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Le «sardine» contro Salvini a Modena: in Piazza Grande 7mila persone malgrado la pioggia

Dopo Bologna, successo anche a Modena malgrado il maltempo: gli organizzatori hanno dovuto spostare l’iniziativa visto l’alto numero di adesioni

di Francesco Battistini

Dal nostro inviato
MODENA — L’unica che tace, da un millennio e pure stasera, è la statua della Bonissima che domina alta Piazza Grande. Sotto, no: nel diluvio d’acqua e di folla, fra migliaia d’ombrelli e di sardine, «Mo-de-na-non-si-Lega!» e Bella Ciao, alle 19,06 il secondo flash mob è un altro lampo negli occhi di Matteo Salvini, «senza violenza e senza insulti». Perché queste settemila «sardine» convenute in piazza, e le 13mila sui social, chissà se saranno bonissime come promettono — c’è una delle loro pescioline pilota che, in un post, s’augura un Salvini a testa in giù —, però ci provano a chiedere che «la politica esca dagli imbonitori degli anni 90 e torni a parlare ai cittadini con toni pacati, senza violenze verbali e soprattutto ai cervelli, non alle pance».

Mattia, Roberto, Andrea, Giulia tracciano la rotta dei pesci poveri di queste elezioni emiliane e arrivano a Modena dal clamore del megaraduno spontaneo e sorprendente di Bologna, quello che venerdì ha oscurato il comizio del leader leghista: è il primo test per vedere se le «sardine» possono essere banco (di prova) e corrente (politica), nuotare senza finire nelle reti del velleitarismo che già intrappolò i girotondini di Nanni Moretti o i forconi siciliani. Esperimento riuscito: «Eravamo perfetti sconosciuti — gridano i ragazzi fradici e felici sulla Preda Ringadora, l’antico Speakers’ corner dei modenesi che arringavano le genti —, guardate cosa siamo riusciti a organizzare in meno d’una settimana! Tutta Europa ci guarda! Salvini, eccoci!».

Lo seguono, lo braccano. Prima all’aperto di Bologna, mentre lui parlava in un palazzetto. Ora nella pioggia di Modena, mentre lui cena al ristorante dell’ex campione mondiale Luca Toni. Poi saranno Rimini, Reggio, Piacenza, «ma ci hanno chiamato anche a Genova, a Firenze, a Sorrento, a Palermo…». Si chiamano «sardine» perché sanno stare «pigiati anche in quattro in un metro», come stasera sotto i portici. Solidarizzano con Balotelli inseguito dai buuu. Volevano radunarsi nella piazza Mazzini della sinagoga «in omaggio a Liliana Segre». Danno voce al leaderino modenese Jamal Hussein, studente figlio di libanesi, e un po’ imbarazzati anche all’altra organizzatrice, Samar Zaoui, famiglia tunisina, la ragazza che sui social invocava la morte per Salvini e ora non sa che replicare («gliel’abbiamo detto, ha sbagliato…»). Ad applaudirli, di tutto: Arrigo Martinelli, 72 anni, «vecchio liberale che votava Berlusconi»; Loretta Tomanin, 60, «io sono del Pd e voglio continuare a vivere in un’Emilia coi servizi che funzionano»; Paolo Del Fine, 25, «infermiere di Reggio che vuol far vedere a Salvini che ospedali abbiamo»; Simone Gennari, 19, «leghista pentito, ho messo la maschera di Putin per chiedere a Salvini dove sono finiti i miei rubli!»… «Noi non siamo contro la destra», assicura Mattia Santori, 32, ritto sulla Preda rossastra e lucida: «Ce l’abbiamo coi populisti. Potrei anche diventare consigliere regionale, ma non ho di queste mire. Voglio solo dire alla gente: basta fare soltanto i leoni da tastiera, venite a protestare in piazza»..

Sorgente: corriere.it

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