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Nessuna volontà di strappare con il Quirinale sull’attività della commissione d’inchiesta sulle banche ma, su Gianluigi Paragone presidente, non ci saranno dietrofront. Luigi Di Maio, nelle ore successive alla lettera con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accompagna la promulgazione della legge che istituisce la commissione, prova a tenere un equilibrio tra la necessità di non irritare il Colle e la fermezza, soprattutto rispetto alla Lega, di mantenere Paragone come unico candidato alla presidenza. Il premier Giuseppe Conte era stato informato dell’invio della lettera del Colle. Lettera della quale, sottolineano fonti di governo, il premier condivide il senso. Nel corso della giornata, spiegano fonti del Movimento, ci sarebbero stati contatti tra Di Maio e il Colle. E ai suoi interlocutori il vicepremier ha spiegato la “ratio” con cui si vuole mettere in campo una commissione dai poteri molto ampi e perciò potenzialmente rischiosi. Poteri sui quali il M5S assicura prudenza, con tanto di video di Paragone assicura che la commissione non cercherà vendette.

Lega M5s Gianluigi Paragone Commissione Banche © News 3.0 Lega M5s Gianluigi Paragone Commissione Banche

IL BRACCIO DI FERRO CON IL PLENIPOTENZIARIO LEGHISTA GIORGETTI

Del resto se Mattarella, ad esempio, avesse optato per respingere la legge, la maggioranza avrebbe potuto ripresentare lo stesso testo, lasciando poca scelta al capo dello Stato. Al Colle, però, è molto chiaro un rischio: che la commissione, nelle mani di una maggioranza di governo chiamata a giudicare su fatti risalenti ai due governi precedenti, si trasformi in una sorta di “processo di Norimberga”. Da qui, si è convenuto negli incontri di ieri al Colle, l’opportunità che la presidenza fosse assegnata ad un membro dell’opposizione. Ma il M5S, per ora, fa muro. Anche perché, sulla commissione, c’è un braccio di ferro sotterraneo con la Lega e soprattutto con quella parte che fa riferimento al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, visto nel M5S come l’uomo nel governo più vicino al governatore di Bankitalia Ignazio Visco e al governatore della Bce Mario Draghi. Entrambi, del resto, teoricamente potrebbe essere chiamati dalla commissione: il mandato di Draghi alla Bce, in fondo, scade il prossimo ottobre. Il via libera con riserva di Mattarella non accelera, tuttavia, l’istituzione della commissione. Complice i dubbi della Lega su Paragone i tempi della composizione – che può essere rallentata anche dall’ostruzionismo delle opposizioni – si prevedono lunghi. Fonti parlamentari leghiste indicano come range per il via libera definitivo, la metà di maggio. Ma il M5S vuole correre, nelle stesse ore in cui aumenta il pressing sul ministro Giovanni Tria per firmare il decreto rimborsi. Del resto, con le Europee in vista, il tema banche torna ad essere di alto valore elettoralistico.

Sorgente: Le cose da sapere su Gianluigi Paragone e la Commissione banche

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