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Le ultime news di lunedì 13 novembre sul conflitto tra Israele e Hamas, in diretta. Onu: «Nell’ospedale di Shifa morti almeno tre infermieri». Usa: «Centro di comando sotto Al Shifa, utilizzano il carburante destinato all’ospedale»

di D. Frattini, corrispondente; L. Cremonesi e A. Nicastro, inviati, Redazione Online

• È il 38esimo giorno di guerra: sono oltre 11 mila i morti palestinesi, secondo Hamas; 1.200 quelli israeliani; 241 gli ostaggi a Gaza.
• Ancora occhi puntati su quello che sta succedendo attorno all’ospedale di Al Shifa, a Gaza City, dove i medici parlano di una «situazione catastrofica, disperata» e dove il governo israeliano ritiene che Hamas abbia il suo quartier generale.
• Benjamin Netanyahu respinge di nuovo le richieste internazionali per un cessate il fuoco, e ricorda la sua posizione parlando in televisione: il cessate il fuoco sarebbe possibile solo se tutti i 239 ostaggi fossero rilasciati.
• Secondo l’Oms a Gaza muore ormai un bambino ogni 10 minuti.
• Il piano degli Stati Uniti per Gaza, punto per punto.
• Le parole e le sigle per capire il conflitto: qui il glossario.
• La storia del conflitto tra palestinesi e israeliani, spiegata qui .

Ore 23:17 – Hamas pubblica video soldatessa Marciano in ostaggio

Hamas ha pubblicato un video della soldatessa israeliana Noa Marciano, più di cinque settimane dopo il suo rapimento durante gli attacchi del 7 ottobre. Lo scrive il quotidiano israeliano `Haaretz´. Marciano prestava servizio come vedetta nel Kibbutz Nahal Oz e fu portata a Gaza insieme ad altri circa 240 israeliani. Le Forze armate israeliane hanno detto di aver inviato degli agenti a parlare con la famiglia di Marciano dopo la pubblicazione del video. «I nostri cuori sono con la famiglia Marciano, la cui figlia, Noa, è stata crudelmente rapita dall’organizzazione terroristica Hamas», hanno detto i militari. «Hamas continua a usare il terrore psicologico e ad agire in modo disumano, inviando video e fotografie di prigionieri, come ha fatto in passato».

Ore 23:07 – Direttore al-Shifa: nessun contatto da Israele per evacuazione

Il direttore del più grande ospedale di Gaza ha affermato che Israele non ha stabilito alcun contatto in merito all’evacuazione di pazienti o neonati prematuri. Il dottor Mohamed Abu Selmia dell’ospedale al-Shifa di Gaza City ha detto alla che l’esercito israeliano «non ci ha contattato, siamo stati noi a rivolgerci a loro… ma fino ad ora non abbiamo ricevuto risposta. Sono in corso trattative per l’evacuazione dei bambini prematuri, ma finora non è successo nulla». Il medico ha aggiunto che 32 pazienti, tra cui tre bambini prematuri, sono morti in ospedale negli ultimi giorni. Molti altri pazienti che necessitano di dialisi rischiano di morire «nei prossimi due giorni» poiché il trattamento non è più disponibile, ha affermato. Ha ripetuto l’appello alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e alla Croce Rossa affinché aiutino a evacuare i pazienti, aggiungendo: «Non vogliamo che nessuno dei pazienti muoia, vogliamo che vivano, vogliamo che ricevano le cure mediche di cui hanno bisogno in un luogo che possa fornirle».

Ore 21:44 – Usa per pause «di giorni» nel contesto rilascio ostaggi

Gli Stati Uniti vorrebbero vedere pause di giorni nel conflitto a Gaza in un contesto di rilascio di ostaggi nelle mani di Hamas. Lo afferma il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan, sottolineando che gli Stati Uniti stanno parlando con Israele di pause umanitarie.

Ore 20:54 – Esercito Israele: Hamas tiene ostaggi nell’ospedale Rantisi di Gaza City

«Hamas tiene gli ostaggi nell’ospedale pediatrico Rantisi di Gaza City». È quanto ha affermato il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari in conferenza stampa, denunciando il ritrovamento di un tunnel, di armi ed esplosivi.

Ore 20:52 – Biden a Israele: «Azioni meno invasive nell’ospedale di Gaza»

Il presidente americano Joe Biden ha esortato Israele a proteggere il principale ospedale di Gaza mentre attorno al complesso infuriano pesanti combattimenti. «Spero e mi aspetto che ci siano azioni meno intrusive nei confronti dell’ospedale», ha affermato il capo della Casa Bianca, sottolineando che «l’ospedale deve essere protetto». Nella struttura di al-Shifa, medici denunciano mancanza di acqua, cibo e carburante, con centinaia di pazienti e oltre duemila sfollati.

Ore 20:08 – Michel: «Tutti possono vedere la tragedia» di Gaza

«Tutti possono vedere la tragedia» della popolazione della Striscia di Gaza e l’Unione Europea sta lavorando a un corridoio marittimo da Cipro per poter consegnare gli aiuti urgentemente necessari. Hamas sta usando i civili come scudi umani e questo rende la situazione difficile. Lo ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, parlando al forum economico della Süddeutschen Zeitung a Berlino. Lo riporta la stessa Sz. «Vogliamo sostenere il diritto di Israele all’autodifesa, ma garantire la protezione dei civili», ha detto Michel. Secondo il politico belga è quasi impossibile valutare i fatti sul campo. Ad esempio, il bombardamento degli ospedali nella Striscia di Gaza è contrario ai principi di protezione dei civili in situazioni di guerra, ma per Israele è importante distruggere i tunnel di Hamas. «Non possiamo giudicare questa situazione, speriamo che la giustizia internazionale faccia chiarezza un giorno», ha detto Michel, secondo quanto trascritto da Sz. Per Michel è anche ancora troppo presto per valutare cosa stia accadendo all’ospedale al-Shifa di Gaza City.

Ore 19:54 – Il capo dello Stato Maggiore di Israele: «Rafforzeremo la sicurezza nel nord del Paese»

Il capo di Stato Maggiore israeliano, Herzi Halevi, promette di rafforzare la sicurezza nel nord d’Israele, sotto il tiro dei razzi sparati dagli Hezbollah libanesi. «Ci stiamo preparando con forza ad un piano di azione per il nord. La nostra missione è portare sicurezza. La situazione della sicurezza non rimarrà tale da non far sentire i residenti del nord abbastanza sicuri per poter tornare nelle loro case», ha detto Halevi, citato dai media israeliani.

Ore 19:48 – Hamas: «Hezbollah entrerà in guerra se noi saremo distrutti da Israele»

Hezbollah entrerà pienamente in guerra con Israele se Hamas sarà completamente distrutta a Gaza. Lo riporta Nbc citando un membro di Hamas a Beirut. «Ora non è il momento. La linea rossa per Hezbollah è la totale distruzione della resistenza a Gaza», ha detto Ahmed Abdul Hadi con Nbc.

Ore 19:42 – Truppe israeliane nell’edificio del Parlamento di Gaza City

Soldati israeliani della Brigata Golani sono penetrati nell’edificio del Parlamento di Gaza City prendendone il controllo. Virali sui social la foto delle truppe che espongono le bandiere israeliane dietro il banco della presidenza.

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Ore 19:30 – Il ministro degli Esteri della Giordania: «È il conflitto che ha creato Hamas, non viceversa»

«Non è Hamas a creare il conflitto, ma è piuttosto il conflitto ad aver creato Hamas». Lo ha detto il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi, in una dichiarazione alla tv di Stato del regno hashemita. Safadi ha affermato che la Giordania «è sotto pressione, ma ci sono linee rosse che non accettiamo che vengano oltrepassate», ribadendo che «qualsiasi tentativo di spostare i palestinesi verso il nostro Paese è una dichiarazione di guerra, alla quale risponderemo in modo decisivo».

Ore 19:30 – 500 persone con passaporto straniero lasciano Gaza

Oltre 500 persone in possesso di un passaporto straniero hanno potuto oggi lasciare la Striscia di Gaza, entrando in Egitto dal valico di Rafah. Lo hanno riferito le autorità dal lato palestinese del valico. Secondo le liste fornite, oggi sono usciti, fra gli altri, cittadini di Spagna, Olanda, Svezia, Stati Uniti, Marocco, Giordania e Russia. È uscito dalla Striscia anche un piccolo numero di palestinesi feriti o ammalati.

Ore 19:29 – Israele: «Hamas ha perso il controllo di Gaza»

«Hamas ha perso il controllo di Gaza, non ha il potere di fermare l’esercito». Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant secondo cui «i terroristi stanno fuggendo al sud e i civili stanno saccheggiando le loro basi. Non hanno più fiducia nel governo».

Ore 19:19 – Michel: «L’Ue lavora a un corridoio umanitario marittimo per Gaza da Cipro»

Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, al vertice economico della Sueddeutsche Zeitung, ha detto che l’Unione Europea sta lavorando ad un corridoio marittimo da Cipro per fornire gli aiuti urgentemente necessari alla Striscia di Gaza. Il valico di frontiera con l’Egitto a Rafah è attualmente l’unica via attraverso la quale medicinali, acqua e cibo possono raggiungere Gaza. «Vogliamo sostenere il diritto di Israele all’autodifesa, ma garantire che i civili siano protetti», ha detto Michel durante il vertice a Berlino.

Ore 19:06 – Cohen: «Nessun countdown diplomatico, la guerra continuerà fino all’eliminazione di Hamas»

Combatteremo fino alla eliminazione di Hamas e la liberazione degli ostaggi. Il ministro israeliano degli Esteri Eli Cohen si corregge sul social X dopo aver detto in precedenza ai giornalisti che vi è una «finestra diplomatica» di due o tre settimane prima che la pressione internazionale su Israele diventi troppo forte. «Per quanto ci riguarda non esiste nessun conto alla rovescia, non smetteremo di combattere fino a quando non avremo eliminato Hamas e riportato a casa tutti gli ostaggi», ha scritto questa sera Cohen su X.

Ore 19:05 – Unrwa: «Domani non potremo ricevere aiuti in arrivo da Rafah, camion senza benzina»

«I nostri camion hanno esaurito il carburante: domani non potremo ricevere gli aiuti in arrivo dal valico di Rafah». Lo ha scritto su X Thomas White, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Gaza.

 

Ore 18:52 – L’Intelligence Usa: «Hamas ha il centro di comando sotto l’ospedale Al Shifa»

Hamas ha un centro di comando nelle gallerie scavate sotto l’ospedale Al Shifa, usa il carburante destinato all’ospedale e i suoi combattenti entrano ed escono regolarmente dalla struttura. Lo ha riferito alla Cnn un funzionario dell’Amministrazione Usa a conoscenza di informazioni di intelligence. Le informazioni giungono all’indomani dell’intervista alla Cnn del consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, che aveva riferito che l’ospedale, il più grande di Gaza, non veniva usato solamente per curare pazienti civili. Hamas ha negato le accuse di utilizzare la struttura per scopi militari.

Ore 18:50 – Oms: «L’ospedale Al Shifa è quasi un cimitero»

L’ospedale al-Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia, «non funziona più come dovrebbe» a causa delle interruzioni di corrente e della mancanza di carburante ed «è quasi un cimitero». Lo ha dichiarato alla Bbc Christian Lindmeier, portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lindmeier ha spiegato che attorno alla struttura «ci sono cadaveri di cui non ci si può occupare e che non possono nemmeno essere sepolti o portati in un obitorio». La preoccupazione dell’Oms è rivolta soprattutto alla sorte di decine di neonati prematuri che non possono più rimanere nelle loro incubatrici. Secondo Lindmeier, l’ospedale non è in grado di effettuare la dialisi renale per 45 pazienti che ne hanno bisogno. All’interno della struttura ci sono circa 600 pazienti e altre persone che si sono rifugiate nei corridoi.

Ore 18:41 – Scholz: «La soluzione a due Stati è possibile solo senza Hamas»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato che una soluzione a 2 Stati nel conflitto israelo-palestinese sarà possibile solo senza Hamas. «Questa è un’organizzazione terroristica e deve essere combattuta» e non è la base per un modello a 2 Stati, ha detto Scholz durante un incontro con il sindacato Ngg. Lo riporta Tagesschau.

Ore 18:39 – L’Onu in Libano: «I giornalisti nel sud del Paese, vittima dell’attacco israeliano, non si sono coordinati con noi»

La missione Onu in Libano (Unifil) afferma che i giornalisti vittima di un attacco israeliano al sud del Libano, sul fronte di guerra tra Hezbollah e Israele, non si erano coordinati con i caschi blu come riferito da diversi media libanesi. Lo ha detto all’ANSA Andrea Tenenti, portavoce di Unifil. Oggi un giornalista libanese è rimasto ferito dall’esplosione di un ordigno sparato dal territorio israeliano nei pressi di Yarun, nel sud del Libano. I reporter sul posto avevano riferito di aver avuto rassicurazioni dall’esercito libanese che la loro posizione era stata riferita a Unifil, e che Unifil aveva comunicato la presenza delle troupe di giornalisti all’esercito israeliano. «Non è affatto vero. Non sapevamo nulla», ha detto Tenenti.

Ore 18:32 – Netanyahu ai soldati: «Combattere la guerra fino in fondo o torna Hamas»

Contro Hamas «sarà guerra fino in fondo, perché se non li finiamo torneranno». Lo ha ribadito il premier israeliano Netanyahu, che ha parlato ai militari di un battaglione dell’Esercito, chiarendo che quella in corso con il gruppo terroristico «è una guerra fino alla fine», non un altro round di scontri. Poi, elogiando i soldati per la loro risposta al massacro del 7 ottobre, ha affermato: «Quello che avete fatto qui, avete deciso la direzione della battaglia, è stato un risultato insolito, davvero enorme. Trasformare la battaglia dalla peggiore situazione possibile significa molto».

Ore 18:19 – Il ministero della Sanità di Hamas: «Il bilancio dei morti è salito a 11.360»

Secondo l’ultimo bilancio del ministero della Sanità di Hamas, sarebbe salito a 11.630 il numero delle persone morte nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre scorso. Lo riporta l’agenzia stampa palestinese Wafa. Tra i morti finora ci sarebbero 4.609 minori, 3.100 donne e 678 anziani. Il numero dei feriti, invece, ha raggiunto i 28 mila. In Cisgiordania, il numero dei palestinesi uccisi è salito a 180, e quello dei feriti a 2.700. Il ministero ribadisce che è difficile raccogliere informazioni per la mancanza di comunicazione e a causa degli attacchi agli ospedali, ma precisa che 3.250 cittadini, di cui 1700 minori, sono ancora dispersi.

Ore 18:07 – Israele: «A Gaza uccisi altri due comandanti di Hamas»

L’esercito israeliano e lo Shin Bet (servizio di sicurezza interno) hanno fatto sapere che sono stati uccisi il comandante della Divisione missili anti tank della Brigata Khan Younis Yaqub Ashur e l’ex capo dell’intelligence militare del gruppo Muhammad Khamis Dababesh. Quest’ultimo, hanno aggiunto, negli ultimi due anni è stato il rappresentante di Hamas ai raduni delle fazioni nazionali e islamiche a Gaza.

Ore 17:58 – Il ministro Cohen: «Cresce la pressione su Israele per il cessate il fuoco»

Aumenta la pressione su Israele per un cessate il fuoco. Lo ha detto – citato dai media – il ministro degli esteri Eli Cohen. «Da un punto di vista politico – ha detto – riconosciamo che Israele è sottoposto a maggiori pressioni. La pressione non è molto alta, ma sta aumentando». Poi – secondo i media – ha aggiunto che «nelle conversazioni che ho con i ministri degli Esteri, loro sottolineano la questione umanitaria» mentre lo «shock per il massacro del 7 ottobre è ridotto». «C’è anche chi chiede, non pubblicamente, di lavorare per un cessate il fuoco».

Ore 17:49 – Borrell: «Abbiamo esposto uno schema in sei punti per il dopo Gaza»

Borrell ha presentato uno «schema» in sei punti ai 27 ministri degli Esteri dell’Ue ottenendo un sostanziale via libera a lavorare «in partnership con Usa e arabi» per l’attuazione. Si tratta di una strategia a «medio-lungo termine» per costruire la pace tra gli israeliani e i palestinesi «in accordo» con la regione. Il piano prevede «tre sì e tre no». «No all’espulsione dei palestinesi di Gaza in altri Paesi, no alla riduzione del territorio di Gaza, no alla rioccupazione d’Israele e al ritorno di Hamas», ha detto Borrell parlando dei tre no. Per i sì, invece, si prevede: «A Gaza servirà un’autorità palestinese, non necessariamente “la” autorità palestinese, la cui legittimità deve essere definita dal Consiglio di sicurezza dell’Onu; un forte coinvolgimento dei Paesi arabi alla soluzione politica e infine una maggior coinvolgimento dell’Ue nella regione e in particolare nella costruzione dello stato palestinese».

Ore 17:36 – Unrwa: «A Gaza le epidemie diventeranno una realtà»

«L’assenza di carburante significa assenza di pompaggio delle acque reflue e di rimozione dei rifiuti. Questa è una grave minaccia per la salute pubblica. Le epidemie diventeranno una realtà». Lo ha scritto su X Thomas White, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Gaza.

 

Ore 17:17 – Borrell: «Dobbiamo costruire uno Stato palestinese, non solo ricostruire Gaza. I Paesi arabi devono partecipare al dopo guerra»

«Non si tratta solo di ricostruire Gaza, lo abbiamo fatto varie volte. Si tratta di costruire uno Stato palestinese». Tra l’altro, continua, serve «un maggiore impegno dell’Ue nella regione, in particolare» per la questione palestinese. «Non ci sarà una soluzione per il dopo guerra a Gaza senza il coinvolgimento dei Paesi arabi e non può essere solo finanziario, devono contribuire politicamente», dice Borrell precisando che al momento «gli Stati arabi non vogliono parlare del giorno dopo ma del giorno di oggi». «Questa tragedia deve essere un’occasione perché tutto il mondo capisca che ci deve essere la soluzione dei due Stati, non solo la ricostruzione di Gaza ma uno Stato per i palestinesi», ha aggiunto.

Ore 17:09 – Borrell (Ue) inizia la sua visita in Israele, Palestina, Bahrein, Arabia Saudita e Qatar

Da domani l’Alto Rappresentante dell’Ue inizierà una visita in Medio Oriente, che toccherà «Israele, Palestina, Bahrein, Arabia Saudita e Qatar». Lo dice lo stesso Josep Borrell, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio.

Ore 17:02 – In Libano ferito un giornalista in un bombardamento israeliano

Un giornalista libanese è rimasto ferito oggi nel sud del Libano da schegge di un ordigno sparato da Israele a ridosso della linea di demarcazione tra i due paesi. Lo riferisce l’Ordine dei giornalisti libanese, secondo cui la troupe della tv locale Mtv è stata presa di mira da un raid israeliano nei pressi di Yarun, località poco lontana dalla linea del fronte tra Hezbollah e Israele. Il 13 ottobre scorso un giornalista libanese, Issam Abdallah, è stato ucciso da spari provenienti dal territorio israeliano e altri tre giornalisti sono rimasti gravemente feriti. A una reporter libanese ferita in quell’attacco hanno dovuto amputare la gamba.

Ore 16:38 – Netanyahu: «Andiamo avanti fino alla vittoria totale»

Riferendosi poi alla situazione sul fronte di Gaza, Netanyahu ha detto, ribadendo la volontà di sconfiggere Hamas, che «non ci sono pause qui. Non ci sono cose a metà qui. Non è una “operazione”, non è un “round”. Andiamo avanti fino alla vittoria totale».

Ore 16:31 – Medici senza frontiere: «Pronti a evacuare Shifa. Di fronte all’ingresso ci sono molti cadaveri»

«Non c’è elettricità, non c’è acqua. Non abbiamo più cibo. Le persone moriranno in poche ore senza un impianto di ventilazione funzionante. Di fronte all’ingresso principale ci sono molti cadaveri, anche pazienti feriti, ma non possiamo farli entrare in ospedale. Noi medici dell’ospedale siamo pronti a lasciare l’ospedale solo se i pazienti saranno evacuati per primi: non vogliamo lasciare i nostri pazienti. Ci sono 600 persone ricoverate, 37 sono bambini, qualcuno deve essere curato in terapia intensiva, non possiamo lasciarli soli».

È la testimonianza raccolta da Medici senza Frontiere che stamattina è riuscita a mettersi in contatto con un chirurgo di Msf che lavora all’ospedale di Al Shifa, nella Striscia di Gaza. «Quando abbiamo provato – racconta l’uomo – a mandare l’ambulanza a prendere questi pazienti, il veicolo è stato attaccato. Ci sono feriti fuori l’ospedale, cercano cure mediche, non possiamo curarli. C’è anche un cecchino che ha attaccato i pazienti, hanno ferite da arma da fuoco, ne abbiamo operati tre». Per il medico, «la situazione è grave, è inumana. Siamo chiusi qui dentro, nessuno sa veramente come viviamo qui. Non abbiamo una connessione internet, siete riusciti a chiamarmi ora, forse proverete 10 volte prima di riuscire a raggiungermi di nuovo. Vogliamo garanzie per un corridoio sicuro perché abbiamo visto alcune persone in fuga da Al Shifa venire uccise dal cecchino. All’interno dell’ospedale ci sono pazienti feriti e team medici. Se ci daranno garanzie e faranno evacuare prima i pazienti, noi lasceremo l’ospedale».

Ore 16:25 – «6 morti nel raid israeliano nel sud di Gaza»

Sei palestinesi sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti, tra cui bambini e donne, dopo un bombardamento israeliano su «una casa di proprietà della famiglia Al-Shafi’i» nella cittadina di Bani Suheila, a est di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta l’agenzia palestinese Wafa citando fonti mediche.

Ore 16:04 – Israele ordina la chiusura di un’emittente filo-Hezbollah

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato ieri la chiusura delle attività in Israele dell’emittente satellitare libanese al-Mayadeen, reputata vicina alle posizioni degli Hezbollah. Lo scrive il Times of Israel. La motivazione addotta dalle autorità è che i suoi programmi «danneggiano la sicurezza nazionale». Il riferimento è in particolare a trasmissioni dal vivo nelle vicinanze di postazioni dell’esercito israeliano. Alcuni ministri hanno invocato anche la chiusura di al-Jazeera. Ma il governo esita, secondo i media, in quanto il Qatar svolge opera di mediazione per la liberazione di ostaggi tenuti da Hamas.

Ore 15:43 – Netanyahu avverte Hezbollah: «Stanno giocando con il fuoco»

«Chi pensa che può estendere gli attacchi contro le nostre forze e i nostri civili gioca con il fuoco». Ha detto il premier Benyamin Netanyahu riferendosi alla situazione al confine nord di Israele ma senza nominare direttamente Hezbollah. «Al fuoco – ha aggiunto parlando in una base militare – risponderemo con un fuoco ancora maggiore. Che non ci mettano alla prova. Finora abbiamo mostrato solo una minima parte delle nostre potenzialità».

Ore 15:39 – Re Abdallah di Giordania: «Israele non occupi Gaza»

Il re di Giordania Abdallah rifiuta ogni piano di Israele di occupare parti della Striscia o di cercare di istituire zone di sicurezza all’interno dell’enclave palestinese. Lo riporta l’agenzia Petra secondo cui «la priorità ora è di mettere fine alla guerra e di consentire l’ingresso nella Striscia di aiuti sufficienti».

Ore 15:29 – 69 cittadini giordani in uscita dal valico di Rafah

Il portavoce del Ministero degli Esteri giordano ha annunciato che è in corso l’evacuazione di 69 cittadini giordani residenti nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Lo ha riferito l’agenzia Petra.

Ore 15:10 – Onu: «Manca il gasolio, in 48 ore cesseranno le azioni umanitarie a Gaza»

Il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) a Gaza, Thomas White, ha avvertito oggi che «le operazioni umanitarie cesseranno entro 48 ore, se non sarà consentito l’ingresso di carburante a Gaza», assediata da Israele e in preda ai combattimenti tra Hamas e Israele . «Questa mattina due dei nostri principali subappaltatori per la distribuzione dell’acqua hanno smesso di funzionare – non hanno più carburante -, cosa che priverà 200.000 persone dell’acqua potabile», ha scritto Thomas White su X.

Ore 14:54 – Israele: «Uccisi 21 terroristi in ospedale al Quds»

L’esercito israeliano ha eliminato «una squadra terroristica insediatasi nell’area dell’ospedale Al-Quds a Gaza che dall’ingresso dell’ospedale ha sparato contro i soldati». Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che «i terroristi eliminati sono stati 21».

Secondo il portavoce, «la squadra si era infiltrata in un gruppo di civili all’ingresso dell’ospedale quando ha cominciato a sparare con un lanciagranate e con altri tiri. I soldati hanno risposto al fuoco. Durante lo scontro a fuoco – ha continuato – sono stati visti civili lasciare l’edificio dell’ospedale e altri terroristi, usciti dagli edifici adiacenti, si sono nascosti tra loro unendosi al tentativo di attacco. Dopo aver sparato, i terroristi sono tornati a nascondersi in ospedale». L’incidente – ha sottolineato – «è un altro esempio del continuo abuso da parte di Hamas delle strutture civili, inclusi gli ospedali, da cui condurre gli attacchi».

Ore 14:41 – Campagna malware dell’Iran contro Israele, compromessi molti siti

È in corso una campagna malware dell’Iran contro Israele, rivolta alle aziende di trasporto, logistica e tecnologia. Il gruppo di hacker da cui parte si chiama Imperial Kitten ed è legato al Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche, un ramo delle forze armate iraniane. Il gruppo è attivo almeno dal 2017 e ha effettuato attacchi informatici contro organizzazioni in vari settori tra cui difesa, tecnologia, telecomunicazioni, quello marittimo, energetico e servizi di consulenza e professionali. A darne notizia il sito specializzato in cybersicurezza Bleeping computer. I recenti attacchi – spiega la testata – sono stati scoperti dai ricercatori della società di sicurezza informatica CrowdStrike che hanno potuto attribuirli al gruppo di hacker Imperial Kitten facendo sovrapposizioni con precedenti campagne e relative tecniche, compreso l’uso di malware e phishing.

Gli hacker hanno lanciato attacchi di phishing in ottobre utilizzando il tema del «reclutamento lavoro» nelle email contenenti invece un allegato dannoso. CrowdStrike ha confermato che gli attacchi hanno preso di mira organizzazioni israeliane in seguito al conflitto Israele-Hamas. Sono stati compromessi diversi siti israeliani che raccoglievano informazioni dei visitatori come dati del browser e indirizzo IP, profilando potenziali obiettivi. In alcuni casi i ricercatori hanno constatato che gli hacker violavano direttamente le reti, utilizzando credenziali Vpn rubate.

Ore 14:35 – Onu: «Manca il gasolio, in 48 ore stop alle azioni umanitarie a Gaza»

Le Nazioni Unite hanno avvertito che le operazioni umanitarie a Gaza «cesseranno entro 48 ore» a causa della mancanza di carburante.

Ore 14:02 – Aerei israeliani colpiscono le postazioni Hezbollah dopo il lancio di razzi dal Libano

Dopo il lancio di missili dal Libano, aerei israeliani hanno colpito una serie «di postazioni e di siti terroristici di Hezbollah». Lo ha detto il portavoce militare spiegando che tra gli obiettivi ci sono «infrastrutture del terrore, depositi di armi e centri operativi di comando degli Hezbollah».

Ore 13:32 – Tajani: «L’Iran non appoggi le aggressioni degli Hezbollah»

L’Iran non deve «appoggiare le aggressioni» di Hezbollah contro Israele. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. Nel Consiglio, continua , «non si è parlato di sanzioni all’Iran. Credo che debba abbassare i toni: non è il momento di gettare benzina sul fuoco nell’area mediorientale. L’importante è che l’Iran comprenda che Hezbollah non può continuare a lanciare missili su Israele e che non si può più dire che lo Stato di Israele, come è stato detto anche all’Onu, deve essere cancellato dalla carta geografica», conclude.

Ore 13:25 – Cina: «In campo ogni sforzo per evitare l’escalation del conflitto Israele-Hamas»

La Cina sostiene tutti gli sforzi per fermare l’escalation del conflitto tra Hamas e Israele a favore della pace, avendo «una posizione altamente coerente con i Paesi arabi, islamici e africani». È quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, in merito al vertice Arabia Saudita-Africa e a quello straordinario congiunto arabo-islamico. «Attualmente, la situazione nella Striscia di Gaza è estremamente grave. La Cina sostiene tutti gli sforzi per ridurre l’escalation del conflitto e ripristinare la pace. Il vertice saudita-africano e quello speciale dei Paesi arabo-islamici hanno emesso dichiarazioni chiare sul cessate il fuoco e la fine delle ostilità, sulla protezione dei civili, sull’aumento dell’assistenza umanitaria e sull’attuazione della soluzione dei due Stati», ha aggiunto Mao nel briefing quotidiano Dallo scoppio del conflitto, Pechino «ha avuto un’intensa comunicazione con le parti interessate, facendo campagna per il cessate il fuoco e la fine della guerra, e chiedendo la pace. La Cina condivide un alto grado di consenso con i Paesi in via di sviluppo arabi, islamici e africani sulla questione del contenimento degli attuali conflitti. La Cina – ha concluso la portavoce – lavorerà con tutte le parti interessate per continuare a compiere sforzi incessanti a tutela dei civili, per alleviare la situazione, per riavviare i colloqui e realizzare la pace».

Ore 13:20 – Primo gruppo di 40 spagnoli evacuato dal valico di Rafah

Un primo gruppo di 40 persone con nazionalità spagnola, delle quali 22 minori, ha attraversato oggi il primo controllo per l’uscita da Gaza, dopo l’apertura temporanea del valico di Rafah con l’Egitto, controllato dalle autorità palestinesi. Lo ha confermato a Bruxelles il ministro degli esteri spagnolo, José Manuel Albares, ripreso da El Pais. Secondo il censimento del consolato generale di Spagna a Gerusalemme, sono 140 i cittadini con doppia nazionalità, spagnola e palestinese, in attesa di essere evacuati; fino a 190 persone, se si includono i loro familiari. Il ministero spagnolo della Difesa ha pronto un aereo militare per raccogliere gli ispano-palestinesi in Egitto.

Ore 12:54 – Premier Anp a Onu e Ue, «paracadutate aiuti su Gaza»

Il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh ha chiesto a Onu e l’Ue a «paracadutare gli aiuti» sulla Striscia di Gaza per sostenere i civili intrappolati nella guerra tra Israele e Hamas. «Chiedo alle Nazioni Unite e all’Unione Europea di lanciare aiuti alla Striscia di Gaza, in particolare al nord, come è stato fatto molte volte in tutto il mondo», ha detto Shtayyeh durante il consiglio dei ministri dell’Autorità Palestinese a Ramallah.

Ore 12:09 – Hamas: «Morti 27 pazienti e 7 bimbi a ospedale al-Shifa»

All’ospedale al-Shifa a Gaza sono morti finora 27 pazienti e 7 bambini, secondo quanto riportato dal ministero della Sanità di Hamas, che governa la Striscia.

Ore 11:39 – Israele: «Compiuti 4.300 attacchi sulla Striscia di Gaza»

Tra aviazione e truppe di terra, l’esercito israeliano ha compiuto «4.300 attacchi, colpito centinaia di postazioni di lancio di missili anti tank, circa 300 imbocchi di tunnel, 3.000 siti del terrore, incluse 100 imbottite di esplosivo e centinaia di centri di comando e controllo di Hamas». Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

Ore 11:35 – Hamas smentisce negoziati su scambio parziale prigionieri

Un alto funzionario di Hamas ha escluso la possibilità di uno scambio parziale di ostaggi con Israele, affermando che il gruppo terroristico chiede uno «scambio completo» dei detenuti di Hamas nelle carceri israeliane. Osama Hamdan, un alto funzionario di Hamas in Libano, ha detto in un discorso ieri sera che «la nostra posizione sul dossier dei prigionieri è stata chiara fin dall’inizio, e si tratta di un completo scambio di prigionieri». Hamdan ha smentito le voci sui colloqui in corso per un rilascio parziale e ha aggiunto che i negoziati per il rilascio degli ostaggi con passaporti stranieri procedono parallelamente ma sono «ostruiti» da Israele. Lo riporta il Times of Israel.

Ore 11:31 – Dopo il missile dal Libano, Israele colpisce oltre confine

Dopo il lancio di un missile anti tank dal Libano verso il villaggio israeliano di Netua, l’artiglieria israeliana sta colpendo la postazione oltre confine da dove è partito il tiro. Lo ha fatto sapere il portavoce militare.

Ore 10:55 – Feriti in Alta Galilea per razzo anticarro dal Liban

Alcuni israeliani sono rimasti feriti stamane in Alta Galilea in un ulteriore attacco dal Libano meridionale. Secondo la televisione pubblica Kan sono stati investiti da un razzo anticarro e da diversi colpi di mortaio diretti ai cancelli di ingresso nel villaggio Netua’, pochi chilometri a sud del confine. In un altro villaggio israeliano di confine, Margaliot, sono esplosi stamane colpi di mortaio che non hanno provocato vittime. Gli abitanti della zona a ridosso del confine sono chiusi nei rifugi.

Ore 10:31 – Iran: «L’unica soluzione è avere solo uno Stato palestinese»

L’Iran ritiene che la formazione di un unico Stato di Palestina, «dal fiume al mare», sia l’unica soluzione della questione palestinese. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, facendo riferimento alla totalità dell’area dove vivono israeliani e palestinesi che va dal fiume Giordano alla costa sul Mare Mediterraneo. «Il regime sionista ha occupato le terre palestinesi e gli attacchi del movimento di resistenza contro il regime sono legittimi dal momento che sono portati avanti contro l’occupazione dei sionisti per liberare le terre palestinesi», ha aggiunto il funzionario della Repubblica islamica.

Ore 09:53 – Oms: «L’ospedale di Al Shifa non funziona più»

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato su X che l’ospedale Al Shifa di Gaza è rimasta senza acqua per tre giorni e «non funziona più come un ospedale». «Tragicamente, il numero di pazienti deceduti è aumentato in modo significativo», ha scritto chiedendo il cessate il fuoco immediato.

Ore 09:17 – Borrell: «L’Ue a 27 chiede pause umanitarie immediate a Gaza»

«Ieri abbiamo lavorato tutto il giorno per stilare una dichiarazione a 27, per presentare una posizione comune: in questa nota chiediamo pause umanitarie immediate e corridoi umanitari, per affrontare la situazione a Gaza. È una posizione importante. Gaza ha bisogno di più aiuti: acqua, carburante e cibo. È tutto pronto al confine, va solo consegnato». Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio Affari Esteri. «Oggi dovremmo iniziare a parlare del dopo guerra a Gaza, non solo di ricostruzione ma di offrire ai palestinesi una soluzione inclusiva: presenterò una serie di opzioni, cose che dovremmo fare e cose che non dovremmo fare».

«Oggi dovremmo iniziare a parlare del dopo guerra a Gaza, non solo di ricostruzione ma di offrire ai palestinesi una soluzione inclusiva: presenterò una serie di opzioni, cose che dovremmo fare e cose che non dovremmo fare», ha continuato Borrell.

Ore 09:00 – Hamas: «Tutti gli ospedali nel nord della Striscia di Gaza sono fuori servizio»

Tutti gli ospedali nel nord della Striscia di Gaza sono fuori servizio: lo afferma il viceministro della Sanità di Hamas, Youssef Abu Rish. L’informazione non è al momento verificabile.

Ore 08:47 – Israele: «44 soldati morti da inizio operazione terra»

Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano che altri due soldati sono stati uccisi combattendo nel nord della Striscia di Gaza, portando a 44 il bilancio delle vittime dell’operazione di terra contro Hamas. Lo riporta The Times of Israel. Gli ultimi soldati a essere rimasti uccisi nei combattimenti sono il maggiore Isachar Natan, 28 anni, proveniente da Kiryat Malachi, e il sergente Itay Shoham, 21 anni, originario di Rosh Haayin. Entrambi erano membri della Brigata Commando.

Ore 08:29 – Suonano le sirene di allarme nel nord di Israele

Sono tornate a suonare le sirene di allarme anti missili nel nord di Israele, a ridosso della linea di demarcazione del confine con il Libano. Secondo quanto riporta il Times of Israel, l’allerta è scattata nella zona dell’insediamento di Gornot HaGalil.

Ore 08:27 – Hamas: «Sei i neonati e nove in cura intensiva morti a Shifa»

Il governo di Hamas afferma che nelle ultime ore è salito a 6 il numero dei neonati prematuri morti per assenza di cure nell’ospedale Al-Shifa di Gaza, vicino al quale si combatte, e a 9 quello dei pazienti in cura intensiva che hanno perso la vita per lo stesso motivo. Nel precedente bilancio serale, il ministero della Salute di Hamas aveva parlato di 5 neonati e 7 pazienti in cura intensiva.

Ore 08:15 – Washington Post: «Hamas voleva scatenare guerra regionale»

Nell’attacco del 7 ottobre Hamas non voleva solo catturare e uccidere israeliani ma anche provocare un conflitto nell’intera regione. Lo scrive il Washington Post citando prove raccolte da funzionari di intelligence. L’intenzione delle milizie palestinesi sarebbe stata quindi quella di sferrare un attacco di proporzioni storiche nei confronti di Israele nella speranza di provocare una risposta senza precedenti da parte di Tel Aviv. Alcuni miliziani trasportavano cibo, munizioni ed equipaggiamento sufficienti per durare diversi giorni secondo i funzionario avevano ricevuto istruzioni di spingersi ancor più in profondità nel territorio di Israele se la prima ondata di attacchi avesse avuto successo, colpendo anche le città più grandi.

Ore 08:13 – Israele: «Strutture di Hamas in scuole, moschee e case»

Le truppe di terra dell’esercito israeliano a Gaza continuano a trovare armi e strutture di Hamas, incluse scuole, moschee e residenze degli operativi della fazione islamica. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui soldati della 401/a Brigata alla periferia del campo profughi di al Shati hanno rinvenuto una struttura della fazione collocata nell’università Al-Quds e un deposito di esplosivi nella moschea di Abu Bakr. In casa di un operativo della Jihad islamica a Beit Hanoun, è stata scoperto un deposito di armi e alcune di questa dentro la stanza da letto di un bambino. Sempre a Beit Hanoun sono stati rinvenuti un imbocco di tunnel, materiali di intelligence e armi.

Ore 07:48 – Onu: «Nell’ospedale di Shifa morti almeno tre infermieri»

Almeno tre infermieri sono morti nell’ospedale Al-Shifa a Gaza, vicino al quale si combatte, secondo un bollettino delle Nazioni Unite ripreso dalla Bbc. Secondo l’Onu inoltre, infrastrutture vitali dell’ospedale, come la macchina per produrre ossigeno, i serbatori d’acqua e un pozzo, l’unità cardiovascolare e il reparto maternità, sono state danneggiate.

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Ore 06:14 – Il direttore ospedale Al-Shifa Gaza: «Le sale operatorie sono fuori servizio»

Il direttore del centro medico dell’ospedale Al-Shifa di Gaza ha dichiarato ad Al-Araby TV che nessuna delle sale operatorie dell’ospedale al momento funziona a causa della mancanza di elettricità: «Le sale operatorie sono completamente fuori servizio, e ora i feriti vengono da noi e non possiamo dare loro altro che il primo soccorso», ha detto il dottor Muhammad Abu Salmiya. «Chi ha bisogno di un intervento chirurgico muore e noi non possiamo fare nulla per lui», ha aggiunto il direttore dell’ospedale, spiegando che il personale stava cercando di mantenere in vita i bambini prematuri dell’ospedale dopo che l’ossigeno era finito e dovevano essere spostati dalle incubatrici dell’unità neonatale. «Sono stato con loro qualche tempo fa. Ora sono esposti, perché li abbiamo tolti dalle incubatrici. Li avvolgiamo nella carta stagnola e mettiamo dell’acqua calda accanto a loro per riscaldarli», ha detto Abu Salmiya. Il medico ha detto che nell’ultimo giorno diversi bambini sono morti nel reparto di terapia intensiva e nella nursery.

Ore 06:10 – L’ambasciatore Herzog: Israele sta cercando un piano a lungo termine

Secondo l’ambasciatore Michael Herzog, Israele sta cercando un piano a lungo termine per Gaza e sta discutendo la questione con gli Stati Uniti: «La nostra posizione è che i palestinesi dovranno governarsi da soli. Quale sarà il ruolo esatto dell’Autorità nazionale palestinese resta da vedere, perché tutti capiscono che l’Anp, nella sua attuale composizione, può a malapena governare Ramallah. E certamente non può governare Gaza», ha dichiarato Herzog in un’intervista a Fox News Sunday. L’Autorità nazionale palestinese dovrebbe essere riformata, ha detto Herzog, spiegando che Israele non è interessato a occupare o governare Gaza e aggiungendo che la sicurezza è la priorità principale: «Non siamo a Gaza per occupare Gaza o per governare Gaza. Siamo lì per allontanare la minaccia militare di Hamas contro Israele e la loro capacità di ricostruire le capacità e colpire ancora e ancora, come dicono di voler fare. Questo è il nostro intento». Herzog ha inoltre affermato che Israele è molto mirato nelle sue operazioni a Gaza: «La gente deve capire che Gaza è il più grande complesso terroristico del mondo, con oltre 500 chilometri di tunnel del terrore. Non stiamo prendendo di mira la popolazione. Credo che quello che vediamo oggi, con sempre più persone che si spostano verso sud, ci indica che queste persone non vogliono servire come scudi umani per Hamas. Hanno capito che non gli piacciamo, ma non gli piace nemmeno Hamas», ha concluso l’ambasciatore.

Ore 06:06 – Biden all’emiro del Qatar: «Rilasciare gli ostaggi senza ritardi»

Il presidente americano Joe Biden ha discusso con l’emiro del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani della guerra a Gaza e degli sforzi compiuti dal Qatar per liberare gli ostaggi. In un resoconto della telefonata, la Casa Bianca ha rivelato che uno degli ostaggi detenuti è un bambino americano di 3 anni i cui genitori sono stati uccisi da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre in Israele. «I due leader hanno convenuto che tutti gli ostaggi devono essere rilasciati senza ulteriori ritardi», ha dichiarato la Casa Bianca. Nella telefonata di domenica, Biden ha «affermato la sua visione di un futuro Stato palestinese in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco con uguale stabilità e dignità. Ha osservato che Hamas è stato a lungo un ostacolo a questo risultato», si legge ancora nella dichiarazione della Casa Bianca.

Ore 05:39 – Voci d’intesa sugli ostaggi, trattative in salita, coinvolti Qatar e Egitto

Voci di un’intesa per il rilascio di 80 donne e bambini israeliani ostaggi in cambio di donne e adolescenti palestinesi detenuti da Israele: «Negoziati in corso, coinvolti anche Qatar e Egitto», ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Sullivan. Ma Hamas frena dopo l’assedio all’ospedale Shifa. Netanyahu non esclude l’accordo. Secondo il Washington Post, l’intenzione di Hamas il 7 ottobre scorso era innescare un conflitto in tutta la regione.

Ore 05:37 – Tra gli ostaggi di Hamas un bambino americano di 3 anni

Tra i bambini presi in ostaggio da Hamas c’è anche un piccolo americano di tre anni i cui genitori sono stati uccisi negli attacchi del 7 ottobre. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota, senza fornire altri dettagli sul bambino rapito dai terroristi.

Sorgente: Netanyahu: «Hezbollah gioca con il fuoco». Truppe israeliane occupano il Parlamento di Gaza

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