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Oggi a Liverpool si incontreranno a pranzo il premier inglese Johnson e quello irlandese Varadkar. I giornali britannici lo definiscono il pranzo del destino, l’ultima chance di trovare un accordo. La sterlina aspetta

I giornali britannici lo definiscono il pranzo del destino l’Irish Times dell’ultima chance di trovare un accordo. Oggi a Liverpool, una campo ritenuto neutro perché da sempre città punte tra Gran Bretagna e Irlanda, si incontreranno a pranzo il premier inglese Boris Johnson e quello irlandese Leo Varadkar. Il tema chiave dell’incontro sarà sempre quello del backstop per l’Irlanda del Nord, l’unico vero ostacolo affinché un accordo venga raggiunto tra Unione Europea e Regno Unito per un divorzio consensuale.

Si incontreranno dopo che il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, ieri ha dichiarato che il Regno Unito e il blocco “non sono in grado di trovare un accordo”. Johnson ha svelato nuovi piani per il confine irlandese post-Brexit, dopo aver promesso di eliminare il backstop concordato tra Bruxelles e il suo predecessore, Theresa May. Barnier ha affermato però che le proposte sulle frontiere irlandesi “non sono qualcosa che possiamo accettare”, e anche Varadkar ha criticato tali piani, dicendo al parlamento irlandese che l’insistenza di Johnson sul fatto che l’Irlanda del Nord debba lasciare l’unione doganale europea con il resto del Regno Unito sta bloccando i progressi nel raggiungimento di un accordo.

“Questa è la loro posizione al momento e questa è una grande difficoltà per noi”, ha affermato Varadkar, sottolineando che “per quanto riguarda il Governo irlandese, vogliamo un accordo, siamo disposti a lavorare sodo e fino all’ultimo per ottenerlo, ma certamente non a tutti i costi”. Il backstop è concepito come un meccanismo assicurativo per prevenire un confine rigido sull’isola d’Irlanda, indipendentemente dalle future relazioni commerciali tra l’Ue e il Regno Unito. Johnson ha definito tale meccanismo “non democratico”, mentre i Brexiteer temono che potrebbe lasciare il Regno Unito intrappolato nell’unione doganale europea, limitando la capacità di Londra di siglare nuovi accordi commerciali indipendenti, e costringere il Paese a seguire le regole dell’Ue, senza però avere alcuna influenza su di esse.

Ieri sera il segretario agli Affari britannico, Andrea Leadsom, ha ribadito che il Governo “non accetterebbe il backstop”, anche se fosse di natura limitata nel tempo. Il primo ministro spera di trovare un accordo prima del Consiglio europeo della prossima settimana e prima della scadenza della Brexit, fissata per il 31 ottobre, data in cui ha promesso di portare il Regno Unito fuori dall’Ue “a ogni costo”.

Johnson ha ripetutamente affermato che non rinvierà la Brexit oltre la scadenza prevista ma la legislazione approvata dai parlamentari costringerà il primo ministro a chiedere un’estensione dei negoziati se non verrà raggiunto un accordo entro il 19 ottobre. Leadsom, parlando su Itv, ha affermato che sarebbe “perfettamente ragionevole” ribadire all’Ue che il Governo non vuole un rinvio. Il primo ministro potrebbe quindi scrivere una lettera all’Ue per chiedere una proroga, nel tentativo di rispettare la legge, ma poi scrivere anche una seconda lettera per dire all’Unione che i ministri non ne vogliono una.

Il miglior termometro del sentiment del mercato sul possibile destino della Brexit è rappresentato dalla sterlina con il cambio tra sterlina e dollaro che attualmente si attesta appena sopra 1,22 a 1,2219. “Il rinvio dell’uscita del Regno Unito dall’Ue (al 31 gennaio 2020, ndr), e le previsioni del cross a quota 0,90, sono il nostro scenario principale, mentre in caso di Brexit senza intesa l’euro/sterlina dovrebbe scambiare intorno alla parità e, qualora un accordo fosse raggiunto, ci aspettiamo che il cambio torni a trattare intorno al livello dello 0,85, con un orientamento al ribasso”, spiega l’analista Jane Foley di Rabobank.

Sorgente: Il destino della Brexit appeso all’incontro Johnson-Varadkar – MilanoFinanza.it

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