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Le ultime notizie sull’attentato al Crocus City Hall di Mosca, in diretta: il bilancio è salito ad almeno 115 morti e centinaia di feriti. Undici fermati, «tra loro 4 terroristi». Dagli Usa conferme alla pista che porta all’Isis

Attentato a Mosca, le notizie in diretta | «Almeno 115 morti». Fsb: «I fermati avevano contatti ucraini». Kiev: «Noi non c'entriamo». Isis rivendica

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• In una delle più terrificanti stragi avvenute in Russia negli ultimi decenni, almeno 93 persone sono state uccise e altre 145 sono rimaste ferite nel corso di un attentato avvenuto al Crocus City Hall, un teatro e sala da concerto vicino a Mosca.
• Gli attentatori hanno agito a volto coperto, con armi pesanti e dimostrando una preparazione militare: quattro terroristi, secondo i servizi di sicurezza russa, sono stati arrestati.
• L’Isis ha rivendicato l’attentato su Telegram, e dagli Usa arrivano conferme sulla credibilità della rivendicazione.

Ore 12:42 – Von der Leyen: «Forte condanna per l’attentato a Mosca»

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha espresso oggi la sua «forte condanna» per l’attacco terroristico compiuto contro civili alla Crocus City Jall di Mosca e rivendicato dall’Isis. «Il mio pensiero in questo difficile momento – ha scritto su X von der Leyen – va alle vittime e alle loro famiglie».

Ore 12:36 – Scholz: «Condanna per l’attacco terroristico a Mosca»

«Condanniamo il terribile attacco terroristico contro innocenti spettatori di un concerto a Mosca». Lo scrive sul suo profilo X il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, commentando la strage del Crocus City Hall, a nordovest di Mosca. «I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime e a tutti i feriti», aggiunge il leader di Berlino.

Ore 12:28 – Media: «143 morti nell’attacco a Mosca»

Sarebbe salito a 143 morti il bilancio dell’attacco a Mosca, secondo quanto afferma la direttrice di Russia Today, Margarita Simonyan, citata dall’agenzia Ria Novosti.

Ore 12:25 – Kiev ribadisce: «Ucraina non c’entra con l’attacco a Mosca»

«Ci aspettavamo la versione dei funzionari russi sulla `traccia ucraina´ nell’attacco terroristico al Crocus City Hall. Primitivismo e prevedibilità sono le caratteristiche dei servizi di sicurezza russi: qualsiasi tentativo di collegare l’Ucraina all’attacco terroristico è assolutamente insostenibile. L’Ucraina non ha il minimo legame con questo attacco. La versione dei servizi russi è assurda». Lo ha scritto su X il consigliere presidenziale ucraino Mikaylo Podolyak.

Ore 11:50 – Kiev dopo strage Mosca: «Accuse assurde»

«Assurde». L’Ucraina bolla così le accuse che arrivano dalla Russia all’indomani della strage a Mosca. Un portavoce della direzione dell’intelligence militare ucraina, Andriy Yusov, ha sottolineato alla Bbc come la zona al confine tra Russia e Ucraina sia «piena di unità dei servizi di sicurezza e militari». E, «anche gli ultimi eventi nella regione (russa) di Belgorod e a Kursk, dove c’è attività militare, significano che questa è una prima linea». Quindi, ha aggiunto, «suggerire che sospetti si stessero dirigendo verso l’Ucraina significherebbe dire che sono stupidi o vogliono suicidarsi».

Ore 11:50 – Fonti Usa: «C’erano segnali di un attacco Isis da novembre»

Nell’ottobre 2015 una bomba piazzata dallo Stato islamico fece cadere un aereo passeggeri russo sul Sinai, uccidendo tutte le 224 persone a bordo, la maggior parte delle quali erano russi in vacanza di ritorno dall’Egitto. Il gruppo, che opera principalmente in Siria e in Iraq, ma anche in Afghanistan e in Africa, negli ultimi anni ha rivendicato anche diversi attacchi nell’instabile Caucaso e in altre regioni russe e ha reclutato combattenti dalla Russia e da altre parti dell’ex Unione Sovietica. La Russia fu scossa da una serie di attacchi terroristici mortali nei primi anni 2000, durante i combattimenti con i separatisti nella provincia russa della Cecenia. A ottobre del 2002 militanti ceceni presero in ostaggio circa 800 persone nel teatro Dubrovka di Mosca; due giorni dopo le forze speciali russe fecero irruzione nell’edificio e 129 ostaggi e 41 combattenti ceceni morirono, la maggior parte a causa degli effetti del gas narcotico che le forze russe usarono contro gli aggressori. A settembre del 2004, inoltre, circa 30 militanti ceceni sequestrarono una scuola a Beslan, nel sud della Russia, prendendo centinaia di ostaggi; l’assedio si concluse con un bagno di sangue due giorni dopo e più di 330 persone, di cui circa la metà bambini, furono uccise.

Ore 11:43 – Direttrice TV russa mostra video con interrogatorio di arrestato

La direttrice della televisione Russia Today (RT), Margarita Simoniyan, ha pubblicato sul suo canale Telegram un video che mostra il primo sommario interrogatorio di uno dei quattro arrestati nella regione russa di Bryansk accusati di essere coinvolti nell’attacco al Crocus City Hall di Mosca. L’uomo, steso a terra sulla strada, tenuto per i capelli e con le mani legate dietro la schiena, dice di essere arrivato dalla Turchia il 4 marzo.

Ore 11:05 – Sale a 115 il bilancio dei morti

È salito a 115 morti il bilancio dei morti nell’attacco di ieri a Mosca. Lo scrive la Tass citando fonti investigative.

Ore 10:21 – Usa avvertirono su rischio attacchi, ma per Mosca «informazioni non specifiche»

I servizi speciali russi avevano ricevuto informazioni dagli Usa su un piano per un attacco terroristico, ma senza «dettagli specifici». Lo ha detto all’agenzia russa Tass una fonte dei servizi russi all’indomani della strage di Mosca e dopo che la portavoce del Consiglio per sicurezza nazionale Usa, Adrienne Watson, ha riferito che gli Stati Uniti avevano informazioni su un piano per attacco terroristico a Mosca e che, come ha riferito la Cnn, avevano «condiviso le informazioni con le autorità russe». «Queste informazioni sono state effettivamente ricevute – ha detto la fonte alla Tass – Ma si trattava di informazioni di carattere generale, senza dettagli specifici».

Ore 10:01 – Cos’è Isis-Khorasan, il gruppo che ha rivendicato l’attacco a Mosca: 2.000 uomini e il sogno di un «nuovo califfato»

(di Guido Olimpio) I gruppi terroristici partono dal basso, prima con attacchi su target vicini, poi allargano il raggio d’azione e preparano gli uomini, infine, se possono, colpiscono oltre l’orizzonte. È il sentiero seguito dallo Stato Islamico-Khorasan, la «provincia» con basi nell’area afghana, diventata oggi la punta di lancia del Califfato. I sospetti per la strage di Mosca, rivendicazione inclusa, si concentrano su questa formazione che non è certo sbucata sotto i radar.

Creata attorno al 2015 da combattenti talebani-pachistani «scontenti» della casa madre, ha raccolto altri dissidenti ed ha messo insieme una forza di circa 2 mila uomini. I suoi leader, nonostante l’eliminazione di alcune figure importanti centrati dai droni Usa, sono riusciti a portare avanti il loro progetto. E lo hanno dimostrato con il primo segnale duro: l’eccidio all’aeroporto di Kabul durante l’esodo americano.

Qui, l’articolo completo

Ore 09:58 – Fsb: «I fermati avevano contatti con Kiev»

L’attacco terroristico effettuato ieri sera al Crocus City Hall, nella regione di Mosca, e’ stato pianificato in anticipo e gli attentatori avevano contatti con l’Ucraina. Lo ha riferito il Servizio federale per la sicurezza russo (Fsb). L’organismo ha confermato che le autorità russe hanno arrestato 11 persone, inclusi i quattro terroristi coinvolti direttamente nell’attacco, che sono stati detenuti «nel corso di diverse ore» nella regione russa di Brjansk, al confine con l’Ucraina.

«Dopo l’attacco terroristico, i criminali hanno cercato di fuggire, avanzando in auto verso il confine russo-ucraino, che intendevano attraversare», ha aggiunto l’Fsb, secondo cui i terroristi «avevano contatti appropriati sul lato ucraino». Si aggiunge che gli aggressori hanno recuperato le armi utilizzate nell’attacco da un nascondiglio preparato in anticipo. Le forze russe stanno ora portando gli arrestati nella regione di Mosca, mentre sono in corso le indagini per identificare altre persone coinvolte e tutte le circostanze dell’accaduto.

Ore 09:58 – Sale a 93 il bilancio delle vittime (2)

Il bilancio delle vittime dell’attacco terroristico al Crocus City Hall a Mosca è salito a 93 vittime, ha dichiarato la commessione investigativa russa citata dalla Tass.

Ore 09:42 – Chi sono i Picnic, la band che avrebbe dovuto suonare al Crocus Music Hall di Mosca

(di Fabrizio Dragosei) Mancavano pochi minuti all’inizio della loro esibizione nel grande teatro del centro commerciale Crocus. Fondato quarantasei anni fa, il gruppo rock dei Picnic è ancora popolarissimo in Russia: per il concerto, i 6.200 biglietti per i posti della Crocus Music Hall erano stati tutti venduti e quando gli attentatori hanno iniziato a sparare sulla folla un buon 70 per cento del pubblico era già seduto. Da anni i Picnic rifiutano di immischiarsi nelle vicende politiche che coinvolgono la loro patria e l’Ucraina.

Hanno suonato in Crimea e questo li ha fatti finire nella lista nera di Kiev: non possono più recarsi nel Paese in guerra. Ma loro non sposano la causa di Putin. «Ce ne fottiamo delle sanzioni», dice Edmund Shklyarsky, nella band quasi dall’inizio. «La politica va e viene, ma la vita resta. Nessuno oggi si ricorda chi era ministro venti o trenta anni fa, ma i Picnic saranno sempre ricordati».

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Ore 09:38 – Hamas condanna attacco terroristico a Mosca

Il movimento islamista palestinese Hamas ha «condannato fermamente l’attacco terroristico che ha preso di mira i civili nella capitale russa, Mosca, causando la morte di decine di persone e il ferimento di molte altre». In un comunicato stampa, il gruppo al potere alla Striscia di Gaza ha espresso «le piu’ sentite condoglianze alla leadership russa, al popolo e alle famiglie delle vittime di questo atroce attacco. Auguriamo una pronta guarigione ai feriti ed esprimiamo la nostra piena solidarieta’ alla Russia, al suo popolo e alle famiglie delle vittime di questa tragedia».

Ore 09:15 – Fsb: «Fermate 11 persone tra cui 4 terroristi»

Il direttore dell’Fsb, l’intelligence russa, ha informato il presidente Vladimir Putin del fermo 11 persone, tra cui 4 terroristi, che hanno partecipato all’attacco terroristico nella sala concerti alle porte di Mosca. Lo ha reso noto il servizio stampa del Cremlino. Lo riferisce l’agenzia Tass.(AGI) Red 230913 MAR 24 (AGI) – Roma, 23 mar. – Secondo il direttore del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa, Alexandr Bo’rtnikov, tra gli arrestati quattro persone hanno partecipato personalmente nell’attacco.

Ore 08:59 – Governo Dushanbe smentisce coinvolgimento tagiki

Le notizie sul coinvolgimento di cittadini tagiki nell’attacco terroristico nella sala concerto alle porte di Mosca sono false E il governo di Dushanbe non ha ricevuto informazioni in merito dalle autorità ufficiali russe. Lo ha reso noto il Ministero degli Affari Esteri del Tagikistan, che si è rivolto ai media perché pubblichino solo notizie «dagli organi statali della Russia».

Ore 08:54 – Interpol pronta a collaborare con autorità russe

L’Interpol è pronta a collaborare fornendo sostegno alle autorità russe sulle indagini per l’attacco alla Crocus City Hall a Mosca. Lo afferma il capo della polizia internazionale, Jurgen Stock, che condanna con forza l’attacco. «Condanno fermamente l’attacco al Crocus City Hall, che è stato un atto terribile contro civili innocenti. I nostri pensieri sono con le vittime, le loro famiglie e i loro amici. L’Interpol è pronta a fornire supporto alle indagini delle autorità russe», scrive Stock su X.

Ore 08:48 – Tre bambini uccisi nell’attentato a Mosca

Tre bambini figurano tra le oltre 80 vittime dell’attacco perpetrato ieri notte ad una sala concerti alla periferia di Mosca. Lo ha annunciato l’agenzia di stampa Ria, citando il ministero regionale della Sanità. Quest’ultimo ha pubblicato sul proprio sito l’elenco delle vittime dell’attentato rivendicato dall’Isis.

Ore 08:45 – Almeno 2 sospetti in fuga arrestati nella regione di Bryansk

L’auto, una Renault, a bordo della quale viaggiavano dei sospettati per l’attentato nell’auditorium della regione di Mosca, è stata ritrovata nel distretto di Karachi, regione di Bryansk. Lo ha confermato il deputato russo Alexander Khinshtein, secondo cui l’auto non si è fermata all’alt delle forze dell’ordine e ha tentato la fuga.

Durante l’inseguimento sono stati esplosi dei colpi di arma da fuoco e l’auto si è ribaltata. Un presunto terrorista è stato arrestato sul posto, gli altri sono fuggiti nel bosco circostante. Un secondo sospettato è stato quasi subito trovato e arrestato. Nell’auto sono stati trovati una pistola PM, un caricatore per un fucile d’assalto AKM e passaporti di cittadini del Tagikistan.

Ore 08:34 – Mosca, la lunga fila delle persone che vogliono donare il sangue ai feriti dell’attentato alla Crocus City Hall

 

Ore 08:30 – Tajani: «Aspettiamo analisi per conferma azione Isis»

«Noi condanniamo fermamente questo attentato terroristico probabilmente compiuto dall’Isis. Ma ci aspettiamo che tutte le analisi siano state fatte». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in collegamento con il Tg1 sul sanguinoso attentato compiuto ieri notte in una sala concerti alla periferia di Mosca e rivendicato dall’Isis. «Parleremo di terrorismo al vertice della Nato dopo Pasqua e poi naturalmente se ne parlerà in occasione della riunione del G7 organizzata a Capri», a metà aprile, ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Ore 08:28 – Strage Mosca, la Tunisia «condanna vigliacco atto terroristico»

La Tunisia «condanna fermamente il vigliacco atto terroristico avvenuto nella capitale russa Mosca che ha causato molte vittime innocenti». È quanto scrive il ministero degli Esteri tunisino in una nota aggiungendo che «la Repubblica tunisina esprime piena solidarietà all’amica Federazione russa in questa grave tragedia e ribadisce il suo rifiuto di ogni forma di violenza, estremismo e terrorismo». «La Tunisia esprime anche le più sincere condoglianze e le più calorose condoglianze alla leadership e al popolo russo e alle famiglie delle vittime, augurando una pronta guarigione a tutti i feriti», conclude il comunicato.

Ore 08:22 – Le foto dell’attentato al Crocus City Hall di Mosca

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Ore 07:59 – Intelligence Usa conferma rivendicazione Isis

Gli Stati Uniti hanno informazioni di intelligence che confermano la rivendicazione da parte dello Stato Islamico della responsabilità di un sanguinoso attentato compiuto durante un concerto vicino a Mosca. Lo afferma un responsabile americano citato dal Times of Israel. Il responsabile ha ribadito che gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia nelle ultime settimane della possibilità di un attacco. “Abbiamo avvertito adeguatamente i russi”, ha detto la fonte dice il funzionario, parlando in condizione di anonimato, senza fornire ulteriori dettagli.

Ore 07:46 – Usa: «Avevamo avvertito Mosca di pericolo attentato»

Gli Stati Uniti avevano avvertito del pericolo di un attacco a Mosca all`inizio di marzo, quando l`ambasciata americana in Russia aveva dichiarato che stava «monitorando le notizie secondo cui gli estremisti hanno piani imminenti per prendere di mira grandi raduni a Mosca», compresi i concerti. L’ambasciata ha di conseguenza avvertito i cittadini statunitensi di evitare grandi assembramenti. A partire da novembre, secondo due fonti a conoscenza di queste informazioni, citati da Cnn, si è diffuso un flusso costante di informazioni secondo cui l`ISIS-K era determinato ad attaccare in Russia. ISIS-K sta per ISIS-Khorasan, gruppo affiliato dell`organizzazione terroristica attiva in Afghanistan e nella regione circostante. La portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Adrienne Watson, ha affermato che il governo degli Stati Uniti aveva informazioni su un attacco terroristico pianificato a Mosca – potenzialmente mirato a grandi raduni, compresi concerti – e che questo è ciò che ha spinto il Dipartimento di Stato a emettere l’avviso pubblico.

Ore 07:37 – Ma cosa c’entra Isis con l’attentato?

(Lorenzo Cremonesi) Ancora non c’è modo di verificare l’attendibilità della rivendicazione di Isis per il massacro di Moscadi ieri sera. Impossibile al momento dire con certezza chi siano i responsabili.

Si può però affermare che il modus operandi dei terroristi e l’attacco contro civili inermi in un momento di forte ripresa della repressione interna da parte del regime di Putin — dopo le elezioni di pochi giorni fa e la necessità di controllo sulla popolazione in vista dell’intensificazione della guerra in Ucraina —, possono indurre a guardare con attenzione anche alla pista islamica.

Le cellule cecene erano tra le più feroci e militanti tra i ranghi del Califfato nel suo periodo di massima espansione nel 2014-16. I cristiani iracheni caduti sotto il loro controllo ne parlavano con terrore: erano spesso proprio i ceceni a eseguire gli interrogatori e le esecuzioni più feroci.

Quando poi, tra il 2017 e 2018, Isis venne battuto, parecchi analisti puntarono il dito sul pericolo rappresentato dai militanti che tornavano alle loro case nelle province musulmane della Russia.

(Qui l’articolo completo)

Ore 07:23 – E ora cosa può succedere?

(Federico Fubini) Andrei Nechaev, 71 anni, misura le parole una per una. Sa troppo bene come funziona il sistema: è stato ministro dell’Economia del governo di Viktor Chernomyrdin, negli anni ’90. È stato parte del Comitato di sicurezza nazionale, quando l’uomo del Cremlino era Boris Eltsin. Oggi Nechaev non ha abbandonato la politica: è il più stretto collaboratore di Boris Nadezhdin, il candidato alle Presidenziali che aveva raccolto ampi consensi con la sua posizione contro la guerra e per questo il Cremlino ha squalificato dalle elezioni con un pretesto. Nechaev accetta di parlare al Corriere a caldo dopo le prime notizie sull’attentato di Mosca.

Pensa che l’attentato del Crocus City Hall abbia a che fare con la guerra?
«Non ne sono sicuro, non posso esserne sicuro. Adesso vedremo se le autorità decideranno che a seguito di questo attentato ci dovrà essere una nuova mobilitazione nell’esercito e se si deciderà per qualcosa di simile a una stretta in Russia, qualcosa come delle forme di coprifuoco o di legge marziale o di ulteriori controlli all’interno del Paese».

Vladimir Putin in anni passati ha usato simili attentati per ridurre gli spazi di democrazia e compattare la popolazione dietro di sé. Lo fece dopo gli attentati attribuiti ai separatisti ceceni all’inizio degli anni Duemila, per esempio. Crede che questo atto terroristico porterà conseguenze nella stessa direzione e a una nuova chiamata alle armi?
«Non sono in condizione di saperlo. Ma probabilmente questa è un’ipotesi veritiera, lo è. Può succedere».

(Qui l’intervista integrale)

Ore 07:15 – Che cosa significa la strage, per Putin

(Marco Imarisio) Per Putin, si tratta di un duro colpo alla propria immagine. La sua recente campagna elettorale si era basata sulla sicurezza. Io sono l’unica persona che vi può proteggere: è sempre stato questo il suo principale messaggio alla popolazione. Il presidente russo edificò la propria ascesa sulle macerie dei palazzi distrutti dagli attentati alla dinamite che nel settembre del 1999 uccisero 293 persone. Era stato nominato da poco primo ministro. Quelle bombe, della cui paternità si discute ancora oggi, furono ufficialmente attribuite ai ribelli daghestani e ceceni. «Andremo ad ammazzare i terroristi anche al cesso» disse il futuro presidente. Quella frase fece impennare la popolarità di un personaggio politico all’epoca sconosciuto alla maggioranza dei russi, e formò la sua immagine di «uomo forte» alla quale fu fedele anche nei quattro drammatici giorni dell’ottobre 2002, durante il sequestro collettivo al teatro Dubrovka di Mosca. I media russi, a quel tempo ancora liberi di avere una opinione propria, chiedevano una soluzione non cruenta della vicenda. Putin non li ascoltò. Non poteva tradire l’immagine di leader spietato con i nemici che aveva offerto alla sua gente. I 41 guerriglieri del comando ceceno vennero uccisi. Morirono però anche 130 ostaggi, la maggioranza dei quali avvelenati dai gas usati dalle Forze speciali durante l’irruzione.

[…]

A ogni azione terroristica, è sempre seguita una reazione violenta da parte del Cremlino. Ma è come se l’eterna maledizione del Caucaso riportasse Putin alla casella di partenza della sua storia personale. Forse la guerra non avrà l’ulteriore espansione che il mondo intero teme. Ma non perderà certo di intensità, allontanando ancora di più ogni remota ipotesi di negoziato. Quando è in ambasce, il presidente russo conosce un solo modo per uscirne, e per rinsaldare la sua aura da zar invincibile. Sangue chiama sempre sangue.

(Qui l’articolo completo di Marco Imarisio)

Ore 07:03 – Il bilancio della strage si aggrava: «82 morti, 3 sono bambini»

Il numero delle vittime dell’attacco all’auditorium Crocus City Hall di Krasnogorsk sarebbe salito a 82 persone: tra queste tre bambini. I feriti almeno 145

Lo riferiscono i canali Telegram russi come 112, mentre il canale Baza cita 80 morti.

Il precedente bilancio era di 60 morti ma vi sono molte persone ricoverate in gravi condizioni e continuano le ispezioni dell’edificio dove è scoppiato un incendio, stamane quasi del tutto domato.

Ore 06:26 – Il punto della situazione, ad ora

(Elena Tebano) Almeno 60 persone sono state uccise e 145 sono rimaste ferite nella serata di ieri, venerdì 22 marzo, in un attacco terroristico in una sala concerti vicino a Mosca, in uno degli attentati più letali in Russia da decenni.

Lo Stato Islamico, il gruppo integralista che in passato ha cercato di prendere il controllo del’Iraq e della Siria, ha rivendicato l’attacco sul suo canale Telegram.

Almeno 5 uomini armati in tuta mimetica hanno iniziato a sparare ai civili nel Crocus City Hall poco prima che il gruppo rock dell’era sovietica «Picnic» si esibisse in un teatro da seimila posti in un sobborgo a ovest di Mosca. «All’improvviso ci sono stati dei colpi dietro di noi, spari. Una raffica di spari, non so cosa», ha detto a Reuters un testimone. «È iniziato un fuggi fuggi. Tutti urlavano, tutti correvano».

Gli assalitori hanno lanciato dell’esplosivo, innescando un enorme incendio nella sala, molte persone sarebbero rimaste intrappolate tra le fiamme. Il Servizio federale di sicurezza russo (Fsb), successore del Kgb sovietico, ha dichiarato che sono state imposte misure di sicurezza supplementari in tutto il Paese.

Il bilancio delle vittime è uno dei peggiori dall’assedio della scuola di Beslan del 2004, quando i militanti islamici presero in ostaggio più di mille persone, tra cui centinaia di bambini.

Il governo russo non ha ancora incolpato ufficialmente nessuno per l’attacco, ma alcuni parlamentari russi ieri hanno subito accusato l’Ucraina di esserne la mandante.

Alcune ore prima dell’attacco, l’esercito russo aveva lanciato un bombardamento a tappeto sul sistema elettrico ucraino, paralizzando il più grande impianto idroelettrico del Paese e lasciando più di un milione di persone senza elettricità.

Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza russo, ieri ha dichiarato che se fosse provato il coinvolgimento di Kiev nell’attacco alla sala da concerto, tutte le persone coinvolte «dovranno essere rintracciate e uccise senza pietà, compresi i funzionari dello Stato che hanno commesso tale oltraggio». Mykhailo Podolyak, consigliere del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha subito negato che c’entrasse Kiev. «L’Ucraina non ha mai fatto ricorso a metodi terroristici», ha scritto su X. «Tutto in questa guerra sarà deciso solo sul campo di battaglia». Poi è arrivata la rivendicazione dell’Isis.

All’inizio del mese l’Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca aveva invitato gli americani a evitare i luoghi affollati della capitale russa in vista di piani «imminenti» da parte di estremisti per prendere di mira grandi raduni a Mosca, compresi i concerti. Lo stesso hanno fatto altre ambasciate occidentali. Il presidente russo Vladimir Putin aveva liquidato i loro avvertimenti come un tentativo di intimidire i russi.

L’attacco di ieri arriva dopo le elezioni farsa del 15-17 marzo che hanno riconfermato il suo dominio sulla Russa. Circa vent’anni fa la Russia era stata vittima di una serie di attacchi simili a quello di ieri, rivendicati dai separatisti islamisti della Cecenia.

Sorgente: La strage rivendicata da Isis: 143 morti. Gli 007 russi: «11 fermati, avevano contatti con Ucraina». Kiev ribadisce: «Non c’entriamo»

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