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Con Arcelor Mittal abbiamo firmato un contratto e chiediamo che questo contratto venga rispettato” chiarisce ai microfoni di di Radio 24 il capo politico del M5s intervenendo dopo la decisione del gruppo di lasciare lo stabilimento di Taranto

La commissione Finanze della Camera ha giudicato inammissibili gli emendamenti presentati da Italia Viva e Forza Italia per reintrodurre lo scudo penale per l’ex Ilva. In base a quanto apprende l’agenzia Ansa la motivazione sarebbe l’estraneità alla materia. La decisione era prevedibile ma rappresentava un problema non da poco nella maggioranza di governo. Se da una parte il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha più volte messo sul tavolo della trattativa con ArcelorMittal la possibilità di rimettere l’immunità (per facilitare un’intesa con il gruppo franco-indiano), dall’altra nei Cinquestelle resta compatto l’orientamento contro qualsiasi protezione.

Ancora oggi a Radio24 il capo politico M5s Luigi Di Maio ha ribadito che la questione dell’addio annunciato da Arcelor è di tutt’altro tipo: con la multinazionale dell’acciaio, dice Di Maio, “abbiamo firmato un contratto e chiediamo che questo contratto venga rispettato”. “Se hanno delle difficoltà sul numero di tonnellate da produrre – continua – ci sediamo a un tavolo e si trova una soluzione insieme, ma la soluzione unilaterale di andarsene, questo noi non lo possiamo permettere”. Il capo politico del M5s ha dunque annunciato che “lo Stato impugnerà l’atto con cui loro hanno avviato l’uscita dall’Italia“.

Arcelor Mittal depositerà questa mattina in tribunale l’atto di recesso dal contratto di affitto delle acciaierie. È la mossa formale, preannunciata dieci giorni fa, con cui l’azienda franco-indiana ha detto l’addio alla produzione. Da qui la necessità espressa da Di Maio di rispondere subito, proprio attraverso atti giudiziari: “In pochi giorni ci sarà la prima risposta, poi ci sarà un lungo contenzioso ma intanto l’obiettivo è fare in modo che Arcelor si sieda al tavolo e ritiri la procedura”. Ieri l’azienda ha annunciato ai lavoratori (e non ai sindacati) il cronoprogramma per spegnere l’altoforno 2, con scadenza finale al 14 dicembre.

Il premier Giuseppe Conte ieri ha inviato i ministri a portare nel consiglio dei ministri di giovedì proposte per il rilancio industriale di Taranto. L’incontro con Mittal, spiegano da Palazzo Chigi, dovrebbe esserci in settimana, ma ad ora non è fissato. La proprietà parla solo con l’atto legale di recesso, presentato in tribunale a Milano. Se non risulterà possibile una mediazione, resta solo la via legale. Ma Conte, spiegano dal governo, studia anche ogni possibile soluzione alternativa, da nuovi partner industriali (torna il nome di Jindal) a un ingresso di imprese statali come Fincantieri. L’obiettivo, spiegano i suoi, è fare “il tutto per tutto” per evitare la chiusura delle acciaierie.

Sorgente: Ex Ilva, dichiarati inammissibili emendamenti Italia Viva per scudo fiscale. Di Maio: “Lo Stato impugnerà l’atto di recesso di Arcelor Mittal” – Il Fatto Quotidiano

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