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(fotografia d’archivio)

I due vicepremier si giocano i futuri equilibri nella maggioranza di governo. Il debutto del Pd di Zingaretti, Berlusconi e la «soglia psicologica» del 10% per Forza Italia, la scommessa di Giorgia Meloni sull’asse sovranista e la rincorsa al 4% per Emma Bonino

Di Maio e la sfida M5S: un 2° posto per non cedere alla Lega

Lo zenit e il nadir per Luigi Di Maio e i Cinque Stelle hanno numeri ben precisi. L’orizzonte del Movimento è tutto chiuso tra il 32,7 ottenuto lo scorso anno alle Politiche (il confronto più recente) e il 21,1 delle Europee del 2014, il risultato finora peggiore ottenuto dai pentastellati in una competizione nazionale. Il dato del 2018 rappresenta più che altro un punto di riferimento per calcolare quanto ha gravato sull’appeal del M5S il governo del Paese. Per il capo politico — che ha trascorso la vigilia del voto con la fidanzata Virginia Saba — l’obiettivo è tenere l’asticella sopra l’esito delle scorse Europee: un modo per non avere un divario troppo sensibile dalla Lega e garantire in questo modo la tenuta del governo. Per Di Maio (che ha trascorso la vigilia del voto con la fidanzata Virginia Saba)e per la sua leadership si tratta di un test chiave. Il Movimento è consapevole del calo nei sondaggi avuto nei primi mesi di governo e cerca una ripresa e una conferma.

Luigi Di Maio, 32 anni, leader del Movimento 5 Stelle, vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico
Luigi Di Maio, 32 anni, leader del Movimento 5 Stelle, vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico

La posta in gioco, la conferma che il capo politico cerca, è — vista da ambienti pentastellati — quella della «tenuta del gruppo e della base», «vedere quanto siamo compatti nonostante le difficoltà» (ieri, guarda caso, dopo l’assenza nel comizio conclusivo Beppe Grillo è intervenuto con un video in bianco e nero, senza dire una parola). Una eventuale ripresa, anche di pochi punti percentuali, sarebbe vista come un segnale per l’indirizzo da tenere nei prossimi mesi di governo: più battagliero, per tentare di tornare a essere il primo partito in vista delle Politiche. Comunque vada, saranno — per la prima volta nella storia del Movimento — elezioni vissute in parallelo, con uno sguardo rivolto anche ai consensi dell’alleato di governo. «Qualsiasi sia il risultato alle urne deve essere chiaro che gli equilibri non saranno scossi e non ci saranno arretramenti anche nel caso la Lega dovesse superare il 30%», sostengono nell’inner circle M5S. (Emanuele Buzzi)

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Sorgente: Europee 2019, le sfide dei leader: dallo scontro Di Maio-Salvini agli altri partiti – Corriere.it

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