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Gli attacchi con cui gli israeliani ammazzano i palestinesi che aspettano il cibo nel nord di Gaza sono diventati routine, ormai succede ogni giorno. Dopo la prima “strage della farina”, cinque giorni fa, ci sono stati almeno altri quattro episodi simili: è una strategia deliberata con uno scopo ben preciso.

Mezzo milione di palestinesi da spazzare via: ecco l’obiettivo minimo del governo israeliano

Nonostante cinque mesi di stragi e devastazioni di intensità senza precedenti, circa mezzo milione di palestinesi non hanno abbandonato le loro case al nord, e questo per i genocidari è un grosso problema.

È infatti ormai chiaro che l’obiettivo minimo dei criminali israeliani che portano avanti il massacro, la conditio sine qua non che serve loro per poter cantar vittoria, è l’annessione completa del nord della Striscia ad Israele.

Ciò richiede ovviamente l’espulsione totale dei residenti palestinesi, che però sono perfettamente consapevoli delle intenzioni israeliane e pur di non lasciare la loro terra per sempre preferiscono rischiare di morire.

L’incredibile e crescente ferocia dei massacratori è specchio della loro frustrazione. Se non riusciranno a fare la pulizia etnica del nord della Striscia il loro fallimento sarà completo, e quindi si troveranno a scontare le conseguenze dei loro agghiaccianti crimini senza aver guadagnato nulla.

Ammazzare mezzo milione di persone a suon di bombe è però un problema anche per Israele, così come farli morire tutti di fame. Anche deportarli tutti quanti contro la loro volontà è un’impresa immane e terribilmente controproducente dal punto di vista dell’immagine, e anche i più cerebrolesi hanno capito che la partita si gioca su quel piano.

I genocidari non avrebbero alcuna remora a sterminare tutti ma gli USA devono in qualche modo mitigare l’impatto devastante che il loro supporto al massacro sta avendo sulla loro politica estera.

Quindi, l’unica strada che resta per realizzare la pulizia etnica è il terrorismo puro, e questo spiega la scelta di ammazzare chi aspetta il cibo. Lo scopo è quello di piegare in ogni modo la volontà dei palestinesi di rimanere, in modo che se ne vadano con le loro gambe

I palestinesi sono disperati ma non suicidi: la loro terribile scommessa è che il mondo non lascerà che Israele li ammazzi proprio tutti quanti. Quindi, chi comanda in Israele sta cercando di togliere ai palestinesi questa speranza infliggendo loro un orrore disumano per dimostrare che nonostante ciò l’Occidente (USA in primis, ma ovviamente anche noi italiani) continuerà a giustificare e aiutare Israele, a fornirgli armi e munizioni per ammazzare bambini, a farlo cantare all’Eurofestival come se nulla fosse etc.

È per questo che prendere posizione, manifestare, contro-informare e svelare la ferocia inaudita del progetto israeliano è fondamentale: la distruzione avviene a Gaza, ma le decisioni in merito vengono prese in Occidente, e solo la pressione dal basso ha qualche speranza di fermare questo folle progetto assassino, supportato attivamente e in modo bipartisan dalla classe dirigente degli stati più potenti contro la popolazione più umiliata e vilipesa dell’intero pianeta.

Sorgente: Il piano di Israele? Mezzo milione di palestinesi da spazzare via – Kulturjam

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