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Nota: la dichiarazione iniziale della Forza di occupazione militare di 1.400 civili israeliani morti è ora ufficialmente rivista a 1.200 a causa della determinazione dell’autopsia che 200 erano in realtà combattenti di Hamas.

Poi ci sono i 300 soldati di occupazione uccisi in battaglia dai combattenti di Hamas sui punti di controllo militare. Poi la notizia dei 263 corpi ritrovati al rave festival viene rivelata anche dai video militari come conseguenza del fuoco di elicotteri, sia di mitragliatrici che di missili infernali.

Dei 637 rimasti, ci sono le persone uccise negli insediamenti israeliani circostanti nei territori occupati dal Piano di spartizione delle Nazioni Unite del 1947. Di questi, gran parte fu assassinata nello stesso momento in cui i combattenti di Hamas furono inceneriti dal fuoco dei carri armati o dai missili; poi ci sono gli israeliani residenti che sono anche soldati fuori servizio, come quelli presi di mira dalle bombe di precisione americane della resistenza araba; poi ci sono i coloni israeliani che hanno usato le armi contro Hamas e sono stati uccisi in battaglia dopo aver ucciso altri; poi ci sono i possibili attacchi di vendetta da parte di individui che hanno attraversato la recinzione da Gaza, quelli desiderosi e quelli che stavano saccheggiando.

Conclusione: queste probabili morti civili di circa 319 persone vengono utilizzate per giustificare un genocidio.

Questo numero di morti viene inflitto ogni giorno alla popolazione palestinese rinchiusa e da tanti giorni senza alcuna intenzione di fermarsi.

Un Olocausto non ne giustifica un altro Le vere ragioni di tale irrazionalità in nome del popolo ebraico si trovano nell’ideologia protestante assimilata al sionismo ebraico, nei giacimenti di gas naturale al largo di Gaza e nella rotta diretta verso il Mar Rosso con il Canale Gen Gurion. Gli interessi comuni del capitalismo di stato sionista, degli interessi strategici imperiali degli Stati Uniti e della borghesia nazionale araba locale.