, la battaglia non è conclusa. Le mascherine restano fondamentali, sull’uso obbligatorio all’aperto stiamo valutando”

di PAOLO G. BRERA

ROMA – “La battaglia non è conclusa: dobbiamo essere uniti” per vincere la sfida al Covid. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, parla nella trasmissione Mezz’ora in più di Rai 3: “Ora siamo in una fase di crescita dell’epidemia e dobbiamo ricostruire lo spirito unitario che ci ha guidato nei mesi più difficili. Chi è al governo deve lavorare giorno e notte per evitare un nuovo lockdown. Un lockdown generalizzato come quello di marzo produrrebbe un costo sociale, economico e culturale per il Paese che non dobbiamo permetterci, dobbiamo lavorare per evitarlo. Quanto avverrà nelle prossime settimane dipenderà dai comportamenti di ciacuno di noi: è una partita tutta da giocare”.

Una partita che passa anche per lo sport giocato negli stadi: “Sono contrario alle proposte di aprire gli stadi a migliaia di persone – ha spiegato il ministro – perché questo esporrebbe le persone a un rischio vero. Se dobbiamo correre un rischio perché le scuole riaprono sono d’accordo, ma se dobbiamo correrlo per portare decine di migliaia di persone allo stadio sono contrario. È un rischio che non possiamo permetterci. Sono della linea della prudenza, che non significa non fare le cose, ma farle passo dopo passo. La linea della prudenza ci ha portato a una situazione che è migliore di altri Paesi”.

 

Ieri il Viminale ha autorizzato i prefetti a utilizzare anche personale militare per controllare la movida evitando gli assembramenti, una decisione che ha sollevato polemiche su una presunta minaccia alla democrazia (anche se in realtà la decisione permette solo di dislocare diversamente i militari già usati per scopi civili nella missione Strade sicure, senza incrementare il contingente). È stata “la democrazia a permettere di piegare la curva” dell’epidemia in Italia nella fase più difficile, ha ricordato il ministro, e “la sfida di fondo è puntare sulla persuasione e la consapevolezza”.

Tornando sul tema dello sport , “il Cts – ha detto Speranza – in tutta sicurezza ha disposto delle norme che consentono al campionato di andare avanti. “È già deciso che Juve-Napoli non si giocherà. Ma parliamo troppo di calcio, lo dico con rispetto anche nei confronti di un pezzo di economia del Paese: so che intorno al calcio ci sono interessi e tante persone che vanno rispettate. Le cose importanti in questo momento però sono altre: è il lavoro degli ospedali e dei sanitari e l’attenzione alle nostre scuole, che sono un punto fondamentale di ripartenza del Paese. Un po’ meno calcio e un po’ più scuola, se possibile. La priorità deve essere altra. Lo dico persino da tifoso. Attenzione a dare le priorità, che non possono essere il calcio o gli stadi. La priorità è la salute delle persone”.

Se la priorità resta la scuola, è anche vero che secondo il ministro i numeri relativi alle positività al virus finora segnalate negli istituti “sono ancora assolutamente sostenibili. Siamo intorno al migliaio di scuole nelle quali si sono registrati dei casi, ci sono stati pronti interventi da parte dei dipartimenti territoriali e delle aziende sanitarie. Quello che stiamo provando a ricostruire è una nuova relazione organica e non episodica fra il Servizio sanitario nazionale e il sistema scolastico”

L’obiettivo è chiaro, ma non semplice da realizzare: “Vogliamo tenere le scuole aperte. Finora nelle scuole si sono registrati un migliaio di casi, ma è del tutto evidente che ce ne saranno molti altri nelle prossime settimane. Proveremo a essere il più veloci possibile. Stiamo investendo risorse come non è mai avvenuto nella storia recente, soprattutto sulla sanità. Abbiamo messo più soldi in cinque mesi che negli ultimi cinque anni e tanti altri ne dobbiamo ancora investire”.

Il ministro è entrato nel merito anche di un altro provvedimento molto delicato che potrebbe essere il nocciolo del nuovo Dpcm che dovrebbe essere varato mercoledì, quello che riguarda l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto in tutta Italia, un provvedimento già adottato su base regionale da Lazio, Puglia e (solo in caso di assembramento) Marche: “È una delle ipotesi che stiamo valutando. Ci sarà un passaggio parlamentare martedì – ha detto il ministro – e il governo farà le sue scelte solo dopo il passaggio parlamentare. Anche se non abbiamo i numeri di casi degli altri Paesi europei ora siamo in una fase di crescita significativa del contagio e vanno conservate e rafforzate le tre regole fondamentali, e una di queste sicuramente riguarda le mascherine. Il cui uso è fondamentale, veramente decisivo”.

Sorgente: Speranza: “Se dobbiamo rischiare facciamolo per le scuole, non per gli stadi” – la Repubblica

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