0 5 minuti 4 anni

Dem e renziani spingono per attivare il fondo Salva Stati, frenano i Cinque Stelle. Trattativa nella maggioranza anche sull’emersione dei braccianti

di Andrea Carli

Coronavirus, Conte: Mes strumento modesto, l’Italia chiede altro

Dal sì al Mes “soft” alla spinta per regolarizzare i lavoratori stagionali, i braccianti che lavorano in nero nelle campagne, nelle ultime ore si è delineato un inedito asse all’interno della maggioranza che sostiene l’esecutivo Conte tra Pd e Italia Viva. Le due forze politiche, di cui la seconda nata da uno strappo con la prima, hanno assunto posizioni sostanzialmente analoghe. Posizioni che, in entrambi i casi, non sono in linea con quello di un altro alleato di governo, i Cinque Stelle.

Chi è a favore e chi contro il Mes
Già pochi minuti dopo il via libera da parte dell’Eurogruppo al fondo Salva Stati con condizionalità soft è riemersa la distanza tra le forze di governo. Da una parte il Pd e Italia Viva, a favore di questo strumento, soprattutto in una fase di emergenza economica come quella che si va delineando per i prossimi mesi a causa del Covid-19. Dall’altra M5s, che considera lo strumento inadeguato e dice di puntare al Recovery Fund. Se per il segretario Dem Nicola Zingaretti il fatto di poter ricorrere al Mes con la sola condizione di utilizzare le risorse per investimenti nella sanità è «una grande opportunità per l’Italia», e se per il vicepresidente dei deputati di Iv Luigi Marattin bisogna dire sì senza se e senza ma, il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, ex capo politico del Movimento, la pensa in maniera diversa: ha messo in evidenza che «dobbiamo leggere i regolamenti. Si parla di circa 30 miliardi del Mes per l’Italia, ma noi stiamo lavorando su un accordo per il Recovery Fund che vale tra i 1.500 e 2.000 miliardi. Quindi, se ci sarà un poderoso Recovery Fund, non ci sarà bisogno di nessun altro strumento». Insomma per i Cinque Stelle, ha aggiunto Di Maio, «il Mes è uno strumento inadeguato».

La trattativa sulla sanatoria dei migranti
Ma la convergenza tra Pd e Italia Viva è anche sul piano della regolarizzazione dei lavoratori stranieri che lavorano in nero nella campagne. La platea è di circa 600mila persone, delle quali almeno 250mila nell’agricoltura (le altre si suddividono tra edilizia e assistenza alle famiglie). I due “ex compagni di partito” sono a favore (la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, di Iv, è giunta a minacciare le dimissioni dall’esecutivo). A fare muro sono invece i Cinque Stelle, che rilanciano mettendo in evidenza la necessità di far emergere dal sommerso i lavoratori agricoli italiani e stranieri con permesso di soggiorno. In realtà in M5s le posizioni sono due. Quella dell’ala che fa riferimento al presidente della Camera Roberto Fico (sostanzialmente a favore della regolarizzazione), e quella che fa riferimento al leader politico Vito Crimi e a Di Maio (contraria). Una regolarizzazione di massa, è la posizione emersa, non rappresenterebbe la risposta al problema.

Verso il decreto Rilancio
La ministra M5s del Lavoro Nunzia Catalfo ha proposto un permesso stagionale di uno, al massimo due mesi. Per Bellanova, in questo sostenuta dal Pd, non è sufficiente. La regolarizzazione potrebbe entrare nel Dl Rilancio atteso nelle prossime ore sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per avere una prima idea del risultato della partita non resta che attendere la pubblicazione del testo del provvedimento in Gazzetta.

Per approfondire:
M5S indebolito, da Conte « totale disponibilità» sulle proposte dei renziani
Regolarizzazione braccianti e colf, governo al lavoro. Dai sindacati alle associazioni le proposte in campo

Sorgente: Dal Mes alla regolarizzazione dei migranti, Pd e Renzi contro M5S – Il Sole 24 ORE


Scopri di più da NUOVA RESISTENZA antifa'

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Rispondi