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5 maggio. Bologna, Piazza Scaravilli, davanti al rettorato dell’università complice dei sionisti e del genocidio dei palestinesi.La rivoluzione è il moto fisico e spirituale che permette agli assediati di conto-assediare, che consente ai popoli reclusi di far sentire i carcerieri dentro la gabbia di sangue con cui hanno sostituito l’orizzonte.Ieri, a Bologna, i Giovani Palestinesi e il movimento studentesco hanno reso esplicita l’arte del contro-assedio al fondamentalismo occidentale.

L’Ovest che tutto possiede e in niente crede se non nel profitto, se non nel massacro di chi nulla ha, tranne la fede. Siamo all’inizio. Molte mura assassine, una dopo l’altra, crolleranno. All’interno e all’esterno dell’occidente, il contro-assedio durerà.

Non a lungo come l’avvenire che annuncia. Non avrà bisogno di tempi profondi per portarci finalmente oltre il più buio dei punti cardinali. Per condurci all’abbraccio coi fratelli palestinesi, libanesi, yemeniti, siriani, iracheni che ci insegnano la pazienza impaziente e vittoriosa del contro-assedio.

Filippo Kalomenìdis

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