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Nel parere del comitato scientifico che dà il via libera al progetto spuntano 68 rilievi scientifici. Dall’assenza di esami adeguati sulla tenuta, all’acciaio. Si allungano i tempi di realizzazione

Roma — Il parere è positivo, è vero. E comunque si tratta di «raccomandazioni», sottolineano dalla società Stretto di Messina spa. Vero. Ma il comitato scientifico esterno scelto per valutare la fattibilità della grande opera del Ponte sullo Stretto ha messo nero su bianco talmente tante osservazioni al progetto definitivo presentato dai privati, che l’idea del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini di aprire il cantiere entro l’estate, come da tabella di marcia dal sapore elettorale, è un miraggio.

Il leader della Lega da ieri si è trovato ad avere a che fare con la realtà e non con le promesse: perché nelle 51 pagine della relazione il comitato, nominato dal ministero delle Infrastrutture di concerto con le Regioni, non ha potuto fare a meno di segnalare 68 “mancanze” nel progetto definitivo presentato dal consorzio Eurolink.

Osservazioni che il comitato raccomanda di seguire nella presentazione del progetto esecutivo: l’unico, quest’ultimo, che può portare all’apertura di un cantiere. E i rilievi, tra l’altro, non sono formali e secondari ma sostanziali: riguardano l’acciaio da utilizzare, gli esami sismici, la tenuta in caso di forte vento. «Questo progetto andava bocciato e rifatto uno nuovo — attacca il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli — per queste ragioni consegnerò questa relazione come integrazione all’esposto già inviato alla procura di Roma». La replica del ministro Salvini è secca: «Che qualcuno pensi che il governo costruisca un ponte destinato a crollare è assolutamente folle». E aggiunge l’amministratore delegato della Stretto spa Pietro Ciucci: «Il parere è positivo, ed esprime alcune raccomandazioni come previsto dalla legge».

Infatti il tema vero che emerge dai rilievi del comitato al progetto definitivo presentato dai privati, e sulla carta aggiornato a tempo di record rispetto a quello vecchio di 14 anni fa, riguarda i tempi: che saranno lunghi come scrive la stessa Eurolink rispondendo a una delle note del comitato scientifico guidato dal professore Alberto Prestininzi. Quest’ultimo non certo un “nemico” del Ponte, anzi: Report lo incontrò nello studio dell’ex ministro Pietro Lunardi, vero deus ex machina di questo ritorno al ponte salviniano, che lo definiva «un amico di famiglia». Ma di fronte alle carte anche i più ben disposti devono mettere nero su bianco le cose che non vanno. Ed ecco cosa si legge nella relazione: «Il comitato ritiene opportuno che in fase di progetto esecutivo si verifichi la robustezza della struttura del Ponte in maniera più ampia». Oppure: «Il comitato chiede lo svolgimento di analisi non lineari dell’impalcato soggetto a vento turbolento».

La risposta del consorzio fa capire bene come i tempi non sia compatibili con quelli chiesti dalla politica e dal ministro (approvazione del progetto esecutivo entro luglio 2024). Perché sottolinea come queste «analisi non lineari» sul vento siano «dispendiose in termini temporali».

Secondo alcuni ingegneri questi modelli non lineari sugli effetti del vento in una struttura unica al mondo come il Ponte sullo Stretto richiedono mesi considerando la difficoltà dell’opera. La controrisposta del comitato ai dubbi sui tempi posti dal consorzio privato è chiara: «Si conferma la necessità e si raccomanda l’esecuzione di analisi non lineari». E aggiungono dal comitato, sempre in tema di esami sul vento: «Una problematica è legata all’aggiornamento del documento “valutazione del vento” adottata nel piano definitivo nel 2011 e fatto nel 2004 da un gruppo di ricerca dell’Università di Genova. Si ritiene che il documento debba essere adeguato e aggiornato».

Le raccomandazioni riguardano anche l’utilizzo dell’acciaio: «Il comitato scientifico raccomanda che in sede di piano esecutivo si tenga contro dell’attuale quadro normativo», sui materiali, «e si specifichino i requisiti meccanici per gli acciai in modo congruo alle normative vigenti. (…) Il comitato ritiene necessario inoltre che la progettazione esecutiva tenga debito conto dell’effettiva reperibilità degli acciai da impiegare, raggiungendo un opportuno livello di flessibilità a riguardo».

Ma non solo. Il comitato chiede ulteriori esami che non sono stati inseriti nel progetto definitivo: «Il comitato scientifico ritiene opportuno che nell’aggiornamento delle analisi strutturali vengano riesaminati scenari che tengano conto dell’azione combinata del vento e dei carichi di traffico ferroviario e stradale e ciò al fine di una conferma del livello di sicurezza e di funzionalità del Ponte anche nel caso di eventi estremi». Insomma, non si tratta di piccole raccomandazioni, anzi. E anche se politicamente il comitato al momento non ha bloccato l’iter, comunque con i sessantotto rilievi messi nero su bianco ha posto più di un dubbio su un piano, quello definitivo, che secondo alcune premesse doveva essere di fatto un progetto quasi esecutivo. Vuol dire che in tempi brevi si sarebbero potuti avviare i cantieri. «La relazione demolisce l’aggiornamento del progetto — dice Bonelli — e dimostra la fretta della politica rispetto alle norme».

 

(di Antonio Fraschilla – repubblica.it)

Sorgente: Ponte sullo Stretto, senza test su venti e sisma: frenata sull’opera di Salvini – infosannio – notizie online

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