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In Borsa il titolo perde il 4,10%

MILANO. Nel mercato globale dell’auto «è corretto affermare che il meglio della festa è finito». Parola di Frank Witter, direttore finanziario di Volkswagen, che spiega in conference call i motivi che hanno portato la casa di Wolfsburg a tagliare le stime di crescita per il prossimo anno. Infatti il colosso tedesco si aspetta nel 2020 risultati al di sotto delle attese per le tensioni commerciali e il rallentamento della crescita globale, che pesa sul mercato auto. Vw prevede adesso un aumento del 20% dei ricavi di vendita e del 30% nell’utile operativo del prossimo anno rispetto ai livelli del 2016. Nell’ultimo aggiornamento delle previsioni pluriennali, invece, la società aveva pronosticato un aumento del 25% e del 40% rispettivamente per vendite e profitti entro il 2020.

«Sui ricavi di vendita, dobbiamo riconoscere le mutate condizioni del quadro economico nei mercati automobilistici», dichiara Witter, parlando di «aggiustamento necessario» per Vw. A pesare, sottolinea il manager agli analisti, sono «i conflitti commerciali, come anche la Brexit e le incertezze tariffarie, combinati con la crescente preoccupazione di un raffreddamento dell’economia globale», tutti fattori che hanno portato il gruppo «a tagliare cinque punti percentuali» dal risultato finale. I mercati non gradiscono, e il titolo di Volkswagen chiude con le azioni privilegiate in flessione del 4,10% a 175,94 euro.

In ogni caso il costruttore tedesco è convinto di essere ancora «sulla buona strada» per terminare il 2020 con risultati in miglioramento. Volkswagen ha dichiarato il mese scorso che le consegne quest’anno dovrebbero corrispondere al livello del 2018, riducendo le precedenti stime che parlavano di una leggera crescita. Le vendite unitarie sono diminuite dell’1,5% nell’anno a settembre, raggiungendo circa gli 8 milioni di vetture. Vw sta tentando di voltare dopo lo scandalo «Dieselgate», che gli è costato caro sia in denaro sia in danni alla reputazione.

Sorgente: Volkswagen taglia le stime 2020: ​​​​​​​“Pesano Brexit e guerre dei dazi” – La Stampa

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