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Tentò di uccidere la ex a Ginosa si suicida nel carcere di Taranto

«Che diritto ha questa persona di vivere in libertà quando mi ha privato di mio padre, ha tolto a me, mia madre e mia sorella la possibilità di essere felici?». Lo scrive su Fb Lucia Magli commentando la scarcerazione dell’ergastolano Francesco Barivelo

TARANTO – «Con il cuore che mi si contorce e le lacrime che scendono giù, mi chiedo perché?». «Che diritto ha questa persona di vivere in libertà quando mi ha privato di mio padre, ha tolto a me, mia madre e mia sorella la possibilità di essere felici?». Lo scrive su Fb Lucia Magli commentando la scarcerazione dell’ergastolano Francesco Barivelo, ritenuto uno degli esecutori materiali dell’omicidio di suo padre, Carmelo Magli, agente della Penitenziaria in servizio a Taranto, ammazzato nel ’94, quando aveva 24 anni.

Carmelo Magli, la notte tra il 17 e il 18 novembre 1994, tornava in famiglia a Francavilla Fontana (Brindisi), quando fu affiancato da un commando armato sulla strada per San Giorgio Jonico (Taranto), e fu assassinato con una mitragliatrice e una pistola. Secondo quanto riferito dal Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria), Barilevo era detenuto nel carcere di Sulmona ed è stato fatto uscire in relazione ad una situazione clinica che avrebbe potuto essere pregiudicata con il Covid-19.
«Ho 27 anni – si sfoga Lucia Magli – e da tutta la mia vita vivo senza sapere cosa significa avere un padre, non ce l’ho e non l’ho mai avuto, perché 26 anni fa lo hanno ucciso, me lo hanno portato via. Sono stati dei criminali, gente senza scrupoli che ha deciso di rovinare la vita di una famiglia per sempre. Ora, dopo così tanto tempo, mi ritrovo questa notizia: scarcerato, a piede libero, ritorna a casa».

Carmelo Magli è stato riconosciuto dal ministero dell’Interno Vittima del Dovere ed insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria. «Non voglio dare – sottolinea la figlia – la colpa a nessuno, non voglio attaccare le istituzioni, non voglio pensare che viviamo in un paese ingiusto, voglio solo capire cosa sta succedendo. Sono sempre stata dalla parte dei diritti umani, del pensare che anche chi ha sbagliato è degno di vivere la vita che si merita, ma così è troppo. Che diritto ha questa persona di vivere in libertà quando mi ha privato di mio padre, ha tolto a me, mia madre e mia sorella la possibilità di essere felici?».
Perché, aggiunge Lucia Magli, «vi assicuro, certe cicatrici rimangono a vita e in ogni giorno, in ogni momento felice e in ogni contesto la mancanza si sente e nessuno mai potrà ricoprire questo dolore. Questo però non conta di fronte alla libertà di questo individuo, che sembra avere molti più diritti di tanta gente perbene». «Io e la mia famiglia – conclude la figlia dell’agente ucciso – vogliamo delle spiegazioni perché questo ci sembra davvero troppo e, anche se mio padre non me lo ridarà più nessuno, meritiamo che la giustizia riconosca il giusto posto dei colpevoli».

Sorgente: Taranto, scarcerato ergastolano che uccise agente. Figlia vittima: «Ho cuore infranto» – La Gazzetta del Mezzogiorno

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