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O Giorgia Meloni è scarsa in matematica o mente “Incassi record dalla lotta all’evasione merito del governo”. Ma i numeri smentiscono Meloni. Fact-checking sui “meriti” della destra. L’alert della Ragioneria sulle maxi-rateizzazioni: “Minor gettito per 2,5 miliardi in 12 anni”

ROMA – Altro che regali agli evasori, condoni e maglie larghe. “Ringraziando Dio – incalza Giorgia Meloni – a smentire queste accuse ci sono i numeri: dicono che il 2023 è stato un anno record nella lotta all’evasione fiscale”. E, aggiunge, il merito è dell’Agenzia delle Entrate e delle “norme specifiche introdotte da questo governo”.

Peccato però che l’incasso senza precedenti sia frutto del lavoro di altri. Basta leggere il report delle Entrate sui risultati dell’anno scorso: quasi 16 dei 24,7 miliardi recuperati fanno riferimento ai versamenti diretti e alla compliance, l’adempimento spontaneo che matura dopo la possibilità offerta dall’Agenzia ai contribuenti di correggere errori ed omissioni contenuti nella dichiarazione dei redditi. Su entrambi i meccanismi il governo di destra non può rivendicare alcuna paternità.

Può farlo l’esecutivo che l’ha preceduto: fu Mario Draghi a inserire l’incremento delle lettere di compliance tra gli obiettivi del Pnrr. E neppure un euro figura come recuperato attraverso la norma per arginare il fenomeno delle partite Iva “apri e chiudi”, che cessano l’attività prima di essere intercettate dal Fisco. Persino la tanto sbandierata pace fiscale è stata un flop: le somme raggranellate ammontano ad appena 200 milioni.

Ecco allora che per provare a tenere a galla l’autocelebrazione della premier sull’incasso record, il fedelissimo viceministro dell’Economia Maurizio Leo gioca la carta della rottamazione quater, che ha portato 6,8 miliardi nelle casse dell’erario. Il “jolly” è alquanto singolare: il contrasto al “nero” con una sanatoria, come è l’ultima edizione della rottamazione che permette di saldare i debiti con il Fisco senza versare le somme dovute per sanzioni e interessi, compresi quelli di mora e l’aggio. Tra l’altro circa il 45% dei soggetti che ha aderito all’agevolazione a un certo punto ci ha ripensato e ha interrotto i versamenti, generando così un “buco” da 5,4 miliardi.

E altri soldi rischiano di andare persi. Questa volta sì per le misure adottate dall’attuale governo. È la relazione tecnica al decreto che riscrive la riscossione a certificare l’azzardo della maxi-rateizzazione, fino a dieci anni, per chi ha problemi economici: un minor gettito per 2,5 miliardi nei prossimi dodici anni. Quaranta milioni in meno l’anno prossimo, fino al picco del 20230, quando si rinuncerà a 411 milioni. Eccolo l’alert della Ragioneria: “È prevedibile – si legge nel documento – un impatto finanziario negativo in conseguenza della riduzione dell’importo delle rate da corrispondere in ciascun anno legato alla maggior durata del piano di rateazione concesso”.

A beneficiare dell’allungamento dei pagamenti saranno gli autonomi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti invita a “non vedere un covo di evasione dietro le attività delle piccole partite Iva e dei commercianti”. Ma che la propensione a evadere degli autonomi sia intorno al 70% è scritto nella Relazione sull’economia non osservata e l’evasione fiscale e contributiva che arriva dal Mef. L’ennesimo cortocircuito di un governo “vittima” dei numeri che dovrebbero provare la grande caccia agli evasori.

Sorgente: O Giorgia Meloni è scarsa in matematica o mente – infosannio – notizie online

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