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23 April 2024
0 4 minuti 5 anni

Da Salerno a Brembate, da Napoli a Milano si moltiplicano gli striscioni. La Lega è in difficoltà, la repressione non paga

Napoli.  Tutto è iniziato a Salerno il sei maggio scorso durante il comizio di Salvini. Lo striscione sul balcone di un’anziana con la scritta “Questa Lega è una vergogna” fu rimosso nientemeno che da due uomini della Digos. Subito dopo il caso del selfie: “Non siamo più terroni di merda?” la legittima domanda della ragazza che per risposta si vede sequestrare il telefono sempre da due solerti agenti della Digos.

Nell’ultima settimana è stato un moltiplicarsi di voci di protesta su striscioni e lenzuoli di privati cittadini. Contro la Lega, contro il suo leader.

L’ondata di dissenso è partita dalla Campania, da Napoli per essere precisi, già da molto prima. Ed è un dissenso contagioso che arriva fino a Brembate dove il lenzuolo con su scritto «Non sei il benvenuto», è stato rimosso in un istante prima dell’arrivo del Capitano.

Dissenso che il nostro ordinamento tutela quasi in ogni forma. A patto che non sfoci in violenza e pericolo per la pubblica incolumità, in questo caso l’art. 72 della legge 26 del 1948 autorizza la polizia a intervenire. Ma quale pericolo pubblico può rappresentare uno striscione?

In mezzo a tanti fans, followers, supporters, in qualsiasi modo vogliamo chiamarli i simpatizzanti della Lega, che qualcuno la pensi diversamente ci può stare, o no? Il nostro ministro dell’Interno tuttavia pare che percepisca le voci di protesta come un pericolo. Per sé stesso probabilmente. per i sondaggi. Di sicuro l’effetto che sta ottenendo la repressione del dissenso non è esattamente quello che si aspettava il vice premier.

Ieri Matteo Salvini ha fatto sapere di aver rinunciato al comizio a Napoli previsto per giovedi 16 maggio. Ufficialmente il titolare del Viminale ha fatto sapere di avere altri impegni istituzionali. Ci sarà solo un incontro in Prefettura per fare il punto sulla sicurezza dopo l’arresto del sicario di via Nazionale.

La notizia della rinuncia di Salvini ha subito generato un tam tam sui social e per le strade, al punto che non solo si è deciso di confermare il corteo di protesta contro la Lega (partenza alle ore 18.00 dalla metro Toledo) ma qualcuno ha pensato di disegnare per l’occasione un nuovo “facebook reaction”, e al posto del pollicione che esprime il gradimento è comparso il tipico gesto napoletano che dice: “hai avuto paura eh?” o meglio “Te la sei fatta sotto…”

Napoli è famosa anche all’estero per il linguaggio dei gesti che esprimono sinteticamente un pensiero senza ricorrere alle parole. Siamo stati capaci di elaborare nel tempo gesti che trasmettono segnali eloquenti, sostitutivi di un discorso. Scongiuri, approvazione, fastidio. E dissenso, appunto.

Ora in tutta Italia spuntano iniziative contro la epressione e sui balconi vengono appesi striscioni contro Salvini. La protesta si diffonde a macchia d’olio, e ovunque si annuncia un comizio del ministro compaiono messaggi. Anche a Verona dove Salvini era atteso per una inaugurazione. E addirittura una famosa azienda di birra ha lanciato la campagna a tema “Salite a toglierlo, ci facciamo una birra” .

Da Napoli a Milano c’è un filo roso che lega i “dissidenti”. Sabato nel capoluogo lombardo sono attesi migliaia di striscioni per accogliere Matteo Salvini. L’iniziativa è stata lanciata dai Sentinelli e da Insieme Senza Muri, associazioni molto attive nel capoluogo milanese per la tutela dei diritti umani.

Su instagram spopola l’hastag #salvinitoglianchequesto. È l’Italia che mostra i suoi anticorpi democratici. Ogni critica al potere, anche la più fastidiosa, la più feroce, è lecita, non si può reprimere. Lo sancisce la nostra Carta Costituzionale. Il ministro dovrà farsene una ragione.

Sorgente: Il dissenso è contagioso. Salvini rinuncia al comizio – Ottopagine.it Napoli

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