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«C’è gente che va in piazza col casco e il bastone e ci sono poliziotti che eroicamente sono lì a prendere sputi, insulti e monetine. Ringrazio questi eroi in divisa» ha dichiarato il ministro Salvini

«Vicinanza al collega giornalista, ma ogni volta che ci sono i centri sociali in piazza c’è casino. C’è gente che va in piazza col casco e il bastone e ci sono poliziotti che eroicamente sono lì a prendere sputi, insulti e monetine. Ringrazio questi eroi in divisa», ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Salvini intervenendo a Rtl in merito alla vicenda del giornalista di Repubblica, Stefano Origone, rimasto ferito in una carica della polizia durante gli scontri con gli antifascisti a Genova per un comizio di CasaPound.

La Procura apre un’indagine

La procura di Genova aprirà due fascicoli contro ignoti: uno per resistenza, danneggiamento e lancio di oggetti pericolosi per i manifestanti, e l’altro contro i poliziotti che hanno picchiato il giornalista. Si ipotizza il reato di lesioni aggravate dall’uso dell’arma e dalla gravità delle lesioni.

La posizione di Repubblica

«Stefano ha fatto il suo lavoro di cronista, è andato sul luogo degli incidenti semplicemente per raccontarli. Ne è uscito ferito, ricoverato in un pronto soccorso. Al lui va il nostro abbraccio, allo Stato la nostra denuncia contro la mancata sicurezza in cui vengono a trovarsi giornalisti come Origone, la cui unica “colpa” è quella di continuare, ostinatamente, a fare il proprio mestiere», questa la nota della Direzione di Repubblica.

Dura la presa di posizione del Cdr di Repubblica: «Pretendiamo che il capo della Polizia e il ministro dell’Interno facciano piena luce sull’accaduto individuando e sanzionando i responsabili di un’azione inaccettabile in un Paese democratico. Stefano è stato preso deliberatamente e ripetutamente a manganellate mentre stava svolgendo il suo lavoro». Il giornalista si è salvato solo grazie all’intervento di un ispettore della Questura che «lo conosceva personalmente» e che ha gridato: «Fermatevi, cosa state facendo, è un giornalista».

A rincarare la dose il Cdr dell’Espresso: «Ci uniamo alla richiesta dei colleghi di Repubblica nel pretendere che il capo della Polizia e il ministro dell’Interno facciano piena luce sull’accaduto. I responsabili del pestaggio vanno individuati e sanzionati».

L’Espresso

@espressonline

Il Cdr dell’Espresso condanna il grave pestaggio del collega Stefano . La redazione si unisce alla richiesta dei colleghi di Repubblica nel pretendere che il capo della Polizia e il ministro dell’Interno facciano piena luce sull’accaduto https://bit.ly/2K1EmtV 

Il ministro faccia chiarezza, L’Espresso è vicino al collega di Repubblica

Il comunicato del Cdr

espresso.repubblica.it

42 utenti ne stanno parlando

Il cronista: «Ho pensato di morire»

«Ho pensato di morire, non smettevano più di picchiarmi, vedo ancora quegli anfibi neri che mi passavano davanti al volto e nella testa. Mi rimbomba ancora il rumore sordo delle manganellate. Su tutto il mio corpo, che cercavo di proteggere, rannicchiato in posizione fetale, scaricavano una rabbia che non ho mai incontrato prima, che non avevo mai sentito così efferata in trent’anni di professione sempre sulla strada», ha dichiarato il cronista.

E ancora: «Ho gridato con tutta la mia voce “Sono un giornalista”, mi hanno fatto cadere e hanno cominciato a picchiare: calci, manganellate e colpi da tutte le parti […] Ero come un pallone, sentivo che stavano scaricando su di me una rabbia indescrivibile».

Origone è stato ricoverato in ospedale con una costola fratturata, due dita della mano sinistra rotte, un trauma cranico per le manganellate in testa ed ecchimosi sparse su tutto il corpo.

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