0 20 minuti 1 mese

Parenti degli ostaggi bloccano il traffico: “Accordo subito”. Haniyeh: “Possibile se Israele scende a compromessi”. Nella notte almeno nuovi morti a Gaza, almeno sei. E Hamas chiede ai palestinesi in Cisgiordania: “Marciate sulla spianata”

Continuano i negoziati per evitare un’escalation. Hamas ha smentito di aver dato l’ok a una versione modificata della proposta americana per un cessate il fuoco a Gaza. Il premier israeliano Netanyahu ha ribadito che secondo il suo governo un’azione militare militare a Rafah è essenziale per sconfiggere Hamas. Israele ha rivendicato questa mattina l’uccisione in Libano di Hadi Mustafa, considerato “un elemento centrale di Hamas”.

 

 

Punti chiave

  • Netanyahu: “Entreremo a Rafah nonostante le pressioni internazionali”

  • Libano, Nasrallah: lotta di Hezbollah contro Israele continuerà

  • Hamas ai palestinesi in Cisgiordania: “Marciate sulla Spianata”

“Likud a Schumer: “Israele non è una repubblica delle banane”

“Israele non è una repubblica delle banane ma una democrazia fiera e indipendente che ha eletto come premier Benjamin Netanyahu”. Lo si legge in un comunicato ufficiale del Likud, il partito del primo ministro, diramato in risposta all’attacco del leader della maggioranza dem al Senato Usa Chuck Schumer. “Ci aspettiamo che il senatore Schumer rispetti il governo eletto di Israele e non lo mini alla base. Questo è vero sempre, tanto più in tempo di guerra”, aggiunge la nota del Likud

Smotrich: “Biden si è arreso ai nemici di Israele”

“L’amministrazione Biden si è arresa alla campagna Bds volta ad offuscare l’intero Stato di Israele e istituire uno stato terrorista palestinese”. Lo ha detto il ministro israeliano delle Finanze e leader del partito di destra radicale ‘Sionismo religioso’ Bezalel Smotrich riferendosi alle sanzioni Usa contro due avamposti ebraici illegali in Cisgiordania e nei confronti di tre coloni. “Passi completamente inaccettabili contro i quali lotteremo per cancellarli”, ha aggiunto Smotrich

Gli Usa chiedono a Israele un’indagine sul raid sul centro Onu

Gli Usa sono “preoccupati” dal raid israeliano ieri su una struttura Onu a Gaza e chiedono allo Stato ebraico una indagine “rapida e completa”. Lo ha detto in un briefing telefonico il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale John Kirby

Schumer attacca Netanyahu: “Servono elezioni in Israele”

Il leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, ha esortato Israele a tenere “nuove elezioni” nella convinzione che il Paese debba “apportare alcune significative correzioni di rotta” per affrontare la minaccia di Hamas. È uno degli più duri attacchi Dem all’alleato dal massacro del 7 ottobre e l’avvio della guerra a Gaza. “La coalizione di Netanyahu non soddisfa più i bisogni di Israele”, ha detto Schumer, descrivendo il premier israeliano come “un ostacolo alla pace”. “Il popolo israeliano è soffocato in questo momento da una visione di governo bloccata nel passato”, ha aggiunto

Netanyahu: “Entreremo a Rafah nonostante le pressioni internazionali”

“Entreremo a Rafah”, nel Sud della Striscia di Gaza dove si sono rifugiati i palestinesi fuggiti da altre aree dell’enclave palestinese, “e completeremo la nostra missione di eliminare Hamas”, respingendo le “pressioni internazionali”. Si è espresso così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in dichiarazioni durante un incontro con i soldati di cui dà notizia il Jerusalem Post. Netanyahu ha ribadito l’obiettivo di “ripristinare la sicurezza per il popolo di Israele” e arrivare alla “vittoria totale” nell’ambito delle operazioni militari avviate nella Striscia dopo l’attacco del 7 ottobre in Israele. E il premier ha assicurato che “respingerà le pressioni internazionali” su Rafah. “Mentre le forze israeliane (Idf) si preparano a continuare a combattere a Rafah, facciamo i conti con pressioni internazionali volte a impedirci di entrare nell’area e concludere il lavoro. In quanto premier di Israele, respingerò queste pressioni”, ha detto

 

Sospetto attacco terroristico nel sud di Israele

Un uomo di 50 anni è stato gravemente ferito e un altro di 65 lo è stato in modo lieve da un aggressore armato di coltello a Beit Kama, nel sud di Israele. Lo riferisce l’emittente israeliana Channel 12 spiegando che l’aggressore è stato neutralizzato e che la polizia sta cercando eventuali complici. L’uomo ferito e in condizioni critiche è stato trasportato al Soroka Medical Center di Beersheba. Medici e forze di sicurezza parlano di sospetto attacco terroristico.

Netanyahu: “Inutili le pressioni, entreremo a Rafah”

Il premier Benyamin Netanyahu ha ribadito, nonostante le pressioni internazionali, che l’operazione militare a Rafah, nel sud della Striscia, si farà. “Mentre voi e l’Idf vi preparate a continuare a combattere – ha detto parlando ai soldati – c’è una pressione internazionale per impedirci di entrare a Rafah e completare il lavoro. Come primo ministro di Israele, respingo queste pressioni: continuerò a respingere le pressioni ed entreremo a Rafah”. “Completeremo l’eliminazione dei restanti battaglioni di Hamas, ripristineremo la sicurezza e – ha concluso – porteremo la vittoria completa al popolo di Israele e allo Stato di Israele”.

Sondaggio: gli israeliani hanno ancora fiducia nell’esercito nonostante il 7 ottobre

Malgrado il trauma nazionale provocato il 7 ottobre dall’attacco a sorpresa di Hamas, l’istituzione in cui gli israeliani ripongono ancora oggi la maggiore stima è l’esercito. Lo ha stabilito un sondaggio di opinione dell’Istituto israeliano per la democrazia (Idi) secondo cui l’86,5 % nutrono fiducia nelle forze armate: si tratta di un lieve aumento rispetto al sondaggio condotto a giugno. Al secondo posto nella graduatoria della fiducia nelle istituzioni giungono le amministrazioni locali (64 %), che dopo l’attacco di Hamas hanno dato prova di dedizione al pubblico.Seguono il capo dello Stato Isaac Herzog (61 %), la polizia (58,5 %) e la Corte Suprema (42,5 %). In coda alla classifica ci sono invece i mass media (30 %), il governo (23 %), la Knesset (19 %) ed i partiti (15 %). Un altro sondaggio, condotto dalla televisione commerciale Canale 12, ha cercato di stabilire i sentimenti del pubblico dopo le recenti polemiche fra il presidente Usa Joe Biden ed il premier Benyamin Netanyahu circa la guerra a Gaza. Il 44 % per cento degli intervistati hanno detto che si augurano una rielezione di Trump, mentre il 30 % vorrebbero una conferma di Biden nella sua carica attuale. Fra quanti si identificano con il governo Netanyahu il 72 % si sono pronunciati per Trump e solo l’8 % per Biden. Fra gli oppositori di Netanyahu, il 55 % si sono schierati con Biden ed il 23 % con Trump.

Idf: “Sposteremo 1,4 milioni di persone da Rafah a encave umanitarie!

Israele intende spostare 1,4 milioni di palestinesi sfollati dalla città di Rafah, nel sud di Gaza, in “enclave umanitarie” prima di un attacco militare pianificato. Lo ha riferito ieri – secondo quanto riporta la Cnn – il portavoce delle forze di Difesa israeliane Daniel Hagari ribadendo che l’offensiva a Rafah è “qualcosa che dobbiamo fare”, senza però dare indicazioni sui tempi: dipende dalle “condizioni che lo consentiranno”. “Dobbiamo assicurare che 1,4 milioni di persone si spostino nelle enclave che creeremo con la comunità internazionale per fornire alloggi temporanei, cibo, acqua e ospedali da campo”.

Tajani: “Dal 7 ottobre bloccati i contratti per la vendita d’armi a Israele”

Noi dal 7 ottobre abbiamo bloccato i contratti per la vendita delle armi con Israele, cosa che ci è stata riconosciuta anche a livello internazionale”. Dopo quella data “possono esserci stati adempimenti di vecchi contratti, ma nessuno dei prodotti esportati in base a contratti precedenti al 7 ottobre dello scorso anno poteva essere utilizzato a Gaza. Siamo di esempio per il rispetto delle regole”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del convegno “Le nuove schiavitù – Convegno sulla tratta” all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, commentando l’inchiesta di Altreconomia sull’export di armi italiane verso Tel Aviv basata su dati Istat.

Hamas giustizia un capoclan: era stato contattato da Israele per supervisionare la distribuzione di aiuti

Hamas ha giustiziato il leader del clan Doghmush, accusato di collusione con Israele: secondo voci, era stato contattato dalle forze armate nel tentativo di convincere la sua famiglia a supervisionare la distribuzione degli aiuti nella Striscia. A darne notizia e’ Yedioth Ahronoth, citando Hassan al-Sharfi, un attivista per i diritti umani nella Striscia. Il clan Doghmush, guidato da Saleh Doghmush, conosciuto come Abu Muhammed, e’ situato nel nord di Gaza, ha influenza ed e’ ben armato. Opera in aree come i quartieri di Tel al-Hawa e Sabra e si e’ scontrato in passato con Hamas, in particolare nel 2008 prendendo di mira la casa del cofondatore del gruppo Mahmoud al-Zahar con razzi e rapendo il giornalista britannico Alan Johnston nel 2007.
I clan di Gaza hanno rilasciato una dichiarazione affermando che continuano a sostenere Hamas e che non coopereranno con Israele.
Una decisione che e’ stata elogiata dal Movimento di resistenza islamica: “Ci congratuliamo con la posizione responsabile delle famiglie e dei clan di Gaza, che hanno respinto con veemenza i piani dannosi dell’occupazione sionista volti a creare organismi di coordinamento privi di nazionalismo palestinese”, si legge in una nota

Usa: “Sì ad operazione a Rafah ma solo contro i capi di Hamas”

L’amministrazione Biden appoggerebbe una limitata operazione di Israele a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, a patto che questa abbia come “priorità” i capi di alto livello di Hamas piuttosto che un’offensiva su larga scala. Lo scrive Politico, che cita alti funzionari statunitensi. Un’operazione del genere ha registrato finora il contrasto non solo degli Usa ma anche della comunità internazionale a causa della presenza a Rafah di centinaia di miglia di sfollati palestinesi. Politico ha citato anche funzionari israeliani, i quali hanno ribadito che i piani di evacuazione della popolazione da parte dell’esercito non sono ancora pronti

Attacchi israeliani contro obiettivi di Hezbollah nella città di Kunin, sud del Libano

L’aviazione israeliana ha effettuato una serie di attacchi contro obiettivi di Hezbollah nella città di Kunin, nel sud del Libano. Lo ha fatto sapere l’esercito, citato dai media. Poco prima – ha detto il portavoce militare – le sirene di allarme anti razzi erano risuonate al nord di Israele nella zona di Kfar Blum.

Ue: “Servono 500 camion al giorno per sfamare Gaza”

“Il corridoio” marittimo da Cipro “deve essere parte di uno sforzo continuo per aumentare il flusso di aiuti a Gaza attraverso tutte le rotte, comprese quelle terrestri ampliate. Adesso è necessario un minimo di 500 camion al giorno o equivalente”. Lo scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, rilanciando l’impegno congiunto dell’Ue con Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito per promuovere il corridoio marittimo per fornire assistenza umanitaria alla popolazione palestinese

Gaza City, spari sulla folla in attesa di aiuti, 6 morti e 83 feriti

Almeno sei persone sono morte questa mattina e altre 83 sono rimaste ferite in un attacco israeliano mentre aspettavano la distribuzione degli aiuti umanitari alla rotonda del Kuwait, a sud di Gaza City, nel nord dell’enclave palestinese. “Fonti hanno riferito che le forze di occupazione hanno aperto il fuoco su una folla in attesa dell’arrivo degli aiuti umanitari”, ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa, che cita testimoni e fonti sanitarie. L’attacco “ha portato alla morte di sei palestinesi e al ferimento di almeno 83, che sono stati successivamente trasferiti al complesso medico di Al Shifa nella citta’ di Gaza”, ha aggiunto.

Tel Aviv bloccata dai manifestanti pro ostaggi: “Accordo subito”

Nuove proteste a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall’attacco del 7 ottobre in Israele. Manifestanti hanno bloccato stamani il traffico lungo la Ayalon Highway, armati di foto delle donne tenute prigioniere nell’enclave palestinese che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas. Lo riferisce il Times of Israel. “Accordo, subito!”, hanno intonato i partecipanti alla protesta secondo video diffusi sui social.

FT: “Primi colloqui fra Usa e Iran in 10 mesi”

Colloqui segreti tra Stati Uniti e Iran per cercare di risolvere la crisi nel Mar Rosso. Secondo quanto riporta il Financial Times, che cita funzionari del governo americano e iraniano, Washington starebbe cercando di convincere Teheran a usare la sua influenza sul movimento Houthi dello Yemen per porre fine agli attacchi alle navi nel Mar Rosso. I negoziati indiretti, durante i quali Washington ha anche espresso preoccupazione per l’espansione del programma nucleare iraniano, si sono svolti in Oman a gennaio e sono stati i primi tra le due potenze in 10 mesi.

Gaza, sei tir del World Food Programme entrati dal valico nord

Un convoglio di sei tir del World Food Programme (Wfp) carichi di generi alimentari e altri aiuti umanitari ha raggiunto nella notte Gaza City, nel nord della Striscia di Gaza, transitando per una strada che non era stata mai utilizzata nelle ultime tre settimane. Le immagini del passaggio dei camion sono state rilanciate sul profilo di X delle Forze armate di Israele, insieme con un messaggio che definisce la consegna “parte di un esperimento per impedire che Hamas si appropri degli aiuti”. Il contesto è quello della crisi che sta colpendo la Striscia ormai da mesi, a causa non solo del blocco all’ingresso nella regione di beni e forniture ma anche dei bombardamenti e delle incursioni militari di Tel Aviv in risposta agli assalti dei commando dell’organizzazione palestinese del 7 ottobre nel sud di Israele. Le Nazioni Unite hanno comunicato che il convoglio trasportava cibo sufficiente per aiutare 25mila persone. Destinato alla popolazione di Gaza anche un carico di circa 200 tonnellate di farina, riso e altri generi alimentari partito via nave ieri da Cipro, su impulso dell’Unione Europea: l’arrivo al largo della Striscia, dopo un percorso di oltre 300 chilometri, è previsto per domani. Secondo l’Onu, il modo più rapido ed efficace per consegnare aiuti resta a ogni modo quella terrestre.

Gli Houthi hanno testato con successo un razzo ipersonico nello Yeme

Lo riferisce l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, citando una fonte militare. Secondo il rapporto, il gruppo yemenita sta pianificando di iniziare a produrre missili da utilizzare su obiettivi nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo di Aden, nonché contro obiettivi in ??Israele. Hanno affermato che intensificheranno gli attacchi durante il mese sacro del Ramadan in solidarietà con i palestinesi nel contesto della guerra in corso tra Israele e Hamas a Gaza.

Haniyeh: “Possibile accordo se Israele accetta compromessi”

Ismail Haniyeh, capo del Politburo di Hamas, e’ tornato a parlare dei negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sostenendo che “c’e’ la possibilita’ di raggiungere un accordo in piu’ fasi se il governo israeliano scende a compromessi”. Haniyeh ha parlato anche della situazione in Cisgiordania sostenendo che “viene martirizzata per distrarre” i palestinesi “dal sostenere Gaza. Questa oppressione non avra’ successo”.

Tel Aviv, parenti ostaggi bloccano traffico mattutino

Un gruppo di manifestanti, parenti dei 130 ostaggi ancora detenuti a Gaza, ha bloccato il traffico mattutino sull’autostrada Ayalon, a Tel Aviv. Nei video sui social media, si sente la folla cantare “Deal now!”, accordo ora; molti dei presenti tengono in mano le foto delle 19 donne ancora tenute prigioniere.

Libano, Nasrallah: lotta di Hezbollah contro Israele continuerà

Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha promesso ieri sera di continuare la lotta contro Israele. Il nostro fronte meridionale “continua a svolgere il suo compito di fare pressione sul nemico a livello umano, materiale, militare ed economico”, ha detto Nasrallah in una dichiarazione sulle tv locali citata dai media internazionali.
Il leader delle milizie sciite sostenute dall’Iran ha affermato poi che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha “perso la guerra” nella Striscia di Gaza, che un’invasione di Rafah non cambierebbe la situazione e che Hamas non è stato sconfitto ma anzi è ancora in grado di imporre le sue condizioni nei negoziati.
Nasrallah ha anche criticato la posizione degli Stati Uniti sul conflitto, etichettandola come “ipocrita”. “Penso che nessuno sulla terra creda che” il presidente americano Joe “Biden non possa fermare la guerra”, ha detto aggiungendo che gli Usa possono fermare i combattimenti cessando gli aiuti militari a Israele e non ostacolando le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che chiedono un cessate il fuoco.

Gaza, media: 6 persone uccise e 83 ferite da spari forze Israele Vittime ieri anche per bombardamenti su Jabalia e Rafah

L’agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno sei persone sono morte e altre 83 rimaste ferite ieri sera quando le forze israeliane hanno sparato contro un assembramento di cittadini nella città di Gaza. La Wafa riporta anche che sempre ieri in differenti episodi una persona è rimasta uccisa in un raid israeliano contro una casa nel campo profughi di Jabalia e altre due sono morte in un bombardamento che ha centrato un veicolo a Rafah. Il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre è di 31.272 morti e 73.024 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas

Hamas ai palestinesi in Cisgiordania: “Marciate sulla Spianata”

Hamas ha chiesto ai palestinesi della Cisgiordania di “marciare verso” la Spianata delle Moschee a Gerusalemme e di “spezzare le catene dell’occupazione e del suo assedio”. In un post su Telegram – riferendosi ai palestinesi uccisi da Israele in varie episodi oggi – la fazione islamica ha salutato nel “terzo giorno del sacro Ramadan i martiri” di Gerusalemme, Jenin e Betlemme, compreso “l’eroico accoltellamento” dove sono stati feriti due israeliani. “E’ una jihad di vittoria – ha concluso – o di martirio”.

Unrwa: “Avevamo informato Israele della distribuzione di cibo nel luogo che hanno attaccato”

“L’attacco di oggi contro uno dei pochissimi centri di distribuzione Unrwa rimasti nella Striscia di Gaza avviene mentre le scorte di cibo stanno finendo, la fame e’ diffusa e, in alcune aree, si sta trasformando in carestia. Ogni giorno condividiamo le coordinate di tutte le nostre strutture nella Striscia di Gaza con le parti in conflitto. L’esercito israeliano ha ricevuto ieri le coordinate di questa struttura. L’Onu, il suo personale, i locali e i beni devono essere protetti in ogni momento. Dall’inizio di questa guerra, gli attacchi contro le strutture, i convogli e il personale delle Nazioni Unite sono diventati un luogo comune in palese violazione del diritto umanitario internazionale. Chiedo ancora una volta un’indagine indipendente su queste violazioni e sulla necessita’ di trovare le responsabilita’”. Lo scrive il capo dell’Unrwa, Philippe Lazzarini.

Sorgente: Israele – Hamas, le news di oggi – la Repubblica

Please follow and like us:
0
fb-share-icon0
Tweet 20
Pin Share20