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L’accusa della procura di Siracusa è frode in commercio: ha portato in Italia dispositivi di protezione “con certificato falso” e non sicure. Violato anche un provvedimento dell’Inail. Un’inchiesta di Repubblica aveva svelato le anomalie della sua azienda, la Only Logistics.

di GIULIANO FOSCHINI, MARCO MENSURATI E FABIO TONACCI

ROMA – L’ex presidente della Camera Irene Pivetti è indagata a Siracusa per le mascherine importate dalla Cina. L’indagine ha al centro la Only Logistics, la società di cui è amministratrice unica e rappresentante legale, oggetto nei giorni scorsi di un’inchiesta di Repubblica. La principale accusa a carico di Pivetti è frode in commercio, perché ha importato mascherine modello Ffp2 “dotate di una falsa certificazione di conformità da parte della Icr Polska Co.Ltd”, e le ha poi vendute a distributori su tutto il territorio nazionale nonostante l’Inail, con un provvedimento del direttore centrale del 16 aprile, le avesse imposto il divieto di metterle sul mercato.

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Le mascherine, in altre parole, non sono buone: sono pericolose per chi le indossa. Tant’è che Pivetti è indagata anche per l’illecito amministrativo per aver smerciato “dispositivi di protezione di terza categoria – si legge nel decreto di perquisizione disposto dal pm Salvatore Grillo – non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza”.

Indagata Irene Pivetti per l'affaire delle mascherine cinesi

 

Proprio oggi la guardia di finanza di Siracusa ha sequestrato 9.000 di quelle mascherine, finite nei negozi in diverse regioni. Con Pivetti, è indagato in concorso Salvatore Stuto di STT Group, che ha comprato i Dpi cinesi dalla Only Logistics e li ha rivenduti ad alcune farmacie, tra cui la San Lorenzo di Bologna (da cui è partita l’inchiesta, ndr), “pur essendo consapevole del mancato rispetto degli standard previsti dal Regolamento Ue 2016/425”. L’ex presidente della Camera, raggiunta dall’Adnkronos, commenta: “Io indagata? Abbiamo tutte le carte a posto. Cannoneggiano la mia azienda che è seria, è un’indecenza. Evidentemente qualcuno si era stancato di fare torte e si è inventato questa storia”.

Siracusa non è l’unica procura che si è mossa. C’è anche quella di Savona che sta lavorando sulle mascherine importate dalla Only Logistics e, nei giorni scorsi, ha disposto il sequestro di 170.000 pezzi, alcuni dei quali ancora stoccati in un deposito nel Terminal 2 di Malpensa. Le indagini, però, puntano a Roma: gli inquirenti, infatti, vogliono capire se sono le stesse acquistate dalla Protezione Civile a metà marzo, con due contratti firmati con la Only Logistics: 15 milioni di mascherine cinesi per 30 milioni di euro.

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Come documentato da Repubblica, hanno passato la dogana ma sono rimaste negli scatoloni perché prive di certificato valido e ad oggi non risultano autorizzate dal Comitato Tecnico-Scientifico. Non è chiaro se lo Stato le abbia già pagate: il contratto prevede l’esborso del 60 per cento dell’importo alla firma e del restante 40 per cento al momento dell’arrivo in Italia. Un ex-collaboratore di Pivetti, Fulvio Daniele, già addetto commerciale della Only Logistics, ha rivelato che “a margine del contratto con la Protezione Civile c’era un accordo riservato per il quale la dottoressa Pivetti poteva rivendere privatamente una parte delle mascherine che importava”.

Sorgente: Indagata Irene Pivetti per l’affaire delle mascherine cinesi – la Repubblica

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